Ashleigh Barty è tornata a vincere uno Slam dopo due anni abbondanti, conquistando il primo Wimbledon in carriera con il 6-3 6-7 (4) 6-3 della finale contro Karolina Pliskova in un’ora e 55 minuti. Barty ha sfruttato l’inizio pessimo della propria avversaria, e, pur non riuscendo a chiudere sul 6-5 e servizio nel secondo, ha gestito bene il parziale decisivo scappando subito avanti di un break. Premiata da Kate Middleton, è la terza australiana a vincere i Championships nell’Era Open dopo Court (1970) e Goolagong (1971 e 1980); i suoi completi erano ispirati proprio a quelli di quest’ultima, sua mentore e guida nel momento in cui voleva farla finita con il tennis.
IL PERCORSO
Entrambe hanno perso solo un set prima della finale, fugando dubbi di natura differente: Barty era reduce dal ritiro contro Linette al Roland Garros, ma è sembrata essere totalmente recuperata, e (se si eccettua il tie-break perso contro Suarez Navarro in un match dalla componente emotiva molto forte) ha tutto sommato raggiunto la finale senza patemi, riuscendo a battere in due set anche giocatrici in forma quali Krejcikova e Kerber.
Pliskova era invece data per finita prima di questo torneo, o comunque in china discendente, dato che arrivava a Wimbledon con un record stagionale di 15-12 (0-2 sull’erba); persino l’unico lampo, la finale agli Internazionali d’Italia, si era trasformata in un incubo in virtù dell’imbarazzante 6-0 6-0 infertole da Swiatek. E invece arrivata qui la ceca ha letteralmente dominato, perdendo la battuta solo quattro volte e rimontando Sabalenka in semifinale, perdendo un set in maniera piuttosto fortuita (dopo aver mancato otto palle break, ha commesso doppio fallo sull’unica chance concessa a Sabalenka sul set point) ma senza concedere alcunché da lì in avanti. A prima vista, se si eccettua Sabalenka stessa, le avversarie affrontate non sembrerebbero di nobile schiatta, ma in realtà molte di loro (Zidansek e Samsonova su tutte) erano reduci da ottimi risultati recenti.
LE STATISTICHE E I CONFRONTI DIRETTI
5-2 nei confronti diretti con Barty che ha vinto gli ultimi tre, compreso l’unico precedente stagionale nei quarti a Stoccarda; l’ultima vittoria di Pliskova risale agli ottavi dello US Open 2018. A Stoccarda Pliskova aveva prevalso negli scambi brevi, nonostante la sconfitta, ma era stata quasi doppiata in quelli dai quattro colpi in su (49-25 Barty), un trend che si è ripetuto oggi (53-48 Pliskova sotto i quattro colpi, 40-25 Barty dai cinque in su).
IL MATCH
PRIMO SET – L’inizio difficilmente avrebbe potuto andare peggio per Pliskova. Barty ha variato con il servizio fin da subito, tenendo facilmente il primo turno. Al contrario, Pliskova è sembrata incredibilmente tesa, trattenendo il braccio su un attacco di dritto e trovandosi 0-30 su un bel lob di Ash, che si è quindi procurata tre palle break attaccando il rovescio dell’avversaria con varietà, portandosi 2-0 con un vincente di rovescio lungolinea baciato dal nastro. Questo il pallonetto della prima favorita:
Pliskova non ci ha letteralmente capito niente: i primi 14 punti sono andati a Barty (otto vincenti), che ha vinto un’altra battaglia con lo slice per salire 15-40 nel quarto gioco. Nonostante un fallo di piede, Pliskova ha salvato la prima con una bella difesa in chop che ha indotto Barty a sbagliare un dritto, ma ha poi regalato il secondo break con un doppio fallo. Basti pensare che nei primi due turni di servizio la velocità media della sua prima è stata di soli 160 chilometri orari, contro i circa 168 del resto del torneo (Pliskova era la migliore del torneo per ace e percentuale di palle break salvate prima di oggi).
A quel punto Barty ha avuto un attimo di distrazione e ha concesso lo 0-30 con due dritti sbagliati (uno sventaglio e uno schiaffo, quattro dei suoi otto non forzati del set sono arrivati con questo colpo); per la prima volta Pliskova ha trovato coraggio, e si è procurata tre palle break con una risposta di rovescio fra i piedi dell’avversaria. A quel punto Ash ha sbagliato un altro dritto e ha concesso il 4-1. Nel turno successivo ha trovato il primo servizio vincente di giornata per il 30-15, ma Barty ha continuato a fare gioco con il dritto e si è procurata una palla per andare a servire per il set grazie ad un errore bimane della ceca (smunto, sepolto in mezzo alla rete), a cui ha fatto seguito un dritto di rara mestizia – lento, misurato, lungo di metri.
La risposta di Pliskova ha però iniziato ad emergere. Barty ha cercato di darle una definitiva botta psicologica con un passante stretto di dritto dopo una difesa a tutto campo, ma con un doppio fallo dell’australiana e una buona risposta di dritto chiusa con lo smash hanno dato due palla break a Karolina, che ha finalmente trovato il suo primo vincente, una risposta di dritto, per accorciare sul 2-5. Nonostante il risveglio dell’avversaria, però, Barty non ha esitato al momento di servire per il set, trovando due punti rapidi con servizio e dritto prima di chiudere su un errore di dritto di Pliskova.
SECONDO SET – Pliskova è partita decisamente meglio, vincendo quattro punti di fila con la prima per andare avanti 1-0. Il momento positivo è però durato poco, e nel terzo gioco la ceca ha aperto con due doppi falli, trovandosi 0-40 al termine di un braccio di ferro sulla diagonale destro, perdendo il servizio a zero con un brutto dritto in rete. Barty ha rischiato di impelagarsi con un doppio fallo per il 30-30, ma si è portata 3-1 con due bei servizi al centro.
Se c’è un colpo che ha iniziato a funzionare per Pliskova, però, questo è la risposta (l’82% delle sue risposte nel set ha trovato gli ultimi due metri di campo): indietro 2-3, la ceca ha prima risposto fra i piedi di Ash con il rovescio e poi trovato una risposta vincente di dritto lungolinea, pareggiando su un dritto in rete dell’australiana. A quel punto Pliskova si è totalmente trasformata, la sua prossemica molto più assertiva e i colpi conseguentemente più incisivi.
La risposta di Barty è sembrata quasi guidata dal fato, visto che ha aperto l’ottavo gioco con due dritti identici che hanno scheggiato la riga per un paio di millimetri, impattando sul 4-4. La prima della ceca ha però continuato a funzionare (20/29 nel set con la prima, cinque ace e 12 servizi unreturned), obbligando la N.1 WTA a servire per rimanere nel set. Barty ha a sua volta vinto 13 dei primi 15 punti con il colpo, e non ha avuto problemi a rimanere a contatto.
Sul 5-5, Pliskova si è fatta rimontare da 40-0, ricominciando a soffrire i colpi bassi e venefici di Barty: con un rovescio sbagliato si è trovata in parità, e a quel punto il braccio ha ricominciato a tremare, permettendo all’australiana di difendersi prima di sbagliare un dritto per la palla break; Barty ha letto il momento e ha continuato ad affettare, provocando un altro non forzato che l’ha mandata a servire per il titolo sul 6-5. Al momento di chiudere, la tds N.1 ha tuttavia avvertito la tensione: ha iniziato con un doppio fallo, e ha concesso due palle break quando per una volta è stata lei ad andare fuori giri contro il back dell’avversaria, trovandosi al tie-break con un errore di dritto.
Pliskova ha trovato il primo mini-break per il 4-2 vincendo uno scambio sulla diagonale di rovescio, ed è poi stata grandemente aiutata dal nastro su un passante di dritto che le ha permesso di rimanere nello scambio e salire 5-2 con lo smash. Con quattro set point a suo favore, la ceca non è dapprima riuscita a sfondare le difese dell’avversaria, che ha annullato due chance prima di capitolare con il suo quinto doppio fallo del parziale; la finale femminile si è quindi avviata al terzo per la prima volta dal 2012.
TERZO SET – Quando la tavola sembrava apparecchiata per il climax, la competizione si è improvvisamente sgonfiata: nel primo game il nastro ha rischiato nuovamente di prendere la via di Pliskova, dando il là ad una rimonta da 40-0, ma Barty ha tenuto, e nel game successivo si è portata 0-40 con tre errori dell’avversaria, che, salvata la prima palla break con un vincente di dritto in corsa, ha seppellito una volée esiziale per lo 0-2.
A quel punto entrambe hanno iniziato a giocare meglio, i dritti molto incisivi, ma Pliskova non è riuscita a trovare lo spiraglio per rientrare. Sotto 4-2, Pliskova è riuscita a guadagnarsi il 30-30 con un bel dritto in cross (più della metà dei suoi vincenti con il colpo sono arrivati nel terzo set), ma Barty è stata molto solida, costringendola a sbagliare due volte in corsa per il 5-2. Pliskova è rimasta a galla con due magie sotto rete (una stop volley e una veronica smorzata), mandando Barty a servire di nuovo per il titolo con un ace al centro.
Barty ha a sua volta trovato una grande giocata di volo, estendendosi fino all’ultimo capello per la volée dorsale, e si è portata a due punti dal match su un errore di dritto della ceca, che però ha trovato gli ultimi centimetri di campo nello scambio successivo ed è salita a palla break su uno schiaffo di Ash sparato in rete. Pliskova ha trovato la riga esterna con la risposta bimane, ma Barty si è difesa splendidamente in controbalzo, procurandosi il primo championship point con un ace al centro e chiudendo su un errore di rovescio dell’avversaria.
I NUMERI
Barty centra il secondo Slam (alla seconda finale), il titolo N.12 (18 finali), il terzo sull’erba (quattro finali), il quarto stagionale (cinque finali, ha vinto a Melbourne 1, Miami e Stoccarda mentre è uscita sconfitta a Madrid). Pliskova perde la quindicesima finale su 31 disputate, la terza sull’erba (sei finali) e la seconda del 2021 dopo Roma. Barty è prima sia nella Race che nel ranking, allungando sulle inseguitrici, mentre Pliskova è quinta nella Race e settima nel ranking, tornando in Top 10 dopo una breve uscita.