[6] P. Carreno Busta b. [1] N. Djokovic 6-4 6-7(6) 6-3
Nel tennis, come nella vita, le cose cambiano molto rapidamente. Quarantott’ore fa sarebbe stato impensabile azzardare un nome altro che quello di Novak Djokovic per la medaglia d’oro nel singolare maschile: ora sappiamo che Djokovic se ne andrà da Tokyo senza alcuna medaglia in singolare, e non la conquisterà nemmeno in doppio misto dato che dopo le 2 ore e 47 minuti di partita giocata contro Pablo Carreno Busta ha preferito non scendere in campo (citando un infortunio alla spalla sinistra) con Nina Stojanovic per affrontare Ashleigh Barty e John Peers ed ha quindi concesso loro la medaglia di bronzo.
Completando un torneo davvero esemplare, iniziato bene e continuato meglio, Carreno Busta ha portato a casa la medaglia di bronzo con una vittoria splendida contro il n. 1 del mondo, che sicuramente non ha giocato al 100% delle sue capacità, ma che è stato messo in grande difficoltà dal ritmo dello spagnolo e dalle sue accelerazioni di diritto che spesso l’hanno lasciato fermo.
Decisivo per Djokovic lo 0 su 6 nella conversione delle palle break, avute anche in momenti decisivi della partita, come il 4-5 nel primo set oppure nel primo game del set decisivo, ma sulle quali non ha potuto o non gli è stato permesso di esprimersi al meglio.
LA PARTITA
Non dev’essere stata una notte facile quella trascorsa da Djokovic dopo la sconfitta nelle semifinali olimpiche: l’enorme delusione, il rivivere dettaglio per dettaglio tutto quello che è andato storto e che non si può più cambiare, ma soprattutto la consapevolezza che bisognava buttarsi tutto alle spalle rapidamente per giocarsi al meglio le chance di bronzo dopo poche ore. Un bronzo oltretutto da giocarsi contro un avversario che non poteva non richiamare qualche brutto ricordo: Carreno Busta era infatti l’avversario di quell’ottavo di finale dello US Open 2020 nel quale Djokovic fu squalificato per aver colpito con una pallina una giudice dl linea, in uno Slam che lo vedeva nettamente nel ruolo di favorito.
L’inizio del match è stato piuttosto difficile per in n. 1 del mondo, che dopo appena tre games ha iniziato a parlare con il suo angolo, ad allargare le braccia e scuotere la testa avviandosi al cambio di campo. La sensazione è che fosse un Djokovic con una marcia in meno rispetto a quello apparentemente inarrestabile ammirato nei turni preliminari: il suo palleggio era meno incisivo, i suoi colpi meno aggressivi e quando Carreno Busta riusciva a prendere la linea di fondo lui andava sempre in affanno in difesa.
L’inizio tuttavia era sembrato favorevole al serbo, che aveva concesso solamente due “quindici” nei suoi due primi turni di battuta ma aveva già avuto tre palle break nei games di servizio di Carreno Busta. Ma subito dopo ricomparivano le incertezze della semifinale: un turno di servizio di peste, perso a zero e concluso da un tentativo di “gancio” tirato quasi sui piedi. Impeccabile Carreno Busta, che non si è fatto minimamente distrarre dal nervosismo del suo avversario ed ha continuato imperterrito con il suo gioco ordinato da fondocampo, anche quando non ha mancato due set-point sul 5-3 e soprattutto quando ha rintuzzato con il servizio il tentativo di ritorno di Djokovic che si era arrampicato a due chance per il 5-5.
Finito il primo parziale in 49 minuti, si è iniziato a giocare durante la transizione dalla luce all’ombra nell’Ariake Coliseum, una transizione resa molto fastidiosa dalla presenza del tetto che per una mezz’ora buona ha tenuto nelle tenebre un giocatore e al sole quell’altro, in un “revival” del Mutua Madrid Open. Nonostante la situazione tutt’altro che ideale, nessuno dei due giocatori ha concesso palle break in tutto il parziale fino all’approdo al tie-break, giocatosi completamente nell’ombra. Dall’1-0 Carreno si è passati al 4-1 Djokovic e poi 4-4. Il primo ad arrivare al set point, che in quel caso era un “Bronze Medal Point” come suggeriva la grafica olimpica, era Carreno Busta, che però se lo vedeva annullare da un’ottima prima di Nole. Sul 7-6 per Djokovic è stato lo spagnolo a tentennare: il suo diritto incrociato in corridoio portava la finale per il bronzo al terzo set.
La giornata più calda ma meno umida rispetto alle precedenti (circa 32 gradi ma poco più del 50% di umidità relativa, contro a quasi l’80% di alcune giornate del torneo) non ha consentito ai due giocatori di potersi prendere 10 minuti di pausa, ma in ogni modo entrambi hanno chiesto di poter uscire dal campo per cambiarsi d’abito. Al rientro la ripartenza dava a Carreno Busta il vantaggio iniziale: annullava una delicata palla break in apertura (la sesta del match) facendo perdere la testa a Djokovic che, immemore di quello che era successo lo scorso settembre a New York, ha lanciato la racchetta sugli spalti vuoti, riuscendo a schivarsi persino l’ammonizione, che invece è arrivata due game più tardi quando la racchetta è stata frantumata sul paletto in occasione dello 0-3.
Lo spagnolo non ha dato segno di nervosismo fino all’ultimo game, proseguendo i suoi schemi per aprirsi le accelerazioni lungolinea ed i suoi servizi esterni da destra, su cui Djokovic ha fatto una fatica incredibile a rispondere. Al servizio sul 5-3, Carreno Busta si è visto annullare quattro match point da altrettanti colpi vincenti da parte di Djokovic, che da cavallo di razza ha continuato a combattere fino alla fine. Il sesto match point è stato quello buono: al diritto di Djokovic finito in rete lo spagnolo è crollato a terra singhiozzando, sdraiandosi proprio dove sono disegnati i cinque cerchi, quasi incredulo della sua impresa.
“LEGNO” AMARO
La Spagna dunque conquista una medaglia anche in questa Olimpiade, dopo l’oro in doppio vinto da Nadal e Lopez a Rio 2016. Carreno Busta succede a Kei Nishikori, che si era aggiudicato il bronzo a Rio battendo proprio Rafael Nadal in semifinale, e infligge a Djokovic indubbiamente la più grossa delusione della stagione. Questa medaglia “di legno” è la seconda che il n.1 del mondo ottiene nella sua carriera, dopo quella di Londra 2012 dove, sui campi in erba dell’All England Club, era stato battuto da Juan Martin del Potro.