Sulla soglia dei quarant’anni, Roger Federer ritorna in campo sui prati di Wimbledon dopo l’epica finale del 2019 persa contro Novak Djokovic al tie-break del quinto set. La preparazione su erba non è andata come previsto, con l’eliminazione prematura ad Halle. Nella classica conferenza stampa che precede il torneo, l’otto volte vincitore dei Championships riparte proprio dall’analisi delle sensazioni provate ad Halle: ”C’è stato un momento in cui non ero soddisfatto di come stesse andando nella partita. Forse avrei perso comunque, Felix (Auger-Aliassime, ndr) ha giocato bene ma ci sono modi e modi di perdere e degli standard che ho fissato per me stesso”.
La delusione per l’atteggiamento si è trasformata in determinazione e nell’obiettivo di non ripetere lo stesso errore: “La nota positiva è che ciò non accadrà di nuovo qui, sono pronto, sono carico e so che posso fare molto meglio. Non so cosa sia successo, ma devo prendere i lati positivi di queste settimane e pensare che sono a Wimbledon e ho una possibilità. Se raggiungo la seconda settimana, che rappresenta al momento il mio obiettivo, diventerò sempre più forte match dopo match”.
Wimbledon sarà il crocevia del resto della stagione di Roger Federer, la cui prossima tappa potrebbero essere i Giochi Olimpici: “Io e il mio team valuteremo la situazione dopo Wimbledon, il modo in cui giocherò inciderà sulla programmazione estiva. Mi piacerebbe partecipare ai Giochi Olimpici. Vorrei giocare il maggior numero di tornei possibili. Negli anni passati era più semplice con l’avanzare dell’età devi essere più selettivo, non puoi giocarli tutti”.
Non solo per via dell’età – non capita a molti di presentarsi a Wimbledon sulla soglia dei quarant’anni – questa edizione dello Slam londinese sarà diversa dalle altre. “Totalmente diversa da quelle degli ultimi vent’anni“, sottolinea Federer che qui ha esordito nel lontano 1999. “Ero abituato ad arrivare con la famiglia, i bambini correvano in tutte le direzioni, ci sistemavamo in casa. Adesso invece sono in hotel con il mio team”. Famiglia che gli ha permesso di essere così longevo sul campo: “Pensavo di fermarmi a 35 anni, che era già un’età avanzata all’epoca – molti si sono ritirati prima. Penso di aver tratto il massimo dalla mia presenza nel circuito, mi sono goduto i viaggi con la famiglia e il mio team. L’obiettivo non era giocare fino a 40 anni, la situazione si è evoluta negli ultimi anni. Non pensavo nemmeno che con gli ultimi interventi chirurgici sarei stato ancora in campo”.
A cura di Giuseppe Di Paola