Dopo il trionfo di Ashleigh Barty nel torneo femminile, l’epilogo maschile sarà comunque indimenticabile per i colori azzurri. A sfidare l’inossidabile Novak Djokovic sarà infatti Matteo Berrettini, primo italiano nella storia a raggiungere la finale a Wimbledon, a 45 anni di distanza da Adriano Panatta, ultimo ad arrivare in finale in uno Slam al Roland Garros 1976. Matteo punta a diventare il terzo italiano in assoluto ad alzare un trofeo major dopo Nicola Pietrangeli e Adriano Panatta.
Undici vittorie di fila sull’erba per Matteo, da quel primo turno del Queen’s in cui ha regolato Stefano Travaglia in due tie-break, fino all’affermazione di forza su Hubert Hurkacz in semifinale, con il polacco capace solo nel terzo set, poi vinto al tie-break, di tenergli testa. In un crescendo di solidità e sicurezza, gli avversari sono stati sovrastati dalla sua potenza e allo stesso tempo stupiti dai suoi tocchi morbidi.
Si dirà che gli avversari incontrati fossero tutti alla sua portata. Si dirà che il suo gioco sia meno spettacolare di altri. Ma certamente Matteo, forse anche aiutato dai riflettori spesso puntati sulle nuove leve come Jannik Sinner e Lorenzo Musetti o su personaggi più coloriti come Fabio Fognini, ha dimostrato, in questo torneo e non solo, che la strepitosa stagione 2019 non era stata un caso. Anzi, quest’anno è salito di livello in quasi tutti gli aspetti del gioco, oltre che in quello psicologico. Nonostante un fastidioso infortunio agli addominali accusato a Melbourne che l’ha tenuto lontano dai campi per due mesi. Anche nelle sconfitte, poche per la verità, non è mai parso assente dal campo e se l’è sempre giocata, come nella finale del Masters 1000 di Madrid o nei quarti di Parigi con Djokovic. E ora il sogno londinese. Comunque vada già bellissimo.
Per Novak Djokovic questo Wimbledon, confrontato con l’ultimo Roland Garros portato a casa sudando le canoniche sette camicie, è stato una piacevole traversata. Perso il primissimo set giocato, contro il rampante britannico Jack Draper, ne ha vinti diciotto di fila. L’avversario più tosto è stato senza dubbio Denis Shapovalov, che in semifinale ha messo mano a tutto il repertorio, regalando grande spettacolo ma perdendo praticamente tutti i punti che contavano.
Finale Slam numero 30, nel mirino c’è l’aggancio a Roger Federer e Rafa Nadal a quota 20 titoli, nonché di proseguire nell’obiettivo del Grande Slam stagionale, avendo portato a casa anche gli Australian Open a inizio anno, fra l’altro in una finale in cui sembrava (e per i bookmakers praticamente lo era) addirittura di poco inferiore al Daniil Medvedev di allora.
L’ultimo tennista a vincere Wimbledon al di fuori dei Fab 4 (considerando quindi anche Andy Murray) è stato Lleyton Hewitt nel 2002. L’ultimo a vincere la prima finale ai Championships è stato proprio Nole nel 2011, mentre sono usciti sconfitti gli ultimi quattro debuttanti (Kevin Anderson, Marin Cilic, Milos Raonic e Andy Murray – che però si sarebbe poi rifatto con gli interessi).
Due i precedenti: nel primo un Berrettini arrivato a corto di energie a fine stagione vinse solo tre game nel girone delle ATP Finals ’19, mentre il secondo, molto più recente, è quello del quarto di finale di Parigi di un mese fa, ricordato soprattutto per la polemica relativa all’uscita del pubblico causa coprifuoco, con relativa pausa al match di circa venti minuti. Pausa che fermò quella che poteva essere una potenziale rimonta di Matteo, che, dopo aver perso abbastanza sonoramente i primi due set aveva iniziato a martellare come lui sa fare, portando a casa il terzo e riuscendo quasi a ribaltare l’inerzia dell’incontro. Non sapremo mai come sarebbe andata, ma sicuramente il break e la prosecuzione senza pubblico, che nel frattempo si era riscaldato ed era dalla parte del romano, hanno giovato al trentaquattrenne serbo, che ha chiuso poi 7-5 al quarto – con tanto di urla selvagge sul finire, sintomo di tensione e forse di paura sventata.
Ripartendo da quei due set, e da quanto fatto vedere in queste due settimane sui prati inglesi, Matteo dovrà – avendo davanti il miglior ribattitore del circuito – proseguire con i suoi servizi pesanti e con gli altrettanto pesanti drittoni, sfruttando magari i momenti, pochissimi, in cui Djokovic regalerà qualcosa.
Su Wililam Hill un trionfo a sorpresa di Matteo vale 4,60, mentre vale solamente 1,22 il trofeo per Djokovic. Pagherebbe 15 un 3-0 per Berrettini, 14 un suo 3-1 e 11 un suo successo al quinto, mentre il punteggio favorito è il 3-0 Djokovic a 2,30.
A bocce ferme, due settimane fa la finale Djokovic-Berrettini era la terza più probabile a quota 7,50, dopo quelle eventuali del serbo contro Daniil Medvedev e contro Roger Federer, entrambi fermatisi all’ostacolo Hurkacz. Nole ha rispettato tutti i pronostici, essendo partito come candidato numero uno (1,75), mentre Matteo era il quarto nella lista dei bookmakers a quota 13.
WILLIAM HILL | EUROBET | BET365 | ||
N. DJOKOVIC | M. BERRETTINI | 1,22 – 4,60 | 1,20 – 4,50 | 1,20 – 4,80 |
***Le quote sono aggiornate alle 17 di sabato 10 luglio e sono soggette a variazione