[21] A. De Minaur b. S. Travaglia 6-2 7-5 7-6
Continua purtroppo il momento no di Stefano Travaglia, che dopo aver raggiunto la finale del Great Ocean Road Open a Melbourne in febbraio ha conosciuto quasi solo delusioni nel suo 2021. Quattro vittorie e dodici sconfitte dall’Australian Open ad oggi per Travaglia, l’ultima delle quali qui a Parigi contro Alex De Minaur, n. 22 del ranking ATP e testa di serie n. 21 del Roland Garros.
Non un sorteggio positivo il marchigiano, perché anche se De Minaur non è certo un giocatore da terra, nell’ultima stagione sul rosso se si eccettua la sconfitta contro Mager a Roma ha perso solamente da ottimi giocatori come Thiem, Tsitsipas e Davidovich Fokina.
Dopo un primo set volato via in 40 minuti in favore dell’australiano, Travaglia ha avuto la chance di staccarsi subito all’inizio del secondo set quando ha avuto ben sei palle break per il 2-0, tre delle quali consecutive. Lì però Travaglia non ha troppo da recriminare: ben tre servizi vincenti, più un bel pallonetto liftato di diritto e uno scambio mozzafiato da 23 colpi hanno cavato De Minaur fuori dalla buca.
Travaglia è sempre stato costretto a rincorrere nel punteggio, e anche se è riuscito a rimontare un break di svantaggio sia nel secondo sia nel terzo set, non è mai riuscito a imporre il suo gioco di pressione da fondocampo che andava a cozzare contro le grandi doti di recupero di De Minaur. Purtroppo le tante sconfitte accumulate in questi ultimi mesi sembrano aver scalfito la convinzione nei suoi mezzi, e nei momenti caldi dei match, come in questo caso nel tie-break del terzo set, spesso è abbastanza per fare la differenza.
Nonostante fosse in corso il “jeu decisif” sul campo 6 tra Travaglia e De Minaur, buona parte degli spettatori erano più interessati a sbirciare cosa succedeva sull’attiguo campo 6 tra la rivelazione dell’anno Aislan Karatsev e il giovane emergente americano Jenson Brooksby. Forse perché la differenza di linguaggio del corpo tra i due protagonisti faceva intuire quale potesse essere il risultato: Travaglia ha commesso ben cinque errori gratuiti negli 11 punti del tie-break, cedendo set e partita con una palla corta in rete dopo due ore e 28 minuti di gioco.
“Sicuramente non ho vinto tante partite ultimamente, ma solo perché all’inizio dell’anno avevo raggiunto una finale non vuol dire che pensavo fosse normale raggiungerne altre – ha detto Travaglia dopo il match – Ho giocato bene a Montecarlo, così così a Cagliari, meglio a Roma, con alti e bassi. Anche se non ci sono molte vittorie, cerco sempre di prendere qualche insegnamento da ogni partita per migliorare sempre”.
Certamente l’uscita da questo momento negativo non è stata facilitata dalla rottura con il suo ex allenatore Simone Vagnozzi, che stando a quanto dichiarato da Travaglia, è stata totalmente unilaterale: “Lui voleva passare più tempo a casa con la sua famiglia e alla sua accademia, quindi sono stati interrotti accordi che erano stati presi per tutta la stagione, e io mi sono trovato a metà anno senza qualcuno che mi seguisse full time. Sarei stato stupido a cambiare dopo i risultati raggiunti insieme, ma lui ha deciso diversamente, dando più spazio ad altre attività evidentemente più importanti”.
CECK IN RIMONTA – Marco Cecchinato, dopo la recentissima finale raggiunta nell’ATP 250 di Parma, raggiunge per la terza volta in carriera il secondo turno al Roland Garros (unico Slam dove ha vinto delle partite) e lo fa battendo Yasutaka Uchiyama in quattro set: 3-6 6-1 6-2 6-4. Dopo una falsa partenza nel primo set (dove ci sono state poche occasioni per entrambi e il più lesto a sfruttarle è stato il giapponese) il tennista palermitano è venuto fuori caparbiamente esaltando il pubblico presente, e aiutato dal suo maggior talento ha condannato il n. 115 del mondo alla sesta sconfitta consecutiva sulla terra rossa.
Nel secondo set Cecchinato ha iniziato a giocare con molta più attenzione e tutta la sua attitudine e maggior esperienza su questa superficie è emersa. L’italiano ha saputo trovare le accelerazioni sia col dritto che col rovescio aumentando i giri del proprio gioco con continuità crescente e Uchiyama si è opposto come ha potuto. Il giapponese non ama certo gli scambi lunghi e oltre alle verticalizzazioni con i colpi da fondo si è affacciato con una certa frequenza a rete, ma con risultati altalenanti. L’incontro dunque è tornato rapidamente in parità.
All’inizio del terzo set Yasutaka al servizio nel primo game si è un po’ complicato la vita da solo con un doppio fallo e, nonostante le possibilità di partire con la testa avanti, ha finito per subire gli attacchi di Cecchinato che lo ha subito brekkato. Da qui in poi tutto è proseguito in discesa per il n. 83 del mondo il quale, oltre ad aver mostrato un gioco pulito e sempre lucido nelle scelte, ha dato un’ottima prova sotto l’aspetto mentale. Proprio questo era l’elemento che più lo aveva condannato a brutti risultati negli ultimi tempi e giocare un match in cui si parte da favoriti, soprattutto in uno Slam dove si è fatto bene in passato, può far riaffiorare vecchi demoni non del tutto sconfitti. Così non è stato invece per Cecchinato che con due break ha chiuso anche il terzo set, 6-2, e nel quarto ha faticato leggermente di più ma al terzo match point ha chiuso 6-4 con il decimo ace del match, in due ore e 20 minuti. Adesso per lui ci sarà l’australiano de Minaur.
BRAVA JASMINE – Passa il turno e convince Jasmine Paolini, che supera 7-5 6-1 Stefanie Voegele e raggiunge Camila Giorgi e Martina Trevisan al secondo turno. Sulla strada della toscana ci sarà adesso la numero 18 WTA Maria Sakkari (nella scorsa edizione, battuta proprio da Trevisan). Un successo di grande personalità quello arrivato contro la svizzera, che la insegue nel ranking a distanza di 40 posizioni (è 131 del mondo). La partita si è accesa sul finale del primo set, dopo essere andata avanti di regolarità fino al 4-4. Voegele piazza il break che la manda a servire per il set (4-5), salvo perdere a sua volta il servizio proprio quando avrebbe potuto indirizzare la partita. Un cortocircuito che le costa caro, con quattro game consecutivi a cavallo tra i due parziali che finiscono nelle mani di Jasmine.
L’azzurra ne guadagna in sicurezza e capisce di poter azzannare il secondo set: le risposte diventano più aggressive, il coefficiente di rischio aumenta su ogni colpo, costringendo così la svizzera a forzare spesso la giocata. Nel terzo game, sull’1-1, la partita gira definitivamente quando Paolini riesce a difendere tre palle break nel proprio turno di servizio. In quello immediatamente successivo, piazza il break che le mette definitivamente nelle mani la partita, mai più in bilico fino alla fine. La strategia più aggressiva – che ha pagato – trova riscontro anche nei numeri: 27 vincenti a 19.
Hanno collaborato Pietro Scognamiglio e Paolo Di Lorito