Sembra essere arrivata ad un punto di svolta la carriera di Brandon Nakashima. Dopo aver raggiunto la finale a Los Cabos la scorsa settimana, infatti, il classe 2001 statunitense si è guadagnato la seconda opportunità consecutiva di conquistare il suo primo titolo ATP battendo Emil Ruusuvuori per 3-6 6-4 6-3 nelle semifinali del Truist Atlanta Open. Al momento salirebbe al N.89 delle classifiche, ma in caso di vittoria del torneo andrà al settantacinquesimo posto (ora è sesto nella Race to Milano, superando Brooksby).
Si è trattato di una bella rimonta propiziata da una crescita impetuosa al servizio: fra il secondo e il terzo set, Nakashima ha vinto 31 punti su 32 con la prima e concluso con 14 ace, un dato assolutamente fuori scala per un ragazzo di 1.85 che non fa necessariamente di questo colpo la sua pièce de resistance. Nel primo set sembrava tutto facile per Ruusuvuori, che si è guadagnato palle break in quattro game di risposta su cinque senza concederne da par suo, anche grazie al 15/16 con la prima. La posizione avanzata del finnico ha creato non pochi problemi all’avversario, in particolare dal lato del dritto: un bel rovescio in cross e un dritto dal centro gli hanno dato l’1-0 e servizio, e da lì è stata tutta discesa per lui, con un secondo break giunto nell’ultimo game del parziale.
Come detto, però, dall’inizio del secondo Nakashima ha preso l’abbrivio, ancorché su cortese omaggio dell’avversario: Ruusuvuori ha infatti commesso tre doppi falli nel primo gioco per il primo break di giornata, e da lì l’ex-studente di Virginia si è trasformato, perdendo solo due punti al servizio in tutto il set (19 prime su 22 in campo con il 100% di conversione) e tenendo cinque volte a zero. Simile canovaccio nel terzo: avanti 30-0 nel primo game, Ruusuvuori ha commesso quattro errori evitabili da fondo (due dritti e due rovesci) e si è trovato ad inseguire dall’inizio.
Nakashima ha avuto un passaggio a vuoto sul 2-1 quando Ruusuvuori ha alzato il livello di aggressione con il dritto intascando tre punti di fila per la palla break, ma un errore con lo stesso colpo l’ha vanificata, permettendo allo statunitense di salire 3-1 con due gran servizi. Il match si è di fatto chiuso lì, perché Nakashima non ha più sofferto e ha anzi chiuso con un break, rimanendo consistente nello scambio e dando all’avversario il tempo di sbagliare.
Il suo avversario in finale sarà il decano americano John Isner, che qui ad Atlanta è di casa (pur risiedendo a Dallas, Texas) per due motivi: nella capitale della Coca Cola ha infatti conquistato un terzo dei tornei vinti in carriera (cinque su quindici), e in più è andato all’università ad Athens, a poco più di un’ora di auto, dove ha sede l’ateneo statale della Georgia. Detto questo Nakashima ha vinto l’unico precedente che risale… a settimana scorsa, quando ha prevalso 7-5 6-4 nelle semifinali di Los Cabos.
GEORGIA ON MY MIND PER ISNER
Nell’incontro di ieri notte, Long John ha battuto il connazionale Taylor Fritz per 7-6(4) 5-7 6-3 in un altro match deciso su pochi punti: i break sono stati uno ciascuno, i punti di differenza solo cinque, mentre la chiave decisiva è stata il 68% con la seconda del semifinalista di Wimbledon 2018, al di là dei consueti 27 ace (20 per Fritz). Nel primo set le uniche chance sono capitate quasi per caso: sul 2-2, Fritz ha commesso due doppi falli consecutivi, trovandosi indietro 0-40, ma è riuscito a risalire anche grazie ad una risposta di dritto abbastanza semplice messa in rete dall’avversario. Giunti al tie-break, Isner è stato solido, e ha trovato due mini-break per il 3-1 (con una risposta aggressiva di rovescio) e per il 6-2 (con un attacco di dritto lungolinea che Fritz non è riuscito a lobbare in campo), chiudendo sul 7-4.
Nel secondo la prima di Isner ha perso di incisività (13/20 con il fondamentale), e alla lunga Fritz è stato bravo ad approfittarne: sul 4-4 si è procurato la prima palla break dell’incontro con un paio di rovesci straordinari, prima la risposta in allungo sulla botta centrale e poi il passante lungolinea in corsa che Isner è riuscito a tenere in campo in qualche modo solo per essere trafitto dal dritto in cross. Il cinque volte campione si è salvato con un ace centrale e ha poi rintuzzato un’altra opportunità concessa con un doppio fallo, ma nel turno successivo ha ceduto di schianto regalando il 6-5 e servizio a Fritz con un break a zero, allungando l’incontro.
Dopo una piccola pausa, Isner ha ritrovato vigore, e all’inizio del terzo ha trovato lo sprint decisivo: avanti 1-0, ha allungato il game ai vantaggi reggendo dal lato del rovescio, e si è portato a palla break grazie ad un brutto errore di dritto dell’avversario, breakkando con un bell’attacco di dritto chiuso a rete. Fritz ha avuto l’ultima chance quando è salito 15-40 sul 2-4 con un bel passante a sventaglio, ma Isner ha cancellato senza problemi con due servizi esterni (un serve-and-volley ed un ace) e ha tenuto fino a conquistare la finale N.29 della sua carriera, la nona ad Atlanta su 11 edizioni del torneo (!).
SINNER IN FINALE DI DOPPIO
Reduce dalla sorprendente sconfitta all’esordio con O’Connell (la quarta di fila), Jannik Sinner potrebbe regalarsi un sorriso e una benvenuta iniezione di fiducia conquistando il torneo di doppio in coppia con Reilly Opelka. I due non hanno ancora perso un set, e dopo aver battuto i secondi favoriti Erlich/Gonzalez al primo turno hanno regolato Paire/Huey e Arevalo/Reyes Varela, questi ultimi con il punteggio di 6-3 6-4.
I due hanno perso il servizio per la prima volta nel corso del torneo quando sono andati a servire per il match sul 6-3 5-2, ma alla seconda opportunità sono riusciti a chiudere. I loro avversari all’ultimo atto saranno Jordan Thompson e Steve Johnson; in coppia con quest’ultimo Opelka ha raggiunto la finale del torneo di Long Island del 2020.
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