Ashleigh Barty, la n. 1 del mondo, realizza il sogno che aveva da bambina con la bellissima vittoria ai Championships e continua a fare la storia del tennis australiano. Dopo Margareth Smith Court e Evonne Goolagong è la terza tennista australiana a sollevare lo splendido “Venus Rosewater Dish“, il trofeo riservato alla vincitrice del torneo femminile di Wimbledon; di solito il piatto è sinonimo di sconfitta nel tennis, ma Wimbledon fa ecczione. Gioia e orgoglio per Ash, che nel corso degli anni è diventata un esempio di grande umiltà e abnegazione: “Ho lavorato così duramente in tutta la mia carriera con il mio team e con le persone che hanno una grande importanza per me, per tentare di realizzare i miei obiettivi e i miei sogni. Riuscire a farlo oggi è stato incredibile“.
In conferenza stampa Ash ha spiegato quanto sia importante per lei questo risultato anche pensando alla storia dello sport e del tennis australiano. Un pensiero importante va ovviamente a Evonne Goolangong, che vinse la prima volta a Wimbledon 50 anni fa: “Ho sempre sognato e tentato di creare una continuità, in modo che i giovani potessero credere nei loro sogni. Farcela e imparare la lezione è stato una delle parti migliori del mio viaggio. Riuscire ad avere successo qui a Wimbledon, realizzare il mio sogno più grande nel 50° anniversario del primo titolo di Evonne è stato assolutamente incredibile“.
E a proposito di Evonne Goolagong, è stato difficile parlarne in campo, tanta era l’emozione per Ashleigh. Ci ha riprovato con maggiore successo in sala conferenza: “Evonne è una persona molto speciale nella mia vita. È un’icona nell’aver mostrato la via ai giovani indigeni, come credere ai loro sogni e riuscire a realizzarli. È quello che ha fatto anche con me. È straordinario condividere con lei queste vittorie. È un’icona da anni, e non solo in campo. Se solo potessi essere per metà la persona che è Evonne, sarei davvero molto felice“.
È stato un match difficile, con alti e bassi: qual è stata la chiave dopo il secondo set? “Cercavo di controllare i giochi al servizio nel modo migliore possibile, non ci riuscivo sempre ma sentivo che era la strada giusta. Soprattutto, all’inizio del terzo set, è stato importante resettare ciò che era successo prima, per continuare ad avanzare su ogni punto. Ero davvero concentrata, per tentare di fare del mio meglio, indipendentemente dal punteggio“.
Karolina Pliskova, dopo un inizio in sordina, ha disputato un ottimo match. Ora viene considerata una delle più grandi giocatrici a non aver ancora vinto uno slam. “Karolina è una lottatrice eccezionale, penso che troppe volte venga sottovalutata; combatte così duramente per ogni punto e bisogna dare il massimo per riuscire a contrastarla. È una delle atlete più solide del tour, da anni è una top player, così vicina al successo. So che un titolo Slam non è lontano per lei“.
In tutto il mondo, Ashleigh Barty è rispettata per essere una persona molto gentile, umile e cortese. Quanto è importante per lei essere una brava persona, oltre ad essere una campionessa?
“Ho semplicemente tentato di vivere con i valori che mi hanno insegnato i miei genitori”, ha spiegato la 25enne, tornata a imbracciare una racchetta nel 2016 dopo una pausa dal tennis di quasi due anni nel corso della quale si era dedicata a uno sport differente, il cricket. “Per me è più importante essere una brava persona che una buona giocatrice. Penso sia sempre stata la mia priorità. Riuscire ad imparare dai miei genitori, dalla mia famiglia, è stata una parte enorme della mia crescita. Sono stata estremamente fortunata per aver avuto l’opportunità di imparare a giocare a tennis. Ma essere una persona perbene è assolutamente la mia priorità ogni singolo giorno“.