[2] R. Nadal b. [1] N. Djokovic 7-5 1-6 6-3
Rafael Nadal vince per la decima volta il Masters 1000 di Roma e lo fa superando in tre set il numero uno del mondo Novak Djokovic, dopo due ore e quarantanove minuti di battaglia. La partita è stato il solito match di grande intensità, non dissimile dalla grande maggioranza dei precedenti (29-28 in favore di Djokovic il bilancio aggiornato). Il maiorchino ha giocato complessivamente meglio, accusando un brutto calo nel secondo set, perso 6-1, ma riprendendosi alla grande nel terzo. Proprio nel parziale decisivo le ben note doti da combattente di Rafa hanno fatto la differenza con lo spagnolo che dopo aver annullato due palle break è riuscito a mettere a segno lo strappo decisivo, alzando la coppa a sedici anni dalla prima volta.
Ma diamo un’occhiata ai numeri aggiornati dello spagnolo, che impressionano non poco: titolo numero 88 in carriera, 62 esimo sulla terra (su 70 finali) e 36esimo Masters 1000 (agganciato proprio Djokovic). Con questo successo inoltre Nadal solleva per la settima volta in carriera un trofeo dopo aver salvato match point nel corso del suo percorso (due contro Denis Shapovalov) e ottiene la 22° vittoria contro un numero uno del mondo.
Pallottoliere a parte, Nadal sarà ancora una volta l’uomo da battere sui campi del Roland Garros (ma questo a prescindere dal successo odierno), ma il Djokovic visto questa settimana è apparso in buona forma e sembra avviato sulla buona strada per poter essere decisamente pericoloso.
IL MATCH – Nole parte forte e, dopo aver tenuto la battuta, mette in difficoltà Rafa con la risposta. Prima parte con ampio anticipo su un dritto in chiusura di Nadal trovando addirittura il vincente al volo, poi risponde profondissimo e si procura una palla break, che Rafa annulla con una smorzata millimetrica in uscita dal servizio. Djokovic, quasi punto sul vivo, replica a sua volta con due palle corte, annullando una palla dell’1-1 e tornando a palla break. Nadal si salva ancora con una prima vincente, ma alla terza chance si arrende alla pressione dell’avversario. Il vantaggio dura però poco perché lo spagnolo si rifà immediatamente sotto, chiudendo Nole in un angolo col dritto e impattando sul 2-2.
Sul 3-3, Rafa riesce a procurarsi palla break con uno strepitoso dritto in corsa, nonostante una caduta che fa preoccupare il pubblico e anche lo stesso spagnolo. La reazione al punto vinto è una via di mezzo tra un’esultanza e un urlo di rabbia per essersi piantato sulla riga, rischiando seriamente di farsi male. “È incredibile. Finiremo per ammazzarci“ è il commento a caldo, prima che un raccattapalle venga chiamato a martellare la riga, evidentemente rialzata e mal sistemata. Non proprio una bella scena da vedere nella finale di un Masters 1000, tanto più se si considera che non è la prima volta che i giocatori si lamentano delle condizioni dei campi di Roma, sia quest’anno che nelle edizioni passate.
Djokovic annulla la palla break con un doppio rovescio lungolinea dei suoi e riesce poi a tenere il servizio. Sa bene come infastidire Nadal sulla terra – d’altronde lo ha battuto sette volte, impresa a cui gli altri non si sono nemmeno avvicinati – e domina gli scambi sopra i nove colpi (8 vinti e uno solo perso a questo punto della partita), ma per ora sta subendo l’aggressività dell’avversario nei primissimi colpi e col dritto non incide abbastanza. Lo spagnolo viaggia poi sopra l’80% di prime palle, il che gli permette di incanalare si da subito gli scambi su binari favorevoli. Djokovic invece litiga un po’ con la seconda, commettendo un doppio fallo sulla palla del 6-5 e subendo poi la risposta profonda di Nadal, che trova il break e va a servire per il set. Ai vantaggi, rimontando da 0-30, ma il maiorchino riesce infine a far suo il parziale dopo ben un’ora e quindici minuti di gioco.
Nole è palesemente nervoso e continua a subire l’iniziativa di Rafa nei primi giochi. Dopo aver salvato una palla break nel terzo game però, riesce finalmente ad aprirsi il campo col rovescio e un po’ a sorpresa è lui a effettuare il primo strappo, sfruttando anche due brutte smorzate di Nadal e salendo 4-1. Il break revitalizza Djokovic e viceversa mina un po’ le certezze dello spagnolo, che rimane invischiato in un altro turno di battuta complicato e finisce per trovarsi sotto 5-1. Rafa annulla due set point alla sua maniera, ma al terzo capitola: dopo due ore siamo un set pari.
Molto interessante la scelta di piazzamento del dritto da parte del serbo in questo secondo set: il 72% lo ha giocato incrociato (ovvero sul rovescio di Nadal) contro il 54% del primo parziale.
Nadal – ma la cosa non stupisce – non accusa il colpo dei tanti errori e del set appena perso in maniera così netta, anzi riparte con piglio decisamente bellicoso. Djokovic non è da meno e assorbe l’urto della rinnovata aggressività dell’avversario. L’intensità della partita ora è alle stelle, gli scambi sono quasi tutti da spellarsi le mani e i vincenti tornano a farsi consistenti. Il serbo si procura due palle break sul 2-2: sulla prima è lui a sbagliare, sulla seconda viene infilato da un rovescio lungolinea vincente di Rafa. Break mancato, break subito. Nole si ritrova sotto 0-40 con due errori, un nastro che accomoda la palla a Nadal e poi subisce un gran passante del maiorchino, cedendo a zero la battuta. Sotto 5-2, Djokovic si lascia prendere dalla fretta e deve fronteggiare un match point, sul quale Rafa stecca la risposta, prima di difendere il turno di servizio. L’inevitabile è solo rimandato perché nel game successivo, lo spagnolo può festeggiare la “decima” a Roma.