Per la prima volta nell’Era Open, i tennisti francesi (uomini e donne) sono stati tutti eliminati nella prima settimana del Roland Garros, senza raggiungere il terzo turno. Una vera “bérézina”, per dirla alla francese (con riferimento alla celebre battaglia condotta da Napoleone in Russia, sul fiume Berezina, nel 1812. Nonostante l’esito positivo per i francesi, oggi in Francia si parla di “bérézina” per indicare una grande perdita, un disastro, in riferimento alle ingenti perdite subite dall’esercito napoleonico). Insomma uno choc per il mondo del tennis d’Oltralpe, da sempre molto orgoglioso della sua brillante tradizione tennistica, che aveva trovato anche nelle ultime generazioni dei Tsonga, Monfils, Simon e Gasquet i degni eredi, non solo dei leggendari “Mousquetaires”, ma anche degli indimenticabili Noah, Forget et Leconte.
Da quest’anno, invece, “Zéro est arrivé” come scrive Julien Reboullet nell’Equipe. Dal 2008 al 2017, per esempio, in quaranta tornei dello Slam, soltanto due eventi non hanno visto giungere giocatori francesi nella seconda settimana; per il resto, ci eravamo abituati a vederli spessissimo nei quarti, se non in semifinale. “È la fine di un’era” ha ammesso giovedì sera Richard Gasquet dopo l’ennesima sconfitta contro Rafa Nadal, “Io ho 35 anni, Tsonga 36, Simon 37 e Gaël 35. Quindi credo sia normale. Ma siamo ancora qui. È incredibile per noi disputare il Roland Garros, certo abbiamo bisogno di nuovi giocatori. Ma noi siamo una grande generazione“.
Come dicevamo, è il primo Roland Garros senza giocatori di casa al terzo turno ed è la prima volta, considerando tutti gli slam, dall’US Open del 1995. Sono 100 dunque i tornei dello Slam consecutivi che hanno visto giungere almeno un francese ai sedicesimi di finale. Nell’edizione 2021 del Major parigino, con 17 atleti nel tabellone maschile e 11 atlete in quello femminile, le vittorie dei ragazzi costituiscono il 14.2% (3 vittorie in 21 match e nessun tennista francese al terzo turno sui 17 all’inizio deIla competizione). Per quato riguarda le ragazze, si tratta del 26.7% (4 vittorie in 15 match e nessuna rappresentante al terzo turno, sulle 11 ragazze presenti ai blocchi di partenza). Un movimento a quanto pare “col fiato corto, alla ricerca di ossigeno” (“à bout de souffle”), come titola il suo pezzo il giornalista Frank Ramella.
Nella giornata di giovedì, tra gli ultimi transalpini rimasti in gara, Gaël Monfils ha deluso un po’ tutti, disputando un match per così dire “anti-Monfils” come riporta ancora il celebre quotidiano sportivo di Francia. Il parigino, anche in caso di sconfitta, da sempre è stato capace di mettere in campo un tennis spumeggiante, particolarmente ispirato dall’ocra di casa. Ma quest’anno è diverso. Da quasi un anno Gaël sta vivendo una crisi che non trova ancora via d’uscita e, contro Ymer, ha subito perfino un doloroso 6-0. Poi il recupero, con la vittoria della seconda manche, ma non basta. Forse dolorante a causa di un infortunio (un frustrato Gaël non ha voluto parlarne in conferenza stampa), alla fine soccombe in quattro set (6-0 2-6 6-4 6-3), dopo aver commesso ben 62 gratuiti.
Come detto sopra, niente da fare neanche per Richard Gasquet che, come Monfils, nel primo parziale subisce un impietoso bagel dal campionissimo Rafa. Alla fine cede 6-0 7-5 6-2, in quella che è la 17a sconfitta di fila contro Nadal.
Tra le ragazze, grande delusione per Kristina Mladenovic, travolta dalla Kontaveit per 6-2 6-0 in soli 51 minuti. “Una giornata negativa, in cui non mi sentivo bene” si è limitata a commentare una rattristata Kiki. Match un po’ più lottato per Fiona Ferro (che aveva disputato gli ottavi a Parigi lo scorso autunno) che cede comunque alla Brady (finalista dell’Australian Open 2021) in tre set.
“Prenderemo un nuovo orientamento” spiega all’Equipe il nuovo Presidente della Federazione francese, Gilles Moretton. “La formazione è indispensabile, non bisogna bruciare le tappe e voler vincere troppo presto. Se si chiede a un ragazzino di 11-12 vincere, si limiterà ad uno stile di gioco con lo scopo di vincere e non di progredire“. E poi, l’aspetto mentale. “Mi ricordo di una frase di Toni Nadal: ‘in Francia, giocate un bellissimo tennis‘. Rafa all’inizio non produceva un tennis particolarmente bello – anche se in fondo ora non è niente male – ma aveva già un elemento particolare… Per Toni, la forza mentale era la cosa più importante“.