Quando si parla di Roger Federer inevitabilmente il pensiero si rivolge a Wimbledon, a quello che è il suo campo, il campo che lo ha visto gioire, piangere, festeggiare e… giocare. Tanto. Come ieri, all’esordio nel torneo con il francese Mannarino, match che lo svizzero ha vinto grazie al ritiro del suo avversario per un problema al ginocchio occorsogli a causa di una scivolata sull’erba del Centrale. “Se vedete cosa gli è successo – ha detto Federer sull’accaduto – sapete quanto difficile e complicato sia muoversi sul campo, su quel campo. Tiro un sospiro di sollievo nel pensare che non sia successo a me. È vero, ho avuto una piccola perdita di aderenza, mentre scendevo a rete per un serve and volley ma fortunatamente non è successo nulla di grave. Non volevo perdere al primo turno e per questo ho combattuto anche contro questa situazione di difficoltà”.
“Oggi ho giocato un buon match – incalza Roger- con un buon avversario ed ero consapevole di quanto difficile sarebbe stato. Ripensando all’incontro penso che lui sia entrato in partita prima e meglio di me. Dopo aver vinto il primo set e perso gli altri due, finalmente nel quarto avevo trovato la chiave giusta per portare a casa l’incontro: ho cercato di mescolare le carte perché evidentemente qualcosa nel terzo set non stava andando bene. Lui giocava molto solido dalla linea di fondocampo mettendomi in difficoltà. I miei turni di servizio non sono andati male, avevo bisogno di far qualcosa di più sulla risposta e ho pensato di entrare di più sul suo servizio. Quello che non mi è piaciuto è stato il finale; è stato terribile. Ho ripensato a tutti gli infortuni che ho avuto alle ginocchia e… spero per lui non sia nulla di grave. Non volevo finisse così”.
Il tema comunque sulla presunta scivolosità del campo centrale è all’ordine del giorno. Impossibile non chiedere un pensiero anche alla luce dell’infortunio occorso a Serena Williams – di cui Federer è stato informato proprio durante la conferenza stampa -, scivolata anche lei sull’erba londinese e costretta al ritiro: “Quello che le è successo è terribile. Ma è sempre stato così: nei primi turni l’erba è più scivolosa ed il campo è più morbido. Poi è più semplice andare avanti. Mentre stavo uscendo, l’arbitro mi ha chiesto come mi sentivo in campo. Gli ho detto che sentivo il campo un po’ più scivoloso sotto il tetto. Non so se è solo una sensazione istintiva, ma comunque devi muoverti con molta, molta attenzione. Se spingi troppo forte nei momenti sbagliati, cadi. Di giorno ovviamente con il vento e le temperature più alte il campo è più secco e toglie l’umidità dall’erba”.
Immancabile la considerazione di rito sul futuro: “Se questo sia uno degli ultimi Slam? Non lo so. Non lo sa nessuno. Ho preso questa come una partita di primo turno ‘normale’ come tante altre giocate in carriera”.