Nel dicembre 2019 Carla Suarez Navarro comunicava la decisione di appendere la racchetta al chiodo alla fine dell’annata 2020: altre priorità di vita sopraggiunte sarebbero state inconciliabili con il prosieguo della vita d’agonista. Ma il destino è entrato a gamba tesa nella sua esistenza, rendendo tale scelta non più così libera. Prima la pandemia ha cancellato sei mesi di Tour, poi, alla ripresa estiva degli allenamenti, un malessere diffuso, preoccupante. La corsa in ospedale, la terribile diagnosi: Linfoma di Hodgkin. Sei mesi di chemio e radioterapia, la lenta ripresa, una decisione mai così ferma: l’ultimo anno della sua vita nel Tour sarebbe stato il 2021, “perché non può essere una malattia a decidere quando finisce la mia carriera“.
Attorniata da un affetto rare volte percepito a quei livelli nell’ambiente, Carla è tornata al Roland Garros, dove ha giocato e perso un’incredibile partita di primo turno contro Sloane Stephens. Oggi la seconda tappa della tournée d’addio ha toccato Church Road, per l’ultimo giro sulla giostra di Wimbledon della sua vita. L’urna l’ha accoppiata ad Ashleigh Barty, e un sorteggio che normalmente sarebbe stato reputato malevolo si è invece trasformato nel migliore possibile: sul Centrale dei Championships, contro la numero uno del mondo, al cospetto di una folla commossa e adorante. Ha perso, Carlita, in tre set: Ash ha dominato il primo e il terzo, inaugurando quest’ultimo con una serie di tredici punti consecutivi, ma la grande tennista canaria ha lasciato sul prato un ultimo fiore prezioso, giocando e vincendo un tie break del secondo perlomeno luminoso. Vale la pena di dire, essendo sicuri del vostro perdono per l’ovvietà, che il risultato, in una partita di queste dimensioni emotive, conta il giusto, e forse meno.
Il coinvoltissimo pubblico le ha tributato un’ovazione lunga tutto il match, con boato finale quando Suarez, accompagnata come da protocollo dalla collega, ha lasciato per l’ultima volta il Centrale del Club più famoso al mondo. Ha giocato un gran tennis, la filologa classica spagnola, non è stata un’esibizione. Ma i tributi erano doverosi, e il primo, in conferenza stampa, è arrivato proprio dalla rivale di oggi. “Quando ci siamo strette la mano a rete non sapevo bene cosa fare, come comportarmi – ha dichiarato Barty -. Volevo solo abbracciarla, congratularmi per la sua carriera eccezionale. Finora non avevo mai avuto l’opportunità di sfidarla, e sono felice di aver potuto apprezzare il suo gioco stando dall’altra parte del campo. Merita il massimo rispetto da parte di tutti per quanto ha donato al nostro sport e per come è riuscita a venir fuori dalle avversità che la vita le ha messo davanti. Carla è una combattente, una grande giocatrice, ben voluta da chiunque nello spogliatoio. So che ha in programma qualche altro torneo prima di chiudere, io posso solo augurarle il meglio“.
Miele, il nettare che Carla merita. Una Carla commossa, naturalmente, quella apparsa davanti ai giornalisti a stretto giro di posta. “Wimbledon mi ha fatto un bel regalo – ha detto -, non avrei potuto chiedere niente di meglio. Dopo tutto quello che passato, oggi mi sento la giocatrice più felice del torneo. Ho provato a dare il massimo, a fare in modo che tutti si divertissero come mi sono divertita io. Il pubblico è stato fantastico”. Infine l’inevitabile, tenerissima dedica alla mamma, accorsa ad assistere al suo ultimo match della carriera sui prati. “È la seconda o terza volta che viene a vedermi a Wimbledon, ma ogni volta è la stessa cosa: fa foto per mostrarle a tutti! Per lei è stato un gran bel momento, voleva davvero esserci sul Centrale. Credo sia davvero fiera di me e voglio ringraziarla per tutto“.
Se c’è una persona che dovrebbe essere ringraziata oggi è proprio lei, Carla Suarez Navarro, una gran giocatrice, dalla meravigliosa tecnica, che forse in carriera ha raccolto meno di quanto avrebbe meritato. Due titoli in undici finali, l’ultimo a Doha nel 2016 le regalò il best ranking, al numero sei WTA. Ha ancora qualche mese di tennis davanti: rappresenterà la Spagna alle Olimpiadi di Tokyo e chiuderà dopo il prossimo Open degli Stati Uniti, è ufficiale, non ci saranno ripensamenti. Carla darà il meglio, anche quest’estate. Tenendo presente che qualsiasi risultato negativo dovesse arrivare sarà profondamente irrilevante.