[8] R. Federer b. [Q] D. Istomin 6-2 6-4 6-3
Roger Federer si assicura la disputa di almeno un altro incontro prima di passare all’erba superando il qualificato Denis Istomin in poco più di un’ora e mezza. Tre set in assoluta tranquillità per Federer che non ha mai permesso all’avversario di avventurarsi oltre il “30” in risposta. Forte del 7-0 dei precedenti (il primo risale al 2006) e della disparità di armi da mettere in campo (“avevo più opzioni di lui”, dirà poi a Fabrice Santoro), un Roger alla ricerca del ritmo partita convince, in attesa di test più impegnativi e probanti, in quello che per lui è il quarto incontro della stagione e degli ultimi sedici mesi. Apparentemente cancellata, quindi, la sconfitta con Pablo Andujar in quel di Ginevra, un match il cui esito si è rivelato utile allo spagnolo per il successo in rimonta su Thiem, per sua stessa ammissione (“mi ha dato un’ulteriore fiducia nella possibilità di rovesciare qualsiasi risultato”).
Sono lontani i tempi del best ranking, il n. 33 nel 2012, e questo Istomin è un po’ l’avversario ideale per il gioco che sa esprimere il 20 volte campione Slam, tra palle sempre diverse, difficoltà nel leggere i colpi – dalla direzione della battuta e del dritto alle smorzate – e incapacità di rovesciare lo scambio appena si ritrova fuori equilibrio, situazione che appunto è costretto ad affrontare con sconsolante frequenza. Soprattutto, gli manca quello che può mettere in difficoltà Federer: restare nello scambio e muoverlo. Non lo aiuta certo la condizione atletica, con quel rigonfiamento all’altezza dell’ombelico – un po’ come l’attuale Dennis Novak – che potrebbe anche essere indicatore di addominali ipertrofici, ma non lo sappiamo perchè non solleva la maglietta a ogni punto in stile Sascha Zverev.
IL MATCH – Denis si presenta con un paio di doppi falli separati da un ace che resta isolato, visto che con una smorzata e un drittone Roger si assicura subito il comando della sfida. Nessun problema nei turni di servizio per Federer (19 prime su 20 a fine set), le cui variazioni sono pressoché ingestibili dal classe 1986 di Orenburg che non ama piegarsi per raccogliere gli slice stretti, è tutt’altro che rapido nelle corse in avanti sui drop shot crudelmente puntuali, e perde campo già al secondo dritto arrotato di un Federer che, contrariamente all’avversario, appare in ottima condizione. Un altro paio di smorzate, il tentativo di imitazione da parte di Denis che si risolve in un rasoterra ed è ancora break. Il 6-2 è dietro l’angolo e Roger lo svolta senza problemi.
Nulla cambia nel secondo parziale, con Federer che di nuovo cerca di prendere subito il vantaggio e ci riesce al terzo game: troppo aggressivo, troppo vicino alla riga per i gusti e le abitudini di Istomin, spesso incapace di organizzarsi anche a causa di un servizio che non gli risolve i problemi. Un lieve calo di concentrazione del fenomeno di Basilea permette all’altro di rimanere in scia, ma non di avvicinarsi nei turni di ribattuta (tre punti vinti). Presentandosi tre volte a rete e piazzando l’ace, Federer mette al sicuro anche la seconda partita con un comodo 6-4.
Sarà l’affidabilità del servizio che non richiede chissà quali sforzi, sarà una scelta ragionata in attesa del momento propizio, ma Roger pare allentare la presa nei primi game del terzo set. Il risveglio è però felino sul 2 pari e non lascia scampo a Istomin. Due errori di rovescio su altrettante palle del 5-2 lasciano un’espressione seccata a segnare il viso svizzero e il n. 204 ATP si salva tenendo bene due scambi duri. Evidentemente insoddisfatto del vantaggio minimo, Federer accelera rispondendo sul 5-3 e, senza trovare resistenza, si prende il secondo turno contro Marin Cilic (che ha eliminato Rinderknech) in quella che è stata una finale Slam a Wimbledon 2017 e Melbourne 2018.