Il torneo di Wimbledon potrà ancora contare sull’illustre presenza di una sua ex campionessa, l’unica sopravvissuta delle cinque schierate ai nastri di partenza. Regina dell’All England Club nel 2018, Angie Kerber ha attraversato un tunnel lungo e nerissimo prima di approdare ai quarti di finale della corrente edizione. L’ex numero uno, dispersa ai margini della top 30, s’è improvvisamente svegliata giusto la scorsa settimana in concomitanza del neonato torneo di Bad Homburg, inopinatamente vinto per interrompere un’astinenza che si protraeva, dolorosa, proprio dai tempi del trionfo ai Championships di tre anni fa. Nessuno aspettava più Angelique, confinata da molti nello sgabuzzino in cui si stipano gli attrezzi vecchi. Eppure, se l’annata è propizia, la campionessa di una volta si riserva di rifiorire, meglio se sul verde.
Tifosi, addetti ai lavori e quotisti di ogni latitudine, ordine e grado avrebbero visto con favore il passaggio del turno della teenager da Atlanta, in primis basandosi su quanto registrato sin qui nel torneo: immacolato il percorso di Gauff; accidentato quello di Kerber, costretta a passare in campo due ore in più della rivale odierna per raggiungere gli ottavi. Pronostico pendente, ma sull’erba, se c’è una tennista in grado di sottrarre malignamente le certezze a chi di esperienza ne ha poca, quella è proprio la mancina di Brema.
Il match ha avuto un avvio anarchico, condizionato dal vento, gravido di errori marchiani e scambi di favori non richiesti. Cinque break nei primi cinque giochi, tre consecutivamente concessi da una contrariatissima Gauff, che ne aveva regalati complessivamente altrettanti nelle tre partite giocate per guadagnarsi la partita di oggi. Il momento dirimente del set, e invero della contesa tutta, si è così manifestato nel gioco sesto, con la prima palla game a favore della giocatrice in battuta: l’attesa chance è toccata a Kerber, brava a convertire e a non voltarsi fino al minuto trentatré della prima partita: sei-quatto per lei.
Un solo break, quello chiuso dall’ex capoclassifica nel terzo gioco, ha indirizzato definitivamente verso Brema il secondo set e l’incontro, senza che Coco riuscisse più a trovare con frequenza i codici per uscire dalla ragnatela di una rivale nell’occasione somigliante alla miglior versione di sé. Condizionata da eccessiva fretta nonché dalla giovanilissima voglia di strafare, Gauff ha regalato alcune manciate di vincenti che solo le stelle designate possono azzardare, ma in generale ha vissuto un pomeriggio da preda, sempre pericolosamente ronzante intorno alla trappola. Lob accuratissimi, passanti stretti uncinati tre metri fuori dal campo, stragi con il dritto mancino lungo linea: queste le tagliole andate per la maggiore.
Coco, via via tendente a peggiorare il proprio posizionamento sulla palla, instabile negli appoggi e incline a tirare anche quando in grave ritardo nelle preparazioni, ha avuto un solo vero spiraglio per rientrare, anzi, due. In risposta, sul quindici-quaranta, nel gioco numero otto. Kerber ha annullato la prima palla break con un ace, mentre la seconda è stata gettata alle ortiche dalla giovane stella, la quale ha ritenuto di giocare un’improvvida palla corta che sarebbe finita larga, non fosse finita in rete. “You’re so stupid“, s’è detta Coco, ma non saremmo così duri dopo il secondo ottavo di finale raccolto nel giardino più bello del mondo, alla seconda partecipazione in assoluto, per giunta. Con oggi fanno settantasei partite in totale nel circuito maggiore: la collega che andrà a sfidare da sfavorita Karolina Muchova, e che nell’intervista post-partita l’ha ricoperta di miele, oggi ha raggiunto i 741 gettoni. I numeri non sono tutto, ma insomma dovrebbero aiutare a non crucciarsi troppo.