Continua la maledizione del ventiquattresimo Slam per Serena Williams. La sette volte campionessa di Wimbledon è stata costretta al ritiro a metà del primo set nel suo match d’esordio contro Aliaksandra Sasnovich, causa infortunio alla gamba destra. Non era arrivata a Londra nelle migliori condizioni fisiche possibili, Serena: nei giorni scorsi lo storico coach Patrick Mouratouglou aveva alluso a qualche problema al tendine rotuleo di cui l’adepta avrebbe sofferto, e ieri, all’ingresso sul Centre Court, non abbiamo potuto fare a meno di notare la vistosa fasciatura che le bendava la coscia destra, probabile epicentro del guaio muscolare manifestatosi di lì a poco.
Un movimento brusco nel quinto gioco dell’incontro forzato da una pattinata sull’erba che Roger Federer, proprio in quei minuti, definiva “più scivolosa del solito“ rispondendo a precisa domanda nella conferenza stampa seguita al suo incontro di primo turno contro Adrian Mannarino, anch’egli azzoppato dal prato umidissimo. Serena, in quel momento avanti di un break sul 3-1, ha esibito una vistosa smorfia di dolore; poi si è fermata, ha richiesto un medical time-out e quand’è tornata, parecchi minuti dopo, è apparsa sostanzialmente impossibilitata a muoversi. Sasnovich è subito andata a vedere le carte con una smorzata, e ha presto recuperato il break di svantaggio. Poi ha pareggiato i conti al servizio, mentre Serena mostrava dolore e instabilità negli appoggi.
Prima del settimo gioco il pubblico ha tributato alla leggenda una fragorosa ovazione, ricevendo in cambio lacrime commosse. Sul quindici pari la ventitré volte regina Slam è crollata a terra, incapace di rialzarsi. Soccorsa da Marija Cicak, giudice arbitro, Williams non ha potuto far altro che salutare a rete la costernata avversaria, e avviarsi in lacrime verso gli spogliatoi.
“Ho il cuore infranto per essere stata costretta a ritirarmi – ha lasciato detto Serena in una nota -. Voglio ringraziare il mio team e il meraviglioso pubblico, che rende il Centrale di Wimbledon un posto tanto speciale. Sentire il calore della folla quando sono entrata e poi uscita dal campo significa per me qualcosa di indescrivibile“. Chissà se è stata l’ultima volta.