Dopo le recenti prestazioni, in pochi avrebbero scommesso su Hubert Hurkacz ai quarti di finale di uno Slam. I quarti di Wimbledon. La sua è stata una stagione particolare, caratterizzata da alti e bassi e impreziosita dalla vittoria di Miami in finale con Jannik Sinner – primo polacco a vincere un Masters 1000. Poi il nulla, o quasi. Sconfitto al secondo turno a Montecarlo da Daniel Evans, in modo anche abbastanza netto; sconfitta al primo turno a Madrid, Roma, Parigi, Stoccarda e Halle, le ultime due sull’erba.
“Sono arrivato a Wimbledon senza aver vinto neanche un match su questa superficie. Ho giocato e perso a Stoccarda e Halle in singolare, ma ho raggiunto la finale in doppio, sempre ad Halle, con Felix (Auger-Aliassime). Poi tanto e tanto allenamento per essere pronto a giocarmela qui a Wimbledon”. Situazioni ben chiare per il polacco. Concetti che rendono bene l’idea di un giocatore che comunque, nonostante le difficoltà e i risultati che stentavano ad arrivare, non ha mai perso la fiducia in sé stesso e nei propri mezzi.
Il suo percorso sull’erba londinese lo ha visto battere al primo turno il nostro Lorenzo Musetti, conquistando la prima vittoria dopo una striscia di sei sconfitte consecutive; l’ultima prima del periodo di buio era arrivata sempre ai danni di un italiano, Thomas Fabbiano, a Montecarlo. La sconfitta di Musetti, reduce da uno splendido Roland Garros, aveva lasciato qualche perplessità sia nel pubblico che si sta affacciando al grande tennis grazie ai risultati dei tennisti italiani che in alcuni addetti ai lavori. Adesso che Hurkacz si è conquistato addirittura l’opportunità di sfidare Federer sul centrale di Wimbledon, e considerando le difficoltà affrontate da Musetti in preparazione a Wimbledon, alcune parole dette e scritte a caldo andrebbero forse riviste. Ma questa è un’altra storia, che riguarda Hurkacz soltanto di riflesso.
La storia di oggi parla di un 24enne che giocherà nelle prossime ore il suo primo quarto di finale Slam; precedentemente, il miglior risultato in un Major era datato 2019 a Wimbledon, quando era stato sconfitto da Djokovic al terzo turno. Hurkacz diventerà il quarto tennista polacco a riuscirci dopo Jerzy Janowicz (proprio a Wimbledon nel 2013), la cinque volte semifinalista Slam Agnieszka Radwanska e ovviamente Iga Swiatek, vincitrice a Parigi nel 2020. Un percorso che fino ai quarti di finale giocati con Medvedev era stato netto: nessun set concesso e dominio quasi assoluto in campo, palesato anche dalla durata dei match – mai oltre le due ore.
Poi l’exploit con il russo in una partita spalmata su due giorni a causa della pioggia londinese, che ha costretto gli organizzatori a interrompere l’incontro con Medvedev avanti due set a uno (sul punteggio di 6-2 6-7 6-3 3-4) e a riprogrammarlo il giorno successivo, martedì. Alla ripresa Hurkacz è stato il più lesto, e dopo aver recuperato il set di svantaggio si è guadagnato i quarti con un altro 6-3. La prima vittoria al quinto set in carriera gli permetterà di giocare sul centrale con Roger Federer, un match emozionante ma assolutamente non chiuso in partenza, almeno non per Hubert: “Ovviamente Roger è un giocatore speciale, ha ottenuto in carriera tutto quello che un tennista potesse mai sperare. Gioca in modo esemplare e sono molto contento di essere qui. Ma non è un discorso chiuso: ho le mie possibilità di vincere la partita. Se sono nervoso? No, perché dovrei?”.
E fa bene a non esserlo. Statistiche alla mano, Hurkacz ha una serie aperta di tre vittorie consecutive contro i top 10, avendo sconfitto Tsitsipas e Rublev rispettivamente nei quarti e nella semifinale di Miami e, come detto, Medvedev agli ottavi di questa edizione di Wimbledon. Sempre statistiche alla mano, ma questa volta in riferimento ai soli incontri disputati in queste due settimane, Hurkacz è secondo soltanto a Djokovic e Berrettini per punti vinti con la prima di servizio – parametro di riferimento quando si gioca sui prati – e proprio con Djokovic divide il secondo gradino del podio nella classifica dei tennisti che vincono più game al servizio (il 95%; appena tre break subiti su 12 palle break concesse).
Numeri che sono il riflesso di un gioco al contempo offensivo e ponderato, perché Hurkacz sa bene come sfruttare le sue armi migliori, senz’altro il servizio e i colpi di rimbalzo, senza eccedere nei rischi. E adesso ha ritrovato anche la serenità necessaria a non far tremare il braccio nei momenti decisivi. Un successo nella sfida con Federer non sarebbe quindi da considerarsi una sorpresa per questo giocatore capace di tutto, grandi imprese e sconfitte inaspettate. Una delle più classiche mine vaganti, che potrebbero far saltare il banco a chiunque. Anche al padrone di casa di Wimbledon.