Il Canada non è riuscito a fare bottino pieno con i due tennisti impegnati nei quarti di finale di Wimbledon. Si è dovuto accontentare – si fa per dire – dell’eccezionale vittoria in cinque set di Denis Shapovalov su Karen Khachanov per 6-4 3-6 5-7 6-1 6-4. “Onestamente, ho avuto la sensazione che mi sia stato superiore per la maggior parte della partita. Ho avuto alcune occasioni, ma in quelle situazioni stava giocando davvero molto bene” ha ammesso in conferenza il mancino canadese.
“Un po’ tutto stava andando in suo favore. Nel quarto set ho cercato di farmi vedere un po’ e di giocare un po’ più aggressivo. Ho capito che era sceso un po’ fisicamente, si era un po’ stancato nel quarto set e io ho intensificato il ritmo di gioco. Mi sono sentito davvero bene nel quinto set e sono super, super felice di aver vinto. Ovviamente, quando hai molte occasioni e non capitalizzi, la partita può girare molto velocemente. Nel quinto set mi sono detto che dovevo giocare ogni singolo punto il più forte possibile e lottare per ogni scambio, non importa quale fosse il punteggio.”
Il suo prossimo avversario Djokovic aveva appena finito di incensare il suo servizio, e anche Shapovalov riconosce i grandi vantaggi tratti da questo colpo. “Dopo il quarto set mi sono detto che dovevo iniziare davvero bene l’ultimo set. Sapevo di dover servire alla grande. Penso che il quinto set sia quello in cui ho servito meglio, ad essere onesti, la mia percentuale di sicuro è aumentata. La velocità dei miei servizi era molto più alta. Penso che anche il mio gioco sia cresciuto. È qualcosa di cui sono molto orgoglioso”.
Sin da quando ha iniziato a frequentare il circuito maggiore, Shapovalov ha preso la nomea di tennista capace di piazzare la giocata, il grande colpo spettacolare che non ti aspetti, ma in certi casi tentare soluzioni troppo rischiose può non fruttare. E dunque, negli ultimi mesi, il n. 12 del mondo ha trovato il giusto compromesso quasi trattenendo la sua indole – tranne quando gli è tornata utile nel momento del bisogno. “È qualcosa su cui ci ho lavorato perché forse a volte sono un po’ troppo esuberante e non faccio ‘sudare’ i punti agli avversari. Sono stato un po’ più conservatore in questo torneo. Ma oggi non ha funzionato, ad essere onesti, contro Karen. Come ho detto, ho avuto delle possibilità. Ogni volta che lo facevo giocare, lui tirava fuori dei colpi potenti. Sapevo di dover essere aggressivo nel quarto e nel quinto set altrimenti avrebbe vinto la partita. E mi è venuto piuttosto naturale“.
Avere questa propensione alla rete e in generale al tennis aggressivo non può che essere un vantaggio su questa superficie, e questo vantaggio lui se lo porta dietro da molti anni. “Si tratta della mia personalità. Da junior non sono mai stato un giocatore che si sedeva ad aspettare gli errori dell’avversario. Ho sempre voluto essere io a dettare il gioco. Andavo sempre a rete a 10-12 anni. Mi giocavano un pallonetto e perdevo punti. Prima di tutto, mia madre mi ha sempre detto che quando sarei cresciuto questo sarebbe stato un vantaggio per me. ‘È qualcosa di tuo, devi tenerlo e mantenerlo per il futuro‘ Penso che sia stato di importanza capitale, perché mi sembra che molti giocatori da giovani smarriscano questo atteggiamento perché, anche se ce l’hanno, a quell’età hanno paura di ricevere un pallonetto o di perdere punti. Per me è stato fantastico che lei abbia avuta quella visione, decisivo per il mio gioco negli anni a venire“.
Il suo gioco tutt’altro che attendista, dunque, potrebbe essere una buona arma per mischiare le carte contro un Djokovic apparso decisamente a suo agio sui campi di Wimbledon, dove giocherà la sua decima semifinale. Sarà invece appena la prima per Shapovalov. “Non è qualcosa a cui sto pensando troppo. Quando entri in campo per la partita si comincia dallo 0-0. Questo è tutto. È una partita di tennis alla fine della fiera. L’esperienza, questo e quest’altro, alla fine si risolve tutto nel momento presente e in chi sta giocando meglio. Questo è tutto ciò su cui mi concentro. Parlerò col mio team sulla strategia e cose del genere, ma non mi metterò a pensare all’esperienza eccetera. La risolverà chi giocherà meglio venerdì; non c’è niente di garantito“. Atteggiamento tutt’altro che reverenziale verso il 19 volte campione Slam, ma del resto non sta a lui elogiarlo per meriti sportivi. Denis dovrà provare a batterlo.