[21] O. Jabeur b [7] I. Swiatek 5-7 6-1 6-1
La sfida fra Ons Jabeur e Iga Swiatek ha regalato lo spettacolo e l’equilibrio previsti, ma solo per un set, perché nel secondo e nel terzo la tunisina ha senza mezzi termini surclassato l’avversaria (come già fatto con un’altra campionessa Slam, Muguruza), che ha dovuto giocare ad altissimo livello per portarsi in vantaggio solo per crollare fisicamente nel prosieguo del match, arrendendosi in un’ora e 41 minuti – i confronti diretti sono ora sull’1-1.
Jabeur ha vinto 10 match su 11 giocati su erba nel 2021, e negli ultimi due set ha conquistato 27 punti su 30 con la prima, con 22 vincenti e solo 12 non forzati, oltre ad aver concretizzato tutte e sette le palle break avute a sua disposizione: se le sue condizioni rimangono queste, potrà abbondantemente dire la sua per il resto della settimana.
PRIMO SET – Jabeur ha attaccato bene le seconde da subito (quattro punti su quattro in risposta a quel colpo nel primo game) e ha mostrato l’efficacia dei suoi dritti piatti contro quelli più liftati della polacca, portandosi 1-0 e servizio grazie ad un errore di dritto di Swiatek sulla sua prima palla corta. Iga è stata molto fallosa all’inizio, soffrendo i ritmi sincopati di Jabeur, ma sotto 1-2 ha alzato il livello e trovato due risposte efficaci sulla prima al centro dell’avversaria, portandosi 30-40 con un bell’angolo bimane seguito da uno schiaffo al volo; ha però malamente sbagliato una risposta di rovescio non impossibile. Se n’è poi procurate altre due, ma Jabeur dapprima ha infilato un ace e poi è stata aggressiva con il dritto, costringendola a sbagliare il recupero, riuscendo infine a portarsi 3-1.
L’inerzia era però chiaramente girata, perché se la varietà di Jabeur si esprime in termini di ritmo, quello di Swiatek si esprime in termini di angoli, trovati sempre più di frequente e con intensità. Nel turno successivo Swiatek ha continuato a rispondere bene, procurandosi tre palle break su un errore di volo della tunisina. Jabeur ha salvato la prima con un attacco centrale, ma sulla seconda è stata investita da una risposta di dritto incrociato che l’ha buttata troppo fuori dal campo per potersi difendere con efficacia.
Trovato il pareggio, Swiatek ha però avuto un improvviso crollo, prodromo della della sua incapacità odierna di reggere il ritmo dell’avversaria troppo a lungo. Ha infatti commesso tre errori in uscita dal servizio, trovandosi sotto 15-40: Jabeur non si è fatta pregare, ed è salita 4-3 con una risposta fra i piedi seguita da un vincente di dritto in cross. La campionessa del Roland Garros 2020 è andata in rottura prolungata fino al 3-5 0-30, ma è riuscita a trovare scelte più razionali, optando per la pressione da fondo invece di soluzioni più rapide, ed è rimasta nel set anche grazie a qualche scelta improvvida di Jabeur con il drop shot.
Andata a servire per il set, la tunisina ha concesso una palla del contro-break con un doppio fallo, ma è stata bravissima a tirarsi una risposta fuori dai piedi prima di chiudere con un dritto stretto. Swiatek ha però aggiustato l’alzo in risposta alla seconda, e si è procurata altre due chance, la seconda delle quali cancellata da una stop volley meravigliosa su un passante in allungo dell’avversaria:
Altra seconda, altra risposta vincente di Swiatek, però, e stavolta il 5-5 è arrivato grazie ad un doppio fallo di Jabeur. Trovato il pareggio, Swiatek si è sbloccata definitivamente, e ha tenuto per il 6-5 con uno dei colpi del torneo: risposta smorzata dolcissima di Jabeur, recupero all’incrocio delle righe da fuori del paletto di Iga, che si è quindi portata a set point con una risposta fra i piedi chiusa con il dritto e ha chiuso il parziale con un vincente di rovescio lungolinea. Questa la prodezza della settima del seeding:
SECONDO E TERZO SET – Swiatek ha avuto quello che sembrava solo un temporaneo calo di tensione all’inizio del parziale, aprendo con due doppi falli e perdendo il servizio a zero su un passante stretto pittorico di Jabeur. In realtà quello è stato l’inizio della fine, perché Ons ha affondato per il doppio break con un poderoso vincente di dritto in corsa. Swiatek non ha tirato neanche un vincente nei primi quattro giochi, forse in debito d’ossigeno per gli sforzi del primo set, ma è riuscita comunque a procurarsi delle chance per riaprire il parziale: avanti 3-0, Jabeur ha tentato un altro attacco centrale, ma stavolta la polacca non si è mossa e ha trovato un passante di rovescio che le ha dato due palle break. Jabeur le ha salvate entrambe con il servizio, ma ha commesso un errore con lo slice che ne ha data una terza alla classe 2001, salvata però con uno smash a rimbalzo non semplicissimo, tenendo per il 4-0 e chiudendo rapidamente con frequenti magie smorzate, compresa quella che le ha permesso di andare al terzo con un break a zero (nei primi due la tunisina ha fatto 5/5 con le palle break).
La musica non è cambiata nel terzo set. Jabeur ha continuato ad essere più propositiva, infilando cinque vincenti nei primi tre giochi e dominando con la prima – 7/8 in campo nei primi due turni e nemmeno un punto perso per lei. La spinta di Ons sulla seconda della polacca si è fatta sempre più insistente, e nel quarto game sono arrivate due palle break in suo favore quando Swiatek ha affondato in rete un approccio di rovescio. Il 3-1 Jabeur è arrivato grazie ad un doppio fallo, quando le sliding doors della partita si sono quasi aperte: il potenziale ace del 40-15 Ons è stato vanificato da Hawk-Eye, e la tunisina ha improvvisamente rischiato concedendo una palla break con uno slice lungo; si è però salvata con il servizio, ed è riuscita a cancellare anche una seconda opportunità giunta su un rovescio vincente della polacca. La superiorità della tunisina era però ormai conclamata, e con due rovesci straordinari (un incrociato che ha scheggiato la riga esterna e un lungolinea) è arrivata l’opportunità del 5-1, subito concretizzata per poi chiudere il match.
“Ho giocato un grande match, arrabbiarsi dopo aver perso il primo set non sarebbe stata la soluzione giusta” ha detto dopo la partita. “Oggi ho cambiato un po’ strategia, ho usato meno la palla corta e ho preferito essere più aggressiva. Sull’erba cerco sempre di accorciare i movimenti e di variare, muoversi qui può essere difficili e utilizzare colpi poco prevedibili può mettere in maggiore difficoltà l’avversaria”. Questo sarà il secondo quarto di finale Slam per Jabeur dopo quello raggiunto a Melbourne nel 2020.
[2] A. Sabalenka b. [18] E. Rybakina 6-3 4-6 6-3
E la sua avversaria sarà Aryna Sabalenka, che a dispetto del suo ranking di N.4 WTA (al momento è sicura di salire almeno al terzo posto dopo Wimbledon) non era mai stata fra le otto migliori di un Major, ma è riuscita a sbloccarsi quest’oggi battendo per la terza volta su tre Elena Rybakina (la seconda nel 2021) in un’ora e 49 minuti.
Nel primo set le due si sono messe in grande difficoltà con la risposta: Sabalenka, in particolare, ha avuto opportunità in tutti i turni dell’avversaria. La bielorussa ha breakkato subito con un gran dritto lungolinea, ma Rybakina le ha subito reso la pariglia con una risposta vincente per l’1-1. Dopo una fase di equilibrio, però, Sabalenka è riuscita ad allungare sul 3-2 e servizio grazie a due doppi falli dell’avversaria, e non si è più guardata indietro: pur sprecando una palla del 5-2 pesante, ha comunque chiuso il parziale con un break grazie ad un altro non forzato al servizio della kazaka sul primo set point.
Conquistato il vantaggio, Sabalenka ha avuto un passaggio a vuoto, trovandosi subito sotto 2-0 nel secondo. Si è poi riportata in gioco breakkando nel sesto game con una bella demi-volée di dritto e uno scambio in pressione chiuso con un vincente a campo aperto, ma ha immediatamente riperso terreno con un turno servizio pessimo e coronato da un errore di dritto davvero marchiano. A quel punto Rybakina ha gestito con calma, vincendo gli ultimi otto punti giocati al servizio per portare la contesa al terzo. Arrivate 3-3, Sabalenka ha piazzato l’allungo decisivo, conquistando gli ultimi 12 punti del match e chiudendo con un enfatico schiaffo al volo di dritto, regalandosi e quarti e cancellando al contempo uno stigma che iniziava a farsi ingombrante.