RUUD ELIMINATO – Alejandro Davidovich Fokina ha battuto Casper Ruud in un match dalle mille peripezie con il punteggio di 7-6 (3) 2-6 7-6 (6) 0-6 7-5 in quattro ore e 35 minuti, finendo con ben 15 punti in meno dell’avversario e salvando set point sia nel primo che nel terzo. Agli ottavi avrà Federico Delbonis, che ha sconfitto il nostro Fabio Fognini. Per l’iberico è il secondo quarto turno Slam in carriera dopo quello raggiunto lo scorso settembre a Flushing Meadows, nonché un bel regalo di compleanno – spegnerà 22 candeline domani.
Il primo set è stato dominato dalla risposta, anche perché nessuno dei due ha nel servizio la propria forza (soprattutto lo spagnolo), come si evince dal numero di break e dalla lunghezza degli scambi: nel primo set, il 52 percento ha superato i cinque colpi. Il rendimento con la seconda dei contendenti non è stato particolarmente brillante, ma ADF ha messo molte più prime in campo (68%-51%) ed è riuscito a recuperare due break consecutivi a metà set. La sua scelta è stata di stare molto vicino al campo per impedire Ruud di prendere il controllo con il dritto, uno dei più carichi del circuito, colpendo un gran numero di rovesci lungolinea proprio per togliergli il tempo di mulinare – Ruud ha anche giocato ben 17 punti a rete in virtù delle smorzate dell’avversario.
Dopo aver salvato tre palle break (due consecutive) per salire 4-4, ADF ha concesso un set point con un errore di dritto dopo essere riuscito a salvare una risposta carica del norvegese, ma è riuscito a cavarsi d’impaccio con un dritto anomalo vincente. A sorpresa il tie-break non ha avuto storia: Ruud ha forzato con il dritto, sparando lungo un incrociato per il mini-break Fokina; il recente campione di Ginevra si è poi trovato in svantaggio 5-0, e pur salvando due set point al servizio non è riuscito a rimontare – Davidovich ha chiuso con una prima al centro seguita da un dritto in avanzamento.
All’inizio del secondo ADF ha un po’ deviato dal seminato, concedendo due palle break nel terzo gioco con una palla corta che ha raggiunto a malapena la rete, e ha poi sbagliato la direzione dell’attacco di dritto consentendo al norvegese di incoccare un buon passante di rovescio che non è riuscito a controllare. Ruud ha alzato la percentuale di prime in campo, e questo gli ha permesso di gestire lo scambio più facilmente, accorciando gli scambi (ha dominato quelli sotto i quattro colpi per 16-8). Davidovich ha perso brillantezza, e ha concesso un altro break per il 4-1 Ruud prima di chiamare un MTO per un problema alla caviglia sinistra. Il norvegese ha controllato il resto del set e portato la partita al terzo, perdendo solo tre punti al servizio nel parziale.
Nel terzo Ruud sembrava in controllo, quando improvvisamente l’inerzia è cambiata: il norvegese si è procurato una palla break nel primo game, ma ha sbagliato due risposte di dritto inside-in e in quello successivo ha commesso un altro errore, dando lo spazio necessario a Fokina per prendere l’iniziativa e breakkare a zero con un gran rovescio lungolinea, salendo 3-0 con un parziale di 10-2 che l’ha visto scendere molto più sovente a rete. A quel punto è stato però il turno dell’iberico di perdersi il dritto: due errori hanno concesso una palla break al norvegese, che si è riportato in gioco con uno sventagli che Fokina non è riuscito a gestire, e ha pareggiato con un suo parziale di 12-3. Da quel momento i due giocatori hanno gestito più tranquillamente i turni, almeno fino al 5-4 Fokina, quando lo spagnolo si è portato due volte a due punti dal set, senza però riuscire a sfondare, e lo stesso è accaduto nel turno di servizio successivo del norvegese.
Si è dunque andati al tie-break, ma lì è arrivata l’interruzione per pioggia: una volta riprese le operazioni, Fokina ha preso il mini-break sul 2-0 grazie ad un errore di rovescio di Ruud, prima di concedere quattro punti di fila. Il classe 1999 ha impattato con una gran difesa conclusa da un passante lungolinea di dritto, ma si è poi trovato a fronteggiare un set point quando Ruud l’ha mosso bene con i lungolinea, obbligandolo a sbagliare. ADF ha però trovato due servizi esterni vincenti, e ha chiuso il set su un errore di dritto dell’avversario.
La reazione di Ruud è stata rabbiosa: nel quarto set il parziale è stato di 24-7 in suo favore, con un solo non forzato e un 16-3 nei punti sotto i cinque colpi contro un Fokina apparentemente in apnea soprattutto sulla seconda (due su otto nel set). Arrivati al quinto, dunque, Casper sembrava avere i favori del pronostico dalla sua, e invece ADF ha trovato delle energie residue, dando adito alla fase più equilibrata della partita. I due hanno servito molto bene, non riuscendo inizialmente a scalfirsi: Davidovich ha vinto 13 dei primi 15 punti giocati con la prima, mentre Ruud ha fatto 11/12 con la seconda. Probabilmente conscio di una condizione atletica un filo meno brillante (aveva già giocato cinque set con Van De Zandschulp al turno precedente), stavolta è stato l’iberico a cercare maggiormente i punti rapidi.
Ruud avrebbe probabilmente potuto essere più concreto, come quando sul 5-4 ha sbagliato una contro-smorzata che l’avrebbe mandato a due punti dal match, e alla fine ne ha pagato il prezzo: nel game successivo, ha sbagliato due dritti in uscita dal servizio, concedendo due palle break. Sulla prima Fokina ha retto bene un lungo scambio sulla diagonale di sinistra, ma al momento di girarsi sul dritto ha steccato, mentre sulla seconda è arrivato un ace esterno del norvegese, che però nel punto successivo non è riuscito a chiudere nonostante l’aiuto del nastro, e ha finito per concederne un’altra con un back lungo. Ruud ha però trovato di nuovo la combo servizio-e-dritto, ma Fokina è tornato a palla break giocando una smorzata in salto condita da passante di rovescio lungolinea ed urlo belluino, e stavolta Ruud non è riuscito a tenere in campo il dritto, mandandolo a servire per il match.
Qui è dove il dramma ha iniziato a montare per davvero, con tutti gli elementi della commedia umana. Al momento di servire per il match lo spagnolo ha infatti commesso due errori di dritto, concedendo una palla del contro-break quando Ruud ha giocato un bello scambio in progressione con il dritto, chiudendo in contropiede. Fokina però ha tirato una gran botta al centro, cancellandola rapidamente, e si è guadagnato un match point con un’ottima smorzata, prima di scivolare su un lob difensivo di Ruud che ha toccato un pezzetto di riga. Dopo un conciliabolo fra Fokina e la giudice di sedia, Ruud ha trovato una seconda palla del contro-break con una gran risposta di dritto, ma ADF è ancora ricorso al servizio al centro, trovando l’ace.
Un secondo match point se n’è andato quando Fokina ha stampato un dritto lungolinea sul nastro, ma un terzo è arrivato quando è stato il turno del norvegese di capitombolare su un dritto dello spagnolo; il norvegese si è preso qualche secondo in più per verificare le proprie condizioni, ma ha poi giocato un grande punto in difesa, provocando un altro errore di dritto di ADF. Il match point N.4 è arrivato con una buona prima esterna, ma ancora una volta l’attacco di dritto è stato scentrato, e stavolta Ruud è riuscito a riportarsi a palla break spingendo con il dritto. A quel punto però ADF ha tirato fuori l’under-arm, sorprendendolo; ha poi messo però lungo un altro dritto, prima di salvarsi con servizio e smash, e stavolta la chiusura è arrivata davvero: vincente di rovescio in salto e servizio esterno vincente.
[2] D. Medvedev b. [32] R. Opelka 6-4 6-2 6-4
Due prime su tre in campo con un poco incoraggiante 62% di realizzazione, cinque ace e 36 errori non forzati, dieci più dei vincenti: basterebbe questo per descrivere la prestazione di Reilly Opelka, sconfitto in tre set da Daniil Medvedev, ma forse ancor prima da sé stesso. Diciamo che il 211 cm statunitense non ha messo più di tanto alla prova le capacità sulla terra battuta del n. 2 del mondo, il quale non fa mistero del suo rapporto tutt’altro che idilliaco con il mattone tritato – “mattone rotto”, lo chiamerebbe lui. Perché, se Tommy Paul, avversario di Daniil al turno precedente, aveva aspettato (e vinto) un set prima di sparire dal campo, l’impressione è che Opelka abbia cominciato a svanire già con il controbreak al quinto gioco. Del primo parziale, per essere chiari.
Certo, il campo appesantito dalla pioggia notturna non è la condizione ottimale per Reilly; in teoria, non lo è neppure per Medvedev ma, se l’altro sbaglia presto e male, poco importa cosa calpestino le suole delle sue scarpe. Eppure parte bene, Opelka, strappando il servizio russo al quarto gioco dopo aver annullato quattro opportunità all’avversario nel game precedente. Sarà però l’unico break dell’incontro a suo favore e lo restituisce immediatamente con almeno un paio di errori di macroscopici, per quanto Daniil ci metta qualcosa di suo. Ce ne mette invece ancora tanto il ventitreenne del Michigan che sbaglia tutto regalando a zero il secondo turno di servizio consecutivo vedendosi ribattere tre prime di fila.
Per descrivere gli altri due parziali è forse sufficiente il primo punto della seconda partita: Opelka fallisce quella che è già l’ennesima volée facile a campo aperto e allarga le braccia tra l’allibito e lo sconsolato. Il 3-0 pesante è dietro l’angolo, consegnato alla sesta chance da un doppio fallo, e seconda partita tutta in discesa per il moscovita. La risposta a chi si domanda se ci sarà una reazione arriva dopo un paio di giochi del terzo set, quando Daniil difende bene sui ripetuti tentativi di sfondamento fino all’inevitabile errore di Reilly che capitola al punto successivo affossando la solita volée su una palla che pareva un assist del maestro all’allievo principiante. Giornataccia. Daniil non concede palle break dall’inizio del match e continua a non farlo. Il primo turno mai superato è ormai un lontano ricordo e ora Medvedev ci prova, ma agli ottavi affronterà il primo vero test “terraiolo”, quel Cristian Garin che lo ha sconfitto a Madrid e che questo stesso pomeriggio ha superato in quattro set Marcos Giron.