“Sì Lory, grande!”, dice coach Gipo Arbino dopo il match point convertito contro Daniel Elahi Galan. Il viaggio di Lorenzo Sonego a Wimbledon continua. Il 26enne torinese rispetta i pronostici superando al secondo turno il colombiano dopo essere stato sotto di un set: sabato se la vedrà contro l’australiano James Duckworth. Lorenzo potrà sfruttare questo venerdì di pausa dopo aver vinto due partite da tre set su cinque in due giorni consecutivi, cosa mai banale né scontata. Ma prima, analizziamo la sua prestazione nel secondo turno contro Galan nella nuova puntata del Diario da Wimbledon insieme a coach Arbino.
Gipo, bella vittoria di Lorenzo, anche perché è stato bravo a reagire dopo una partenza lenta (Galan era scappato 4-0 nel primo set, ndr). Cosa è accaduto in quei primi giochi?
“Il problema è stato anzitutto mentale, Lorenzo era un po’ teso perché a questo torneo tiene tanto. Inoltre si è reso subito conto del gioco aggressivo e pesante dell’avversario e ha accusato la tensione, subendo subito due break. Però già sul finire del primo set ha trovato una reazione importante recuperando uno dei due break: questo è stato importante mentalmente perché, pur perdendo il primo parziale, è riuscito a entrare in partita facendosi poi trovare pronto per giocare il suo tennis già all’inizio del secondo set. Da lì in poi le cose sono cambiate”.
Quale è stata la chiave tattica per ribaltare la partita?
“La parola d’ordine era assolutamente cercare di comandare, concentrandosi sui colpi di inizio gioco e facendo muovere l’avversario. Galan è uno che, se tira dalla sua mattonella, ti lascia fermo. Per questo contro di lui occorre essere aggressivi e prendere campo con il servizio e poi con la risposta appena possibile”.
Sia ieri che contro Sousa al primo turno Lorenzo ha potuto appoggiarsi su un servizio che sta rendendo molto bene in questo torneo. Ci sono stati degli accorgimenti tecnici in questo gesto di recente?
“Sì, abbiamo apportato due modifiche. Una nel lancio palla, che era troppo in avanti: l’abbiamo spostato leggermente indietro. L’altra nella fase in cui alza la palla col braccio, con l’altra mano teneva la testa della racchetta troppo lontana dalla sua testa. Quindi abbiamo avvicinato lo swing della racchetta al capo di Lorenzo per migliorare e dare più forza all’apertura scapolare”.