Dopo le grandi emozioni del venerdì, che ha visto Matteo Berrettini raggiungere la finale battendo in quattro set Hubert Hurkacz, guadagnandosi il diritto di sfidare l’imbattibile Novak Djokovic, a Wimbledon è tempo della finale femminile. A sfidarsi Ashleigh Barty e Karolina Pliskova, in uno scontro di stili completamente opposti: gioco completo, tecnico e variegato quello dell’australiana, basato sulla potenza dei colpi, soprattutto servizio e dritto, quello della ceca.
Per la prima testa di serie del torneo Barty si tratta della seconda finale Slam in carriera, dopo quella vinta due anni fa a Parigi su Marketa Vondrousova. Nel suo percorso ha battuto prima Carla Suarez Navarro (l’unica a cui ha concesso un set), poi altre due ceche come Katerina Siniakova e la campionessa del Roland Garros Barbora Krejcikova, regolando poi facilmente Alja Tomljanovic, fino alla semifinale con Angelique Kerber, nella quale è stata brava a recuperare nel secondo set da 2-5, chiudendo poi al tie break. Stagione che l’ha vista finora alzare tre trofei, fra cui il 1000 di Miami, ma che a livello slam l’ha vista raggiungere al massimo i quarti di finale a Melbourne. Aveva deciso, evidentemente bene, di non giocare tornei preparatori a Wimbledon su erba, superficie sulla quale si trova a suo agio, avendo raggiunto la finale dei Championships junior e avendoci vinto due tornei in carriera, a Nottingham e Birmingham.
A Karolina Pliskova serviva evidentemente una scossa come quella ricevuta con l’uscita dalle top 10 WTA dopo oltre cinque anni. Le ultime stagioni non erano state eccezionali per la ventinovenne nativa di Louny, che non ha più ritrovato i risultati che le avevano permesso di essere numero uno al mondo per otto settimane fra luglio e settembre di quattro anni fa. Anche in questo 2021 sono arrivate tante sconfitte da avversarie alla sua portata, con l’unico squillo della finale raggiunta agli Internazionali di Roma. L’erba londinese e un tabellone fortunato l’hanno invece portata alla seconda semifinale Slam dopo quella persa agli US Open ’16, perdendo solo un set finora, quello lasciato ad Aryna Sabalenka in una semifinale giocata ad un livello strepitoso, soprattutto al servizio. È la quarta tennista ceca a giocare una finale a Wimbledon in Era Open, insieme a Hana Mandlikova, Jana Novotna e Petra Kvitova (queste ultime due poi hanno alzato il trofeo).
Sette i precedenti, uno solo a livello Slam, con successo di Pliskova nei quarti di Flushing Meadows ’18, mentre su erba è parità, con una vittoria per parte a Nottingham. In totale è 5-2 per Barty, che ha vinto gli ultimi tre in ordine cronologico, fra cui l’ultimo a fine aprile sulla terra di Stoccarda, imponendosi in rimonta al terzo. Fondamentale per Karolina sarà mantenere l’eccezionale rendimento avuto al servizio in semifinale, con il quale potrà, almeno nei suoi turni di battuta, prendere in mano subito gli scambi. Altrimenti, sul piano del palleggio, l’australiana, anche lei positiva in battuta fin qui, può sfruttare la sua superiorità, esponendo la ceca a una partita di sacrificio e rincorse non nelle sue corde.
Per i quotisti di William Hill il primo titolo a Wimbledon di Ashleigh Barty vale 1,40, mente un’affermazione della sfavorita Karolina Pliskova pagherebbe 3,10. Punteggio più probabile il 2-0 per l’australiana a 2,10, mentre un secco 2-0 per la sua avversaria vale 6. Nelle ultime due finali londinesi ha prevalso la tennista che partiva dietro nei pronostici, con Simona Halep e Angelique Kerber che hanno avuto la meglio sulla favorita Serena Williams.
Una curiosità: a inizio torneo scommettendo un euro su una finale Barty-Pliskova se ne vincevano più di 60. Mentre l’australiana era la favorita in partenza insieme a Serena, la ceca era quotata anche a 50, con una sua eventuale finale che garantiva 15 volte la posta.
WILLIAM HILL | BETTER | GOLDBET | |||
A. BARTY | K. PLISKOVA | 1,40 – 3,10 | 1,40 – 2,90 | 1,40 – 2,88 |
***Le quote sono aggiornate alle 22 di venerdì 9 luglio e sono soggette a variazione