Uno Chatrier semivuoto bacia l’esordio parigino di Iga Swiatek, detentrice del titolo autunnale del 2020. Sembra tutto apparecchiato per una passerella d’onore nel giorno del ventesimo compleanno della n. 9 al mondo: sole, caldo e avversaria morbida, la coetanea e amica Kaja Juvan. Il 6-0 del primo set conferma la differenza di ranking tra la polacca e la slovena, appena fuori dalle prime 100; la superiorità di Iga è vistosa e a tratti imbarazzante. Nel secondo set Juvan osa di più e Swiatek martella di meno, sorpresa dalle variazioni improvvise dell’avversaria; il match si fa equilibrato e soltanto uno strappo finale della polacca scongiura un tie-break che avrebbe nascosto diverse insidie.
Gli HL di Swiatek-JuvanLA PARTITA
Swiatek parte a mille e impone un ritmo troppo veloce per Juvan, la cui impotenza nel reggere lo scambio è evidente fin dal primo gioco; la slovena pecca di ingenuità e scarseggia di alternative alla tenuta da fondo, tattica suicida con una polacca tirata a lucido, anche dal punto di vista fisico. Iga si muove rapida, piazza i piedi in campo e attacca prima e seconda palla dell’amica, sempre in pressione, sempre in spinta; non stupiscono i tre break in altrettanti turni di servizio di Juvan, che racimola punti solo quando la polacca si deconcentra o viene presa dalla fretta. Le statistiche del 6-0 finale raccontano di una Iga che porta a casa due punti su tre sulla prima avversaria e tre punti su quattro sulla seconda: una mattanza, agevolata dallo zero alla voce vincenti per Juvan, rea di dodici errori non forzati. Il punto simbolo del parziale è la palla game sul 4-0, con un kick esterno Swiatek spedisce lontano la slovena, con un rovescio profondo la fa rinculare di metri oltre la riga di fondo e con un dritto incrociato la perfora.
Passati ventiquattro minuti da spettatrice, Juvan decide che la partita è persa e quindi se la gioca, sparigliando le carte: nel secondo set sale il numero di dropshot e di accelerazioni, soprattutto di rovescio, aumenta la percentuale di prime e, finalmente, dopo trentanove punti, arriva il primo vincente. L’evento sblocca la slovena e infastidisce la polacca, che ora sbaglia piĂą spesso d’impazienza, come qualche anno fa; sullo 0-1 Juvan tiene la battuta e arriva anche il primo game, grazie a qualche non forzato di troppo di Swiatek. S’interrompe così una serie di venti game vinti consecutivamente dalla polacca, da quello conclusivo della semifinale di Roma contro Gauff fino al match di oggi, passando per il doppio 6-0 in finale a Pliskova.
Da qui in poi comincia una nuova partita, scandita da un inaspettato equilibrio: al game successivo Iga va sotto 0-30 e recupera solo perché Juvan regala tre colpi sballati. Rinfrancata, Swiatek torna a inchiodare l’avversaria a fondocampo e le strappa il servizio, complice un doppio fallo sul 30-40. Sul 3-1 il match dovrebbe scivolare definitivamente in direzione polacca, invece Iga s’irrigidisce e concede il contro-break con un doppio fallo e un improvvido rovescio al salto in rete, cui segue un ottimo schema palla corta-volée di Juvan. La slovena resiste al contrattacco polacco e, annullate altre due palle break, raggiunge l’amica sul 3-3. Sono salite le sue percentuali, soprattutto ora ha il 54% di punti vinti con la prima, mentre Swiatek fatica e non poco al servizio, disorientata dalla reazione di Juvan.
Sul 5-5 Juvan fallisce due palle break e soprattutto sulla seconda Swiatek rischia grosso, perché il passante sbagliato da Juvan non è di quelli impossibili. La slovena sente di aver perso un’occasione, si disunisce e manda lunghi due dritti, andando sotto 5-6 e costringendosi a tenere il successivo gioco. Juvan crede al terzo set, vola 40-0 grazie a un dropshot, una buona prima e una discesa a rete, ma è qui che emerge il rango di campionessa della polacca; Swiatek infila un passante e imbastisce i due punti seguenti come piace a lei, spinta e smistamento. Dopo un’altra prima esterna di Juvan, Iga inanella altri due punti di pressione e si issa a match point, che la slovena annulla con un ace. Juvan ne annulla altri due ma capitola al quarto match point, a causa di una smorzata troppo lunga che la polacca aggredisce di dritto.
I quattordici punti dell’ultimo game, molti anche pregevoli, rispecchiano i quarantotto minuti del secondo set, combattuti e avvincenti. Ha vinto Iga e non poteva essere altrimenti, ma applausi per una Juvan tosta e mai doma, con una nota speciale di merito: nelle ultime sette partite parigine di Swiatek, nessuna aveva fatto cinque game in un solo set.
OLTRANZA AMARA – Per una (neo)ventenne che festeggia il passaggio del turno e il compleanno, ce n’è un’alta – nata un anno prima – che invece continua ad arrancare. Si tratta di Bianca Andreescu, che si era ritirata in via precauzionale prima di giocare il secondo match a Strasburgo con l’obiettivo di arrivare pronta a Parigi. E sembrava avercela fatta, ma la tenacia di Tamara Zidansek le è stata fatale.
Bianca è stata sconfitta in un terzo set giunto all’oltranza dopo due che entrambe avevano avuto una ghiotta occasione per chiuderlo: la canadese si era presentata sul 5-4 col servizio a disposizione, salvo cedere il game a 30, e due game piĂą tardi ha dovuto annullare un match point a Zidansek sul 6-5 – ci è riuscita a una buona soluzione di dritto in contropiede, un colpo che in veritĂ Bianca ha perso spesso e volentieri nel corso del match (ben 38 gli errori gratuiti con quel fondamentale). Dopo aver avuto a disposizione una palla break sul 7-7, ben annullata da Zidansek con la combinazione servizio e dritto, Andreescu ha però visto calare le energie ed è finita sotto 15-40 con un paio di pessimi rovesci. Smarriti gli occhi della tigre che nei primi due set – vinto il primo al tie-break e perso il secondo allo stesso modo – le avevano consentito di sopperire a un tennis altalenante, Andreescu ha spedito in rete l’ultimo dritto della sua partita mandando la slovena al secondo turno dopo oltre tre ore e venti di partita. In questo momento, la sensazione è che non ci si possa aspettare molto di piĂą dal suo tennis e dalla sua condizione fisica.
A cura di Andrea Negro