A livello femminile le due semifinali promettono di regalare spettacolo. Da una parte abbiamo Ashleigh Barty contro Angelique Kerber, dall’altra Karolina Pliskova e Aryna Sabalenka. Senza nulla togliere alla seconda sfida – della quale ha in parte parlato il nostro AGF, soffermandosi su Pliskova – in questa sede vorremmo provare a dare uno sguardo ‘numerico’ a Kerber-Barty. Non solo perché si tratta di due giocatrici che hanno già vinto uno Slam, mentre le altre due semifinaliste sono ancora a caccia del primo successo, ma anche per considerazioni di carattere tecnico. Lo stile e il modo di interpretare il gioco delle due è quanto mai diverso, ma entrambe si adattano benissimo all’erba e probabilmente chi emergerà vincitrice avrà poi i favori del pronostico in finale.
Partiamo dal servizio. Barty conta tantissimo su questo colpo e costruisce molto attorno alla propria battuta, mentre Kerber ha di gran lunga il peggior servizio tra le ultime quattro giocatrici ancora in corsa. In tal senso è eloquente il dato degli ace: l’australiana ne ha scagliati 38, seconda solo a Pliskova (40), mentre Angie è a 11. La tedesca peraltro è in negativo per quanto riguarda il rapporto con i doppi falli, che sono ben 14; Barty ne ha commessi di più in termini assoluti, ma il suo bilancio è comunque largamente positivo.
La situazione cambia in risposta, comparto nel quale entrambe eccellono con numeri davvero ottimi e pressoché identici. Barty risponde in campo nell’86% dei casi tallonata da Kerber con l’84%, rispettivamente il secondo (a parimerito) e quinto miglior dato del torneo. La statistica prende ancora più sostanza se si considera che, tra le dieci migliori tenniste sotto questa voce, nessuna ha giocato più di tre partite. I numeri vanno a braccetto per quanto riguarda i punti vinti sulla prima e sulla seconda avversaria, con Kerber che ha una migliore percentuale di conversione delle palle break (54% contro 49%).
Addentrandosi nella giungla degli scambi da fondo, si scovano alcuni indizi interessanti e alcune possibili chiavi in vista dell’imminente sfida tra le due. Barty domina con il dritto, colpo con il quale ha messo a segno la bellezza di 68 vincenti (nessuna ne ha fatti più di lei) a fronte di 58 gratuiti. Molto meno rassicuranti i dati dal lato del rovescio: 16 vincenti e 55 non forzati. Vero che spesso l’australiana ricorre alla soluzione slice con la quale è più difficile ottenere vincenti, ma il gap è comunque significativo. Questo colpo di Barty verrà infatti solleticato dal dritto di Kerber, che sull’erba è insidioso per chiunque e può esacerbare eventuali incertezze come su nessun’altra superficie. Altrettanto interessante sarà poi il confronto sull’altra diagonale, che vede opposti il drittone di Ashleigh e il solido rovescio di Kerber (52 vincenti e 50 gratuiti finora).
Anche la lunghezza degli scambi rivela il diverso approccio delle due. Barty conclude lo scambio in media entro i quattro colpi (3,96) e prevale piuttosto nettamente sia negli scambi brevi che in quelli medi e lunghi: sotto i quattro colpi il bilancio punti vinti-punti persi è 266-206, 85-74 tra i cinque e gli otto colpi, 44-26 quando il palleggio si prolunga oltre i nove colpi. Più in generale, quando si comincia a scambiare fa il punto nel 51% dei casi. Nei match di Kerber, che sui bracci di ferro da fondo ci ha costruito una carriera, il palleggio è durato mediamente 5,28 colpi e gli scambi sopra i nove colpi sono stati sensibilmente di più: ben 137 (71-66 il bilancio) contro i 70 giocati da Barty. Complessivamente la tedesca ha portato a casa il 54% dei punti da fondo e non lasciatevi ingannare; quel 3% in più rappresenta una enormità, anche se non sembra (se non siete convinti, leggete questo articolo).
Insomma, due tenniste diverse, tutto sommato atipiche nel panorama del tennis femminile moderno, che si daranno battaglia per un posto in finale. Se ne vedranno delle belle.