[3] C. Ruud b. [2] D. Shapovalov 7-8(6) 6-4
A un anno dal primo titolo in carriera, conquistato a Buenos Aires nel 2020, Casper Ruud torna a sollevare un trofeo e lo fa vincendo in due set la finale dell’ATP 250 di Ginevra. La partita contro Denis Shapovalov è stata decisamente equilibrata e di buonissima qualità, ma alla fine a fare la differenza è stata probabilmente la maggiore attitudine alla superficie del norvegese. Nonostante i grandi progressi di Shapovalov, che a Roma ha fatto semifinale nel 2020 e quest’anno è andato a un solo punto dal battere sua maestà Rafael Nadal, Ruud ha dimostrato di essere ancora un passo avanti al suo avversario sul mattone tritato. D’altronde tre semifinali consecutive nei Masters 1000 sul rosso non si fanno per caso e il titolo odierno ne è la prova provata.
Nel primo set, l’equilibrio ha regnato sovrano. Entrambi hanno servito bene e sono riusciti a mantenere il pallino del gioco nei propri turni di battuta, senza mai offrire palle break fino al 6-6. Il tiebreak si è aperto con uno scambio di minibreak, ottenuti con i rispettivi colpi firma: il rovescio per Shapo, il dritto per Ruud. Dal 2-2, il norvegese ha poi preso il largo scappando sul 6-2, ma uno dopo l’altro i quattro set point gli sono scivolati dalle mani, con eguali demeriti suoi e meriti dell’avversario. Un provvidenziale ace gliene ha procurato un quinto, sul quale Shapo si è consegnato mettendo a rete la volée dopo una gran seconda.
In avvio di secondo, il canadese ha provato a scuotersi con un paio di dritti vincenti, ma non ha scalfito in alcun modo la solidità di Ruud. Con pazienza il norvegese si è costruito le basi per il break. e ha messo alle corde l’avversario nel quinto game. Shapovalov se l’è cavata sulle prime quattro palle break, chiedendo e trovando ausilio dal servizio, ma sulla quinta chance si è arreso con un’altra volée in rete che ha ricordato sinistramente quella sbagliata in chiusura di primo set. Ruud ha tenuto a zero i successivi due turni di battuta, garantendosi il diritto di servire per far suo il match. Sul 5-4, Shapovalov, che comunque non ha mai dato segni di cedimento psicologico, ha provato a rifarsi sotto in extremis e a spaventare l’avversario. Il giovane canadese non è però riuscito a spingersi oltre il 30-30 ed è stato infine costretto a capitolare dopo un’ora e quaranta di partita.
Shapovalov perde dunque la seconda finale in carriera dopo quella di Parigi Bercy del 2019, anno a cui risale anche il suo primo (e unico finora) titolo. Parziale consolazione gli viene dalla consapevolezza di poter essere un avversario insidioso per molti anche sulla terra e dalla classifica che lo vede scavalcare Gael Monfils alla quattordicesima posizione. Per Ruud invece il successo a Ginevra porta in dote un nuovo best ranking: da lunedì sarà numero 16 del mondo.