Diego Schwartzman è stato tra i protagonisti dell’Ultimate Tennis Showdown, il torneo di esibizione caratterizzato da un format del tutto speciale che è stato organizzato da Patrick Mouratoglou e il suo team. L’argentino, attuale numero 10 del mondo, ha chiuso il suo torneo in semifinale, sconfitto dall’americano Taylor Fritz. E ora si prepara per il Roland Garros, dove arriva forte della semifinale raggiunta nell’edizione del 2020 ma col morale non altissimo vista la non eccezionale stagione sulla terra battuta disputata fin qui (solo due vittorie, entrambe a Montecarlo, in cinque tornei disputati). A margine dell’Ultimate Tennis Showdown, Diego Schwartzman si è concesso a Ubitennis per analizzare il suo momento.
Diego, sei arrivato in semifinale all’UTS: giocare questa competizione è stato un buon modo per prepararsi in vista del Roland Garros?
“Quando si scende in campo si punta a vincere, a prescindere dalle condizioni, dal formato della competizione, da qualsiasi cosa. Credo che l’UTS sia stato un’ottima preparazione per il Roland Garros perché l’intensità è sempre alta. Tra un punto e l’altro c’è poco tempo per recuperare, dunque questo ti costringe a non mollare mai fisicamente e mentalmente”.
Cosa pensi di questo formato così particolare?
“L’idea è molto buona. Da un’edizione all’altra ci sono stati diversi cambi, stanno facendo prove, è un torneo di esibizione che ha visto anche tanti giocatori diversi impegnati. So che Patrick Mouratoglou e il suo team si stanno impegnando per generare un concetto di una competizione che possa tenersi annualmente con regole diverse in un contesto diverso, tale da diventare un appuntamento fisso che possa diventare un buon intrattenimento per la gente e per i tifosi più giovani. Credo sia un’intenzione positiva e per noi giocatori, se questa esibizione è ben inserita nel calendario e ben organizzata, è un piacere partecipare”.
Ora il Roland Garros, un torneo completamente diverso. L’anno scorso hai raggiunto la semifinale. Come ci arrivi stavolta?
“Mi sarebbe piaciuto vincere qualche partita in più in questa stagione sulla terra rossa, per arrivare all’ultimo evento (il più importante) con un po’ di fiducia in più. Tuttavia è un torneo che ho giocato molte volte e in cui ho fatto anche molto bene. Inoltre anche qui all’UTS ho vinto qualche partita, anche se con regole completamente diverse, e anche questo mi aiuterà a sbloccarmi psicologicamente. Devo stare tranquillo perché sono comunque nei primi 30 della Race e se faccio bene a Parigi posso avvicinarmi ai primi 15. Confido molto nel fatto che le cose che faccio tutti i giorni mi porteranno a ottenere buoni risultati, anche se sono reduce da una striscia di risultati piuttosto negativa”.
Quest’anno giocherai Tokyo 2020, i Giochi Olimpici più attesi di sempre visto il rinvio di un anno. Quali sono le tue aspettative?
“Saranno le mie prime Olimpiadi e ho intenzione di godermi l’atmosfera, a prescindere dal risultato che otterrò, che ovviamente spero sarà buono”.
Lo scorso anno sei riuscito a qualificarti per le ATP Finals, che da quest’anno si spostano a Torino. Riuscire ad entrarci è il tuo obiettivo? E cosa pensi della nuova location?
“Ero a Torino pochi giorni fa, sono andato a trovare il mio amico Paulo Dybala e sono stato ospite da lui un giorno e mezzo prima di andare a Lione. Si tratta di una bellissima città, si mangia benissimo, io poi amo l’Italia e la gente italiana, che ha una grande passione per il tennis. Spero di qualificarmi per le ATP Finals, certo, ma devo migliorare molto i miei risultati rispetto a quello che ho fatto fino ad oggi. Tuttavia so che, se ce l’ho fatta già una volta, non è impossibile fare il bis. Tutto parte dalla fiducia in me stesso, ora devo pensare a infilare qualche vittoria per recuperarla appieno”.