[1] N. Djokovic b. T. Sandgren 6-2 6-4 6-2
Percorso netto per Novak Djokovic nella prima tappa di avvicinamento alla probabile finale anticipata rappresentata dalla semifinale contro Rafa Nadal. Come da pronostico, nel match contro Tennys Sandgren non c’è stata storia. Del resto, era difficile che un giocatore in crisi di fiducia e specialista dei campi veloci come lo statunitense, che quest’anno ha vinto tre match in tutto ed uno solo sul rosso, potesse creare qualche problema al n. 1 del mondo, reduce dalla vittoria a Belgrado – seppure con qualche difficoltà e un po’ di nervosismo di troppo – e dalla finale di Roma.
Si parte, nel silenzio di un Philippe Chatrier senza pubblico a causa del coprifuoco, e c’è immediatamente il break a favore di Djokovic che subito dopo si porta sul 2-0. Il copione è quello previsto: il n. 1 del mondo prende il comando delle operazioni da fondo, facendo muovere il suo avversario, che prima o dopo (più spesso prima) è costretto all’errore. Sandgren sin dalle prime battute per rimanere in scia è costretto ad inventarsi cose strane, come il passante di rovescio ad una mano (lui che lo gioca a due mani) per il punto del 2-3. Ma il secondo break è solo rimandato al giro successivo e poco dopo, quando scocca la mezz’ora di gioco, è 6-2 Djokovic.
Il 29enne di Gallatin cerca di evitare che anche il secondo set si indirizzi subito verso Belgrado, annulla con orgoglio tre palle break ma alla quarta deve capitolare. Nel game successivo arrivano d’improvviso – considerato che in tutto il primo set Djokovic aveva perso solo tre punti al servizio – tre palle break consecutive per Sandgren, ma Nole non si distrae ulteriormente e infilando cinque punti di fila rimette le cose a posto e va sul 2-0. Il n. 66 del ranking non si rassegna però a fare da comparsa e cerca di spingere il più possibile sia con il servizio che con i colpi da fondo, per evitare di finire invischiato nella ragnatela asfissiante del fuoriclasse belgradese. Tattica rischiosa, ma che gli permette in questa fase del match di restare attaccato nel punteggio. E addirittura nel sesto gioco di procurarsi altre tre occasioni per il controbreak (due consecutive, anche grazie alla complicità di un doppio fallo di un Djokovic sceso un po’ di intensità, e poi ancora un’altra), tutte sostanzialmente annullate dal serbo grazie alla prima di servizio. Di fatto le emozioni del parziale finiscono qua, perché nonostante Sandgren continui a lottare, Djokovic alza nuovamente il livello di attenzione di quel tanto che basta per portare a casa senza patemi gli ultimi due turni di servizio e vincere il parziale per 6-4.
Il terzo set comincia in maniera un po’ diversa, dato che stavolta Sandgren riesce a tenere la battuta, annullando con orgoglio due palle break. Ma la sensazione è che lo statunitense non ne abbia più. Ed infatti nel terzo gioco, dopo essersi nuovamente lamentato per la rumorosità dei fotografi nella “buca” dietro al campo (probabilmente dovuta al fatto che nel silenzio della sera, nello Chatrier vuoto il rumore viene amplificato), è costretto a capitolare. Da quel momento si assiste ad un monologo del 34enne campione serbo, ormai assoluto padrone del campo – pur lamentandosi anche lui, di nuovo, perché nel silenzio si sente il vocio di qualche addetto ai lavori durante il gioco. Con un ultimo moto d’orgoglio il tennista statunitense annulla un match point nel settimo gioco, ma il n. 1 del mondo chiude nel game successivo per 6-2, per una durata totale del match di 1h 58’, quarta vittoria in quattro sfide contro Sandgren, ma soprattutto diciassettesima vittoria al primo turno in diciassette partecipazioni al Roland Garros.
Il prossimo impegno sarà probabilmente un po’ più probante per Nole e ci farà capire qualcosa di più sul suo effettivo stato di forma, dato che dall’altra parte della rete si troverà un giocatore esperto che ben si destreggia sul mattone tritato come il 35enne Pablo Cuevas. Curioso notare come si tratterà del primo incontro tra i due, nonostante entrambi frequentino il circuito ATP da quasi vent’anni.