Lorenzo Sonego è a Parma per disputare il torneo ATP 250 nella città emiliana. Dovrebbe esordire nella giornata di mercoledì nel torneo che per il tennista torinese fungerà da ultima tappa di preparazione in vista del Roland Garros. Ma nell’ultimo torneo disputato, gli Internazionali d’Italia, ha ottenuto il risultato più prestigioso della sua carriera: la prima semifinale in un Masters 1000, persa con grande onore contro il numero uno del mondo Djokovic.
2 – le vittorie contro tennisti nella top 15 ATP ottenute in carriera da Lorenzo Sonego prima di giocare al Foro Italico la scorsa settimana. Contro giocatori di questo altissimo livello il tennista torinese aveva perso dieci delle dodici volte che li aveva affrontati, superando solo Khachanov a Monte Carlo nel 2019 e Djokovic lo scorso ottobre a Vienna. Non solo: il piemontese aveva vinto appena due dei ventiquattro set giocati nelle dieci sconfitte rimediate contro tennisti posizionati nei primi quindici posti del ranking ATP. Non era facile prevedere che Lorenzo, una volta compiuti i 26 anni (ha spento le candeline lo scorso martedì) trovasse lo stato di grazia necessario per mettere in mostra le sue grandi qualità tennistiche e agonistiche, delle quali si è servito nelle tredici ore e quattordici minuti complessive in cui sui campi del Foro Italico è stato protagonista della meravigliosa cavalcata che lo ha condotto a un solo set di distanza dalla finale degli Internazionali d’Italia.
Nell’ordine, Sonego ha sconfitto Monfils (in un match nel quale era avanti 6-4 4-2 e che al terzo lo ha visto sprecare un vantaggio di un break prima di prodursi nello sprint finale valso la vittoria per 6-4), Mager, Thiem (ha annullato un match point sul servizio dell’austriaco nel nono game del terzo, prima di superarlo in un entusiasmante tie-break) e Rublev (sconfitto dopo essere stato sotto di un set e di un break). Non pago di questi successi, contro Djokovic in semifinale ha confermato che la vittoria a Vienna contro un serbo poco motivato non era stata casuale. Il torinese ha infatti costretto il numero 1 del mondo a giocare il terzo set grazie a un entusiasmante secondo parziale, nel quale l’azzurro ha prima brekkato il numero 1 del mondo (quando nel dodicesimo gioco era andato a servire per il match) e poi lo ha recuperato da uno svantaggio di 1-4 nel tie-break.
Arrivato al tennis professionistico senza avere mai intrapreso una seria attività agonistica da junior, Sonego è stato bravissimo a credere nelle sue potenzialità nonostante un ingresso nel circuito caratterizzato da varie difficoltà: nel settembre 2017, dopo aver compiuto da quattro mesi ventidue anni, era “solo” numero 440 ATP. Quattro anni fa, la sua carriera vantava come picchi una sola semifinale a livello Challenger, la vittoria di tre Futures, due belle partite giocate (ma perse al fotofinish) al Foro Italico contro Joao Sousa e Almagro. Non registrava alcuna vittoria contro tennisti nella top 100. Qualche mese dopo quel settembre del 2017 è però arrivata per il torinese la prima importante svolta: dopo aver chiuso in crescendo quell’anno, Sonego si qualifica agli Australian Open e vince anche una partita nel tabellone principale. Aveva iniziato il torneo fuori dalla top 200. Nei mesi successivi riesce a qualificarsi per Wimbledon e US Open e centra i primi quarti di finale nel circuito maggiore a Budapest: arriva sino alla posizione 86 ATP e per una manciata di punti non riesce a chiudere il 2018 nella top 100.
I progressi lenti ma costanti di Lorenzo sono continuati nel 2019, quando sono arrivate diverse prime volte: la vittoria contro un top 20, i quarti in un Masters 1000 (a Monte Carlo) e il titolo vinto nel circuito maggiore. Lorenzo lo conquista a sorpresa sull’erba di Antalya, dove in finale si impone su Kecmanovic (dopo vittorie su avversari di buon livello come Mannarino e Carreno Busta). Risultati che permettono a Sonego di chiudere il 2019 a ridosso della top 50, una soglia di classifica che riesce a valicare solo nel febbraio 2020 grazie ai quarti di finale raggiunti all’ATP 500 di Rio de Janeiro. Quel piazzamento gli consente di far terminare un momento difficile dal punto di vista dei risultati vissuto tra fine 2019 e inizio 2020, durante il quale è incappato in una lunga serie di dodici sconfitte consecutive.
A partire dal breve tour europeo sulla terra rossa svoltosi lo scorso settembre, Lorenzo ha ulteriormente alzato il livello del suo tennis, sconfiggendo sei tennisti entro la trentacinquesima posizione, tanto da terminare 29° in una Race ipotetica considerante i soli risultati ottenuti nel 2020. Il tennista piemontese non era partito bene nel 2021: nei primi sei tornei dell’anno solo a Montpellier aveva vinto due partite di fila, perdendo anche tre volte contro tennisti fuori dalla top 50, ma ha dato segnali di crescita a Miami, poi concretizzatisi con l’arrivo della stagione sulla terra rossa europea, durante la quale ha vinto il suo secondo torneo della carriera a Cagliari (superando un solo tennista tra i primi cinquanta al mondo, Taylor Fritz). A Montecarlo Lorenzo ha centrato una buona vittoria contro un top 40 come Fucsovics; poi è stato costretto a una pausa per un piccolo infortunio domestico, terminata per prendere parte al torneo di Roma. Dove è andata come vi abbiamo raccontato. Adesso lo aspetta la conferma ad altissimi livelli e non dubitiamo che non veda l’ora di provare a centrarla.