Mate Pavic e Nikola Mektic hanno conquistato la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Tokyo, battendo i connazionali Marin Cilic e Ivan Dodig per 6-4 3-6 10-6 nel primo derby per l’oro di specialità in oltre un secolo. Il loro 2021 si sta rapidamente trasformando in una delle più grandi stagioni nella specialità del doppio maschile a recente memoria: hanno infatti vinto Antalya, Melbourne 2, Rotterdam, Miami, Montecarlo, Roma, Eastbourne, Wimbledon e ora le Olimpiadi (saltando il Roland Garros in seguito alla positività al COVID-19).
Ricordiamo che la coppia che li ha fatti soffrire di più è stata di gran lunga Sonego/Musetti: è vero che nel tennis non vale la proprietà transitiva, ma con un tabellone diverso non è da escludere che i Lorenzos si sarebbero potuti avventurare più in profondità nel tabellone nipponico, un parziale rimpianto ma anche una buona notizia per le competizione a squadre future.
Oggi Mektic e Pavic affrontavano peraltro uno dei pochi avversari che li aveva battuti nel corso dell’anno: Dodig li aveva infatti eliminati (in coppia con Pavlasek) nella semifinale del suo vittorioso Australian Open. Il primo set è però finito con un 6-4 bugiardo in favore dei leader del ranking (Pavic ha 970 punti in più rispetto a Mektic): non hanno mai concesso nulla al servizio, con la possibile eccezione del secondo game, mentre sono andati a palla break in tutti e quattro i primi turni degli avversari, mostrando le solite perfette sinergie. Alla fine è bastato quello ottenuto sul servizio di Cilic (decisamente falloso, soprattutto sottorete) nel primo game, quando una bella reazione di Pavic sullo smash di Dodig ha tenuto vivo lo scambio, risultando in un brutto errore di dritto del campione dello US Open 2014.
Il merito di Cilic e Dodig è stato di rimanere attaccati alla partita aspettando l’occasione propizia: sul 2-3, Cilic ha infilato una splendida risposta di dritto in allungo, ma è stato sfortunato quando sullo 0-30 il suo colpo si è impennato sul nastro, venendo facilmente chiuso da Mektic e vanificando quanto costruito. Le tds N.1 hanno quindi difeso gli ultimi due turni con agio, chiudendo il parziale.
Nel secondo è stato però il turno di Cilic e Dodig di concedere poco o nulla. Molto più compatti in questo frangente, si sono tirati fuori da uno spinoso turno di servizio sul 2-2 in cui si sono fatti rimontare da 40-15, e nel game successivo hanno piazzato l’allungo: sotto 30-0, hanno indovinato una risposta vincente di dritto a testa e si sono procurati una palla break su un bel rovescio ad uscire di Cilic. A quel punto Dodig si è inventato un perfetto lob difensivo, inducendo Pavic a sbagliare lo smash per il 4-2 Dodig/Cilic, che non si sono fatti pregare e hanno allungato la finale.
Giunti al super tie-break, però, Mektic e Pavic non hanno concesso niente, riprendendo ad insistere sul servizio di Cilic e salendo rapidamente 5-0. Gli sfavoriti hanno provato a ricucire, ma Pavic ha trovato il mini-break del 9-6 con uno splendido inside-out stretto di dritto, chiudendo la partita con una volée alta che Dodig non è riuscito a tenere in campo (con giusto qualche attimo di suspense a sfondo Hawk-Eye).
SANDGREN NON DIGERISCE IL QUARTO POSTO
In precedenza, i neozelandesi Daniell e Venus avevano conquistato il bronzo contro la coppia statunitense Sandgren/Krajicek per 7-6(3) 6-2. A fare notizia più del risultato, tuttavia, sono state le parole di un Sandgren estremamente deluso: “Chi cazzo se ne frega se abbiamo giocato bene, cos’abbiamo ottenuto? Abbiamo avuto una buona settimana, ma il quarto posto fa schifo [“è merda di cane” nell’originale, ndr]”. Reduce da una stagione decisamente negativa (solo sei vittorie su venti partite giocate), Tennys ha addirittura paventato il ritiro: “Probabilmente smetterò, questo potrebbe essere stato il mio ultimo match”. E che ora come ora non si trovi in un bel posto è confermato dalla sua risposta alla domanda su cosa avrebbe fatto di diverso nel corso della sua carriera: “Non sarei stato un giocatore tanto pessimo”.