5366 – i punti guadagnati da Naomi Osaka nei nove tornei da lei giocati da gennaio 2000 ad oggi. La pandemia ha messo in seria difficoltà anche il mondo del tennis professionistico e in particolar modo il circuito femminile, dotato che può contare su introiti inferiori a quello maschile. Una conseguenza più o meno diretta di quanto accaduto è stata anche la maggiore riduzione, rispetto agli uomini, del calendario agonistico delle tenniste, che ha registrato un numero maggiore di eventi cancellati. Il ranking protetto utilizzato dalla WTA in maniera analoga a quanto fatto dall’ATP, seppur per certi versi indispensabile, ha contribuito a modificare la percezione esatta del rendimento delle giocatrici, con le migliori meno incentivate a giocare per conservare la posizione in classifica, poiché consce di poter in ogni caso mantenere in dote una buona parte dei punti conquistati nel 2019.
Questa serie di fattori, assieme a dei problemi personali di varia natura da loro vissute, ha inciso nella riduzione delle presenze in campo delle due tenniste, Osaka e Barty, che dal gennaio di due anni fa si sono scambiate la prima posizione nel ranking WTA. Entrambe hanno giocato davvero poco negli ultimi 17 mesi: la giapponese ha giocato 9 tornei, l’australiana 12. Senza alcuna pretesa di dispensare certezze (il nostro è un metodo perfettibile, tanto è vero che conteggiamo due volte tornei come l’Australian Open) abbiamo sommato i risultati ottenuti nella (molto frazionata) stagione scorsa e in questi primi cinque mesi dell’anno. Così facendo, le tenniste hanno in dote un numero di tornei giocati recentemente quasi simile a quello della classifica pre-pandemia.
Il primo dato emergente dal nostro lavoro riguarda Osaka: nonostante abbia giocato così poco, nessuno ha totalizzato più punti di lei, che ha vinto US Open 2020 e Australian Open 2021, arrivando l’agosto scorso anche in finale a Cincinnati. L’unico dubbio su Naomi è dato dal ristretto numero di volte che – nel lasso temporale da noi considerato – ha giocato contro colleghe nella top 10: appena due, con un bilancio di una vittoria e una sconfitta.
Barty, che pure nei tornei dello Slam da gennaio 2020 ha raggiunto solo una semifinale, ha accumulato una bella dose di punti grazie al titolo ad Adelaide nel gennaio 2020 e soprattutto ai tre tornei vinti quest’anno (Yarra Valley Classic, Miami e Stoccarda) e alla finale di Madrid, che inffatti la pongono al primo posto nella Race 2021. Un particolare importante quest’ultimo, assieme all’eccellente rendimento avuto contro top 10 negli ultimi 17 mesi: sette vittorie a fronte di una sola sconfitta.
A causa della scarna programmazione, né Barty né Osaka sono in testa alla classifica delle partite vinte a partire da gennaio 2020, il cui primato – a quota 54 vittorie – è condiviso da due colleghe che hanno giocato lo stesso, molto più elevato, numero di tornei (21). Una delle due tenniste al primo posto è la 4 WTA, Aryna Sabalenka: la 23enne bielorussa, non solo grazie alla programmazione più fitta, ma soprattutto in virtù della vittoria di ben cinque titoli (Doha, Ostrava e Linz lo scorso anno, Abu Dhabi e Madrid nel 2021) e della finale raggiunta a Stoccarda il mese scorso, somma risultati che la pongono, per numero complessivo di punti conquistati, al terzo posto.
L’altra tennista ad aver vinto 54 match è la belga Elise Mertens, che ha nel complesso un rendimento inferiore alla bielorussa (con la quale però condivide un bilancio vittorie/sconfitte in negativo negli h2h contro le top 10): ha infatti perso tre partite in più e soprattutto ha guadagnato 1300 punti in meno. Pur non avendo raggiunto piazzamenti di particolare rilievo nei tornei più importanti (spiccano i quarti allo US Open 2020 e le semifinali raggiunte a Cincinnati/New York e Dubai), con la vittoria del WTA 250 di Melbourne e con altre tre finali Mertens si è distinta in maniera molto positiva, meritando qualcosa in più di quel che le regala attualmente la classifica WTA (quindicesima).
Sempre osservando la nostra tabella, si nota come nella top 10 del ranking ufficiale la tennista che sembra maggiormente penalizzata è la quasi ventenne (compie gli anni il prossimo lunedì) Iga Swiatek, vincitrice delle ultime edizioni degli Internazionali d’Italia e del Roland Garros, nonché del WTA 500 di Adelaide. A farle compagnia c’è Garbine Muguruza, 13 WTA ma quinta per punti raccolti da gennaio 2020 ad oggi (è l’ultima ad averne raccolti più di 4000), grazie alla vittoria del torneo di Dubai due mesi fa e a ben tre finali (quella dello scorso anno all’Australian Open, e quelle a Doha e allo Yarra Valley Classic). Una differenza, questa tra la classifica standard e quella attualmente in vigore, in un certo senso inevitabile, e con la quale dovremo convivere ancora per mesi.