Sottotraccia, nascosto nelle retrovie delle pagine tennistiche dalla preminenza del Roland Garros in arrivo, l’International di Strasburgo si sta rivelando alla fin fine un torneo ricco di spunti d’interesse. Concentrati nella parte bassa del tabellone, perlopiù. La sfida di semifinale a sud del draw ha visto sul palcoscenico l’inattesa sfida tra Barbora Krejcikova, esimia doppista in costante crescita anche in singolo, e la ventunenne tedesca Jule Niemeier, sorpresissima della settimana in Alsazia. La ceca ha vinto nei quarti una partita che, nel tragico gergo del giornalismo sportivo, si sarebbe potuta definire “finale anticipata”. Quella con Ekaterina Alexandrova era infatti la sfida di quarti tra le due teste di serie più alte sopravvissute, e Krejcikova ha superato l’esame giocando un gran match contro una collega che nei tre precedenti l’aveva sempre sonoramente bastonata.
“Avevo sempre fatto male contro di lei – ha detto a caldo Barbora, raggiante -, tutte le volte partendo malissimo nel primo set. Quindi mi ero concentrata sui primi giochi, per non andare subito sotto, e invece ho perso presto il servizio. Per fortuna sono riuscita a mettere insieme in tempo il meglio del mio gioco, e sono molto contenta di come mi sto comportando in campo questa settimana“.
Sempre alla ricerca del primo titolo della carriera in singolare per arricchire un palmares già glorificato da due titoli Slam nel doppio, Krejcikova nel penultimo round ha battuto in rimonta (5-7 6-3 6-4) Jule Niemeier, improvvisa deflagrazione di questi giorni. Nata a Dortmund nell’agosto del 1999, attualmente collocata alla posizione numero duecentosedici delle classifiche (ma entrerà tra le prime 200 lunedì), Niemeier è arrivata tra le ultime quattro partendo dalle qualificazioni.
Al primo round, contro l’altra qualificata Diane Parry, Niemeier aveva colto la prima vittoria della carriera in un tabellone principale di livello WTA. “Mi sento bene, sto giocando meglio – ha fatto sapere Jule alla stampa -. Ho avuto davvero troppi infortuni negli ultimi anni per trovare un minimo di continuità, adesso è ora di recuperare il tempo perso. Se sento la pressione? Nessuna pressione. Sono fuori (era, ndr) dalle prime duecento al mondo, non ho nulla da perdere“. Per andare in semifinale, ieri Niemeier ha dovuto vincere una partita e mezza: la prima, contro Shelby Rogers, era stata interrotta mercoledì dall’onnipresente pioggerella. Nella seconda ha lasciato cinque giochi in settantatré minuti ad Arantxa Rus, non l’ultima arrivata sul mattone tritato (neanche la prima, per essere sinceri).
In semifinale Niemeier ha dato la sensazione di poter continuare la sua corsa, lasciandosi guidare dalla combinazione servizio-dritto per vincere il primo set, ma nel secondo ha improvvisamente smarrito la seconda di servizio (facendo solo quattro punti su quattordici) e si è fatta breakkare tre volte su quattro. Nel terzo set ha ritrovato frammenti del suo tennis di pressione ma Krejcikova ha tenuto a bada l’avversaria d’esperienza, facendola muovere e pizzicandola spesso sulla diagonale di rovescio.
Nella parte alta del tabellone si sono giocate un posto in finale Magda Linette, autrice di una gran partita per battere in due la quarta testa di serie Yulia Putintseva, e Sorana Cirstea. La romena aveva sballottato per un’ora Shuai Zhang nel ritardatario match di secondo turno, poi ha imboccato la direttissima verso la semifinale agevolata dal ritiro di Bianca Andreescu, sua designata avversaria nei quarti, e in semifinale ha vinto in rimonta (3-6 6-4 6-2) contro una Linetta che è andata spegnendosi nel corso del match. La romena sta continuando a cavalcare l’onda della rinascita in un 2021 sinora molto positivo: campionessa a Istanbul il mese scorso – primo titolo per lei dopo quello conquistato a Tashkent da teenager nel 2008 -, Sorana dall’inizio della stagione ha già rimontato venticinque posizioni nel ranking femminile. Inutile dire che il conto andrà aggiornato, lunedì prossimo.