[6] A. Zverev b. A. Davidovich Fokina 6-4 6-1 6-1
La terza è quella buona per Alexander Zverev che, fermato ai quarti nel 2018 e nel 2019, approda per la prima volta alle semifinali del Roland Garros superando agevolmente quel che resta di Alejandro Davidovich Fokina. Per quanto giunto con merito (in parte anche di Ruud) tra gli ultimi otto, il ventunenne andaluso si candidava indubbiamente come avversario meno ostico sia di chi aveva precedentemente fermato la corsa tedesca a questo turno (Thiem e Djokovic), sia dello stesso Ruud, colui che da subito era sembrato il favorito di questo spicchio di tabellone. E invece Casper si era arreso proprio a Fokina, ma la superiorità di Sascha in questo confronto è stata fin troppo superiore alle attese, con la prestazione di Fokina verosimilmente condizionata dalle energie psico-fisiche spese nei turni precedenti, che ne hanno richiesto l’impegno per circa cinque ore in più rispetto all’avversario di questo tardo pomeriggio parigino. Così, dopo un brutto primo set messo comunque al sicuro senza rischi, l’incontro si è trasformato in una passeggiata di salute per Zverev, come del resto lo è stato il suo intero percorso fino a questo momento, con l’eccezione di quei due set iniziali persi con il connazionale Oscar Otte.
IL MATCH – L’Alessandro tedesco comincia con i suoi peggiori cavalli di battaglia, il doppio fallo e la remata lontano dal campo, soprattutto dal lato del dritto. Sono pochissime le prime in campo per entrambi, con il n. 6 del mondo che non produce un gran gioco, mentre la maggiore aggressività di Alessandro da Malaga, tra anticipi e smorzate, è spesso poco ragionata; inevitabili quindi i due scambi di break già nella prima metà del set. Sascha potrebbe allungare anche al quarto game, ma sul suo vantaggio ferma il gioco giudicando fuori la palla; non è dello stesso avviso l’arbitro Alison Hughes, che mostra anche grande professionalità restando seria quando Zverev le dice “non mi lamento mai delle chiamate ma…”, mentre lo ricordiamo più di una volta (understatement) non trovarsi d’accordo con la sedia sull’interpretazione del segno.
Al terzo turno di battuta perso, ADF sbatte a terra la racchetta che rimbalza di nuovo prima di finire delicata tra le pronte mani di uno spettatore: un rimbalzo in meno, uno spettatore distratto e l’arbitro avrebbe chiamato in campo il supervisor per valutare la squalifica. Invece non è nemmeno warning, quasi un invito a rifarlo. Servendo sul 5-3, Sascha conclude il game con un doppio fallo; Alejandro non vuole però essergli da meno e anch’egli fallisce malamente una seconda mandando Zverev a set point, trasformato grazie al rovescio affossato in uscita dal (secondo) servizio. I due vanno a sedersi scuotendo la testa e il saldo vincenti-gratuiti ampiamente negativo per entrambi certifica il poco spettacolo offerto finora.
Se non si vince un set strappando tre volte il servizio a Zverev, è probabile che il seguito del racconto andaluso non migliori. E infatti. Tanta fretta di Davidovich Fokina quando non mette la prima e Sascha lo muove verso destra, proprio non ne vuole sapere di giocare un colpo conservativo e, fuori equilibrio, spara raffiche di catenate praticamente piatte che trovano il campo anche meno di quanto suggerirebbero le pur basse probabilità: in una parola, mai. Con il conforto di un avversario fuori centro e del vantaggio di un set a cui si aggiunge presto quello di un break, Zverev si prende il 6-1 in venticinque minuti.
Fokina ferma l’emorragia di giochi quando è già sotto 0-2 nella terza partita, con il ventiquattrenne di Amburgo che mette i piedi in campo anche in virtù di una palla spagnola che, quando resta dentro, chiede solo di assere aggredita. Sascha piazza così qualche vincente di fronte a un avversario disarmato, la cui espressione del viso e l’intero linguaggio del corpo lasciano intuire già da tempo che non ci sarà alcuna reazione. È passata poco più di un’ora e mezza dall’inizio delle (relative) ostilità e Zverev può sorridere per la sua terza semifinale Slam, aspettando il risultato del big match del serale dal quale uscirà il suo ultimo ostacolo sulla via della finale: Stefanos Tsitsipas o Daniil Medvedev.