In moltissimi ricordano Nicolas Mahut per la leggendaria partita contro John Isner a Wimbledon 2010, terminata 70-68 al quinto set per l’americano, ma il 39enne francese ha avuto un’ottima carriera sia nel singolo (arrivando al numero 38 ATP come best ranking) che come doppista. Ora la sua carriera, almeno in singolare, è ai titoli di coda ma Nicolas ha ancora tanti interessi e obiettivi nel tennis. Il francese si è concesso a Ubitennis per una chiacchierata a margine dell’Ultimate Tennis Showdown, il torneo di esibizione caratterizzato da regole speciali che si è tenuto alla Mouratoglou Academy tra il 24 e il 25 maggio.
Nicolas, cosa pensi del format UTS? Ti piace questo tentativo di cambiare il tennis?
“Il format è davvero unico e non è semplice adattarsi. Più giochi e più ti abitui. Di sicuro a un primo impatto, quando ci sono regole così nuove, il primo pensiero è quello di lottare contro di loro che contro il tuo avversario. Non c’è tempo tra un punto e l’altro, non puoi pensare a quale strategia adottare ma guardi continuamente l’orologio per capire se sei puntuale. Credo che l’organizzazione abbia qualche spunto di riflessione: il tennis consiste anche nel pensare ad un piano tattico per poi cercare di concretizzarlo, un po’ di tempo tra un punto e l’altro ci vuole. Poi per me è stata più dura, ovviamente, entrando a gara in corso, contro un avversario che era un pochino più abituato di me per aver già giocato il giorno prima”.
Parliamo ora della tua carriera: ormai ti dividi, come Feliciano Lopez, tra il ruolo di tennista e quello di direttore di torneo…
“Certo! Organizzerò il WTA di Angers a dicembre, sarà una grande esperienza e sono molto motivato. Ma ho ancora degli obiettivi da raggiungere sul campo, quest’anno, nel doppio. Sicuramente in singolare il mio percorso è praticamente finito, perché ormai sono fuori dai primi 200 del mondo. Da questo punto di vista spero di poter giocare l’ultimo torneo a Wimbledon quest’anno, dove chiederò una wild card, vedremo se me la concederanno. Vorrei giocare ancora una volta su quei campi in singolare e poi mi concentrerò solo ed esclusivamente sul doppio”.
In Italia stiamo vivendo un momento eccezionale per il tennis maschile. Come te lo spieghi, da “cugino” d’Oltralpe?
“Avete tantissimi giocatori forti e competitivi. La vostra federazione ha fatto un ottimo lavoro. Penso che una delle chiavi sia la grande quantità di tornei che ci sono Italia, e non mi riferisco al livello ATP ma ai Challenger e ai Futures. I giovani tennisti italiani che si affacciano al professionismo hanno tante opportunità per iniziare a fare punti ed esperienza nel loro paese, cosa molto importante perché viaggiare costa. Sono contento per il vostro paese perché per molto tempo hanno “tirato la carretta” Fognini e Seppi, ora invece c’è la possibilità di fare molto bene in Coppa Davis ma anche negli Slam con Sinner e gli altri. Nei prossimi dieci anni vi divertirete”.