Giunti all’ultimo Middle Sunday nella storia di Wimbledon, possiamo utilizzare il giorno di respiro per addentrarci nelle cifre dei primi tre turni del torneo. Il caveat, come sempre, è di tenere a mente il significato relativo di un campione di soli tre match (due nel caso di Shapovalov, per esempio, mentre Auger-Aliassime e Fucsovics hanno beneficiato di ritiri rapidi e Federer di uno più tardivo): se si fossero guardati acriticamente i numeri dei primi due turni, Aljaz Bedene sarebbe parso un mix fra Sampras, Agassi, Visnù e He-Man.
Detto questo, solo un giocatore è arrivato agli ottavi senza subire break né perdere set, non una sorpresa quando si considera che Wimbledon è nettamente lo Slam dove il vincitore perde in media più set (3,67, contro i 3,38 di Melbourne, i 3,2 di Parigi e i 3,42 di Flushing Meadows) in virtù del maggior peso del singolo break. Questo significa che in linea di massima i sedici rimasti sono stati testati (con diversi gradi di asperità, ci mancherebbe) e che quindi, al netto della qualità e dello stile degli avversari, è possibile fare delle considerazioni sulla loro performance e sui loro punti di forza. Partiamo dai due italiani.
ITALIANI
Oltre ad aver praticamente giocato in simbiosi nella giornata di ieri, Matteo Berrettini e Lorenzo Sonego si sono distinti in diverse categorie. Partiamo dal settimo del seeding:
- Berrettini è primo per ace totali, con 60 in tre partite; l’unico ancora in gara che gli si avvicina è Zverev a 52. Gli altri con un totale consistente hanno già salutato: Bublik ha avuto lo stesso score del capitolino, Isner ha fatto 36 ace in un match, Kyrgios 56 in due e spiccioli, Anderson 52 in due, Harris 40 in due, Querrey 39 in due, Otte 38 in due
- Matteo è anche primo per distacco per percentuale di prime vincenti dirette (o unreturned) con il 62%, è secondo per unreturned sulla seconda con il 33, quarto per punti con la prima (83%) e primo per punti con la seconda con il 67%
- Ha perso il servizio una sola volta, salvando 11 palle break, ed è titolare del servizio singolo più potente del torneo (139 miglia orarie)
- Infine, è secondo per percentuale di vincenti con il 22%
Il percorso tecnico di Berrettini è dunque ben definito, come dimostrano anche i dati relativi alla lunghezza dei suoi scambi: mediamente durano 3,21 colpi, un numero abbastanza basso e impreziosito da un attivo molto importante negli scambi brevi (quelli sotto i cinque colpi), dove si attesta a +54 – va comunque sottolineato che anche negli scambi medi (fra cinque e otto) e lunghi sta per ora facendo più punti di quanti ne perda, con score di +1 e +5, ma è quasi apodittico che le sue fortune si costruiscano sui punti rapidi.
Passiamo invece a Sonego:
- Il torinese è sorprendentemente terzo per ace fra i giocatori ancora in corsa con 44. Ha tuttavia avuto qualche problema con la seconda, visto che ha portato a casa solo la metà dei punti con il fondamentale (solo Fucsovics e Medvedev fanno peggio); anche sulle palle break non è stato brillantissimo, salvandone solo sei su undici. Per sua fortuna, ha la percentuale di prime in campo più alta del torneo fra i 16 rimasti (70%) con cui converte nel 79% dei casi
- Detto questo, Sonego è decisamente più propositivo in risposta: è quarto per risposte in gioco con il 75%, terzo per punti vinti contro la prima al 35% e secondo per game di risposta vinti, il 36%
- Un’altra area deficitaria per lui è il rovescio: solo l’1% dei suoi punti si chiude con un vincente bimane (il peggiore assieme a Bautista Agut). A questa lacuna sopperisce però con una buona efficienza da fondo: ha la seconda percentuale più bassa di non forzati totali (11%) e di dritto (5%)
- Infine, una (parziale) sorpresa: è il migliore a pari merito per percentuale di punti vinti a rete con il 77%, e su un campione piuttosto ampio: scende infatti quasi 25 volte a partita.
A TUTTO TONDO
Berrettini e Sonego sono dei buoni paradigmi di quello che è il giocatore di successo sui prati dell’AD 2021: da un lato il battitore puro, che ha potuto finora contare su una verga di tale efficacia da poter individuare i momenti migliori in cui colpire in risposta; dall’altro il… quasi battitore puro, che serve leggermente meno bene ma è più efficace nei turni avversari. Ci sono poi altri che invece stanno facendo bene praticamente da ogni punto di vista, o che in termini di vantaggi comparati restano nella media anche nelle categorie in cui fanno peggio. In questo senso, gli enciclopedici sono stati finora Hubert Hurkacz, Alexander Zverev e Novak Djokovic. Partiamo dal campione di Miami 2021:
- Hurkacz è l’unico giocatore a non aver ancora perso set, nonché il solo a non aver mai perso la battuta a fronte di quattro misere palle break concesse. Finora ha messo a segno il 48% di servizi unreturned, è al terzo posto per punti vinti con la prima (84%) e al primo insieme a Berrettini con la seconda (67%); in più ha commesso appena due doppi falli
- È poi secondo per percentuale di vincenti (22%) e primo per vincenti a rete (6%, con quasi 37 discese a partita), ma sta anche sbagliando poco – ha la seconda percentuale più bassa sia di non forzati totali (11%) che di dritto (5%)
- Anche in risposta sta facendo bene, visto che conquista il 57% dei punti contro la seconda.
Abbastanza simile Zverev, da più parti considerato il favorito per raggiungere la finale nella parte bassa, che complessivamente è risultata più competitiva fino a questo momento:
- Come detto è secondo per ace fra chi è ancora in gara con 52 (è secondo anche per doppi falli, 15, dietro ai 19 di Shapovalov); è sempre secondo dietro a Berrettini anche per prime vincenti dirette, con il 56%, mentre è nettamente primo per vincenti diretti con la seconda al 38% ed è primo assieme a Sonego per prime in campo (70%)
- È inoltre secondo per punti con la prima (85%) e sesto con la seconda (59%), nonché secondo per velocità massima toccata alla battuta (138 miglia orarie), mentre è quinto per percentuale di vincenti al 21 – va detto che un limite riemerso in queste partite è forse un po’ di reticenza nel fare gioco con il dritto, visto che solo il 3% dei suoi punti si chiude con un vincente da quel lato
- Zverev si sta distinguendo anche sul piano dell’efficienza, però: ha la seconda percentuale più bassa di non forzati (11%), a cui contribuisce principalmente un clamorosamente basso 2% di errori bimani. Tanti vincenti e pochi errori si traducono in un’acclarata superiorità nello scambio: il tedesco è terzo per punti vinti da fondo con il 54%.
Chiudiamo con Djokovic, il cui servizio (e anche lui ne sembra quasi stupito) è ormai cresciuto al punto di poter competere con rivali che hanno più centimetri e chili (come dimostra il +68 negli scambi brevi), un problema ulteriore per la competizione, visto che le sue doti tecniche e atletiche restano pressoché intatte – negli scambi medi è comunque a +21. Qui la sintesi dei suoi numeri:
- È quarto per ace fra i giocatori ancora in corsa dietro a Berrettini, Zverev e Sonego (sorprendentemente il suo prossimo avversario Cristian Garin ne ha tirato solo uno in meno)
- Secondo per vincenti diretti con il servizio a parimerito con Zverev (56%), ma primo per punti vinti con la prima all’87%, mentre con la seconda è sesto al 59
- Una cosa che Nole e Sascha hanno in comune è stata forse un po’ di imprecisione nella difesa delle palle break: entrambi hanno perso la battuta solo tre volte, ma su sette chance concesse – la percentuale di salvataggio è quindi un relativamente mediocre 57%, seppur su un campione limitato
- In ogni caso, il serbo è quinto per vincenti (21%) e sesto per game di risposta vinti (32%); è inoltre secondo per percentuale di non forzati (11%, solo 5 con il dritto)
- È infine primo per punti vinti da fondo al 57%, un grosso vantaggio su Garin, che è il peggiore dei sedici con solo il 45%.
Altri che per il momento si sono distinti a 360 gradi, ancorché in modo appena meno dominante, sono Daniil Medvedev (che sbaglia meno di tutti, soprattutto di dritto, e ha grandi numeri con la prima ma sta soffrendo sulla seconda), Karen Khachanov e Félix Auger-Aliassime (FAA serve un pochino meglio di Karen e mette più risposte in campo, ma ha un pessimo differenziale con il dritto e negli scambi lunghi).
E Federer? Lo svizzero deve ancora trovare la continuità, ed è quindi normale che i suoi numeri al momento non risaltino più di tanto. Ciononostante, è primo per percentuale di vincenti sia totali (23%) che con il dritto; conduce anche per percentuale di punti vinti a rete a pari merito con il suo prossimo avversario, Sonego, ma con un campione un pochino più ampio, visto che gioca di volo quasi 33 volte a partita (è secondo per volée/smash vincenti), ed è terzo per punti vinti con la seconda al 62%. Il suo problema al momento è di non aver ancora trovato grande solidità con il rovescio (ha pure affrontato due mancini e Gasquet, tutti avversari che su quella diagonale lo possono legittimamente mettere in un angolo), visto che è quello che sbaglia di più all’8% ed è il secondo peggiore per punti vinti da dietro con il 46%, con un saldo di -8 negli scambi lunghi.
L’ERBA È UNO STATO MENTALE
Come noto e come visto, la formula sull’erba premia la verticalità degli scambi brevi la cornucopia di punti diretti… ma non sempre, come ben sanno Roberto Bautista Agut (che a Church Road è semifinalista uscente, quindi in linea di massima sa quello che fa) e Marton Fucsovics:
- Gli scambi del magiaro sono lunghi in media 4,66 colpi (mancano i dati del secondo turno, in cui però ha giocato solo nove giochi prima del ritiro di Vesely) con addirittura un saldo peggiore in quelli brevi (+6 sotto i cinque colpi, +16 e +8 nella categoria intermedia e in quella sopra gli otto, rispettivamente); va anche detto che ha affrontato Sinner e Schwartzman, due che certo non giocano alla blitzkrieg e non disdegnano lo scambio
- È il migliore in termini di game di risposta vinti con il 38% (è quello che si è procurato più palle break, 39) e per risposte in campo con il 79%; è inoltre secondo per punti vinti contro la seconda avversaria con il 60%
- Va detto che Fucsovics rimane abbastanza inconsistente, cosa che forse spiega come mai non abbia raggiunto vette di classifica più elevate. Ha infatti commesso 15 doppi falli (solo Shapovalov ne ha di più fra chi è ancora in corsa) e ha salvato solo la metà delle 20 palle break offerte
- È inoltre il peggiore per non forzati: il 18% dei suoi punti si conclude con un suo errore, fra cui il 9% con il dritto (ultimo) e il 7% con il rovescio (penultimo dietro a Federer). È inoltre il peggiore con la seconda di servizio: ha vinto solo il 47% dei punti giocati con il colpo. Potrà solo augurarsi di poter nascondere questi difetti lunedì contro la sua nemesi, Andrey Rublev (forse il miglior ribattitore del torneo finora), che quest’anno l’ha battuto tre volte (più un walkover).
Ora prendete questa formula, estremizzatela e spruzzatela di efficienza (e con efficienza), e otterrete l’ineffabile RBA:
- I suoi scambi sono lunghi addirittura 5,61 colpi, e questo senza i dati relativi ai cinque set giocati contro Miomir Kecmanovic, non proprio il festival degli ace. I suoi dati sono, ça va sans dire, estremamente consistenti nelle tre categorie di scambio: +14 in quelli brevi, +9 in quelli medi, +8 in quelli lunghi – una barra di platino-iridio
- Fra i giocatori ancora in corsa, Bautista è il peggiore per ace, punti con la prima, unreturned con la prima e unreturned con la seconda. Ha inoltre salvato solo la metà delle 24 palle break offerte, ha la velocità di picco più bassa al servizio (123 miglia orarie), ed è ultimo per percentuale di vincenti con il 16% e per vincenti di rovescio con l’1%
- L’Agut pensiero però supplisce ampiamente: primo con Fucsovics per risposte in campo con il 79%, terzo per punti vinti contro la seconda con il 59% e quarto per game vinti in risposta con il 34% – inutile aggiungere che la sfida con Shapovalov (secondo per vincenti ma anche per non forzati, terzo per unreturned con la seconda ma peggiore per doppi falli e percentuale di prime) sarà un discreto contrasto di stili e weltanschauung
- Visto che però la locura ci vuole sempre, RBA è a sorpresa (per lo spettatore disattento che non manca mai) al secondo posto per vincenti di volo (5%) – Mr. Villarreal ha o’Shaughnessy sul comodino come la bibbia di Gutenberg.
CHALLENGE
Chiudiamo con la più triviale delle statistiche: quella relativa a Hawkeye. Solo tre giocatori hanno sempre avuto ragione, ma con un totale di soli cinque tentativi: Lu ha fatto 2/2, Bedene 2/2 e Nakashima 1/1; fra chi ha fatto un utilizzo più massivo della tecnologia il migliore è stato invece Liam Broady con sette su nove.
Ma chi sono invece i ciecati? Il peggiore in assoluto è Denis Shapovalov con 0/10, ma non molto meglio hanno fatto il suo prossimo avversario Bautista Agut (3/19), Jordan Thompson (2/16), Pierre-Hugues Herbert, Steve Johnson (1/11 per entrambi) e… Lorenzo Sonego. Il torinese ha indovinato solo due challenge su sedici, mentre il vituperato Federer è addirittura il secondo migliore fra i quartoturnisti con quattro sfide azzeccate su otto – si impara qualcosa ogni giorno.