5- gli italiani (Berrettini, Sinner, Sonego, Musetti e Fognini) presenti nelle prime 25 posizioni della Race pubblicata lo scorso lunedì. I nostri primi cinque rappresentanti hanno sinora conquistato 5786 punti in questa stagione, un totale che in una classifica per nazioni considerante la sola top 30 della Race ci vede terzi dietro alla Russia di Medvedev, Rublev e Karatsev (in testa con ben 7090 punti) e alla Spagna di Nadal, Bautista Agut, Davidovich Fokina e Carreno Busta, seconda con 5865 punti. Subito dietro l’Italia si piazza la Serbia, o meglio il solo Novak Djokovic con i suoi 5170 punti.
Questi quasi seimila punti, che in realtà sono già diventati 6011 con l’aggiunta dei punti conquistati da Fognini e Berrettini questa settimana al Queen’s (Matteo può ancora incrementare sensibilmente il bottino e avvicinare il sesto posto di Medvedev), sono una testimonianza ulteriore di come questo 2021 sia stato sinora ricchissimo di soddisfazioni per il nostro movimento maschile, che ha raggiunto diversi picchi: la finale nella ATP Cup, due finali nei Masters 1000 (Sinner a Miami e Berrettini a Madrid), una semifinale a Roma (Sonego) un quarto di finale Slam (Berrettini a Parigi), tre ottavi nei Major (Berrettini a Melbourne, Musetti e Sinner al Roland Garros), i quarti a Monte Carlo di Fognini e ben tre titoli, tutti di categoria ATP 250 (Jannik a Melbourne, Matteo a Belgrado, Lorenzo a Cagliari) conditi da altre due finali (Travaglia a Melbourne, Cecchinato a Parma).
A fronte di questi risultati colti dai nostri migliori giocatori, va però segnalato un bilancio dei primi cinque azzurri nella classifica ATP contro i top 10 ancora nettamente in passivo nel 2021. Sono arrivate sinora solo cinque vittorie a fronte di 18 sconfitte. Si dice che la Race nei primi mesi dell’anno conti poco o nulla, ma quando si è a metà giugno e sono stati disputati la metà dei Major e quattro Masters 1000 su 9, si può ben dire che adesso il circuito sia al giro di boa; ormai le indicazioni derivanti dalla classifica considerante esclusivamente i risultati da gennaio in poi contano sempre di più. Come si evince anche dalla tabella che abbiamo preparato, contenente le ‘Race post-Roland Garros’ degli ultimi 12 anni.
Race post-Roland Garros dal 2010 al 2021 (prime 17 posizioni)
Da questa classifica parziale si possono ricavare informazioni non dirimenti ma comunque credibili: ad esempio nelle stagioni 2012, 2014 e 2015 Djokovic è secondo a inizio giugno ma chiuderà primo, così come Murray nel 2016, mentre nel 2018 il serbo è addirittura 18° ma scalerà 17 posizioni nei successivi cinque mesi.
La Race di quest’anno segnala tante cose, a partire dal fatto che è solo la seconda volta dal 2010 che uno solo dei Big Three è sul podio virtuale (con Federer per la prima volta inevitabilmente fuori dalla top 20). Soprattutto, a tale dato si accompagna la presenza di ben sette tennisti sotto i 25 anni: in ordine di posizione troviamo Tsitsipas, Zverev, Rublev, Sinner, Hurkacz, Ruud e Davidovich Fokina tra i primi 17 (il range di classifica che abbiamo considerato nella tabella). Non era mai successo negli ultimi dieci anni – addirittura nel 2012 erano solo in due – e il dato è in forte controtendenza rispetto alle ultime Race, nelle quali erano almeno sei o sette i tennisti oltre i trent’anni. Si segnala inoltre che quest’anno, tra i primi 22, il solo Bautista Agut oltre agli immarcescibili Djokovic e Nadal è già entrato negli -enta.
Dalla tabella si evince anche come appaiano troppo dure le critiche piovute addosso a Jannik Sinner in queste settimane. Nel periodo da noi considerato, nn era mai accaduto che un tennista non ancora ventenne fosse tra i primi dieci per risultati conseguiti da gennaio a metà giugno, a testimonianza di quanto siano rilevanti i risultati raggiunti dal giovane altoatesino in questa prima parte dell’anno. I recenti passi falsi – se passi falsi possono essere considerati perdere due volte contro Nadal sulla terra battuta – andrebbero inquadrati in un processo di crescita che lo vede già molto avanti rispetto alla media dei migliori coetanei e prevede inevitabili rallentamenti e cadute.
In chiusura, possiamo notare come il ricambio generazionale in atto investa inevitabilmente anche il settore azzurro. Dal 2011, al termine della prima parte della stagione su terra battuta, Fognini è sempre stato tra i primi tre azzurri (per sei anni è stato anche primo); quest’anno invece, pur avendo davanti solo 23 giocatori, è appena il quinto italiano – sarà quarto da lunedì in virtù del sorpasso su Musetti, rimasto fermo questa settimana per via dell’esame di maturità.