Nel suo discorso post-partita, John Isner ha detto: “Questo torneo ha significato tutto per la mia carriera“. Ne ha ben donde, perché la sua vittoria per 7-6(8) 7-5 sul connazionale Brandon Nakashima (16 anni più giovane di lui) si è tradotta nel suo sesto titolo in Georgia (su 16 vinti, il 37,5%) alla nona finale (su 29, il 31%); in sostanza, un terzo circa degli allori del numero uno americano dell’ultimo decennio sono arrivati al Truist Atlanta Open. Questa vittoria comporta il ritorno alla trentesima posizione ATP per lui, un bel piazzamento in ottica Flushing Meadows.
Niente da fare per Nakashima, che settimana scorsa aveva battuto proprio Isner per raggiungere la sua prima finale di sempre a Los Cabos ma che ha finito per perdere ad un passo dal trofeo per la seconda volta di fila, sprecando due set point nel primo e due opportunità per andare a servire per il set nel secondo. Il Next Gen festeggia comunque l’ingresso in Top 100 con un balzo di 26 posizioni fino al N.89; è il secondo 2001 a riuscirci dopo Sinner e il più giovane fra chi accede direttamente agli Slam dopo Jannik, Alcaraz e Musetti.
IL MATCH – Il precedente della scorsa settimana era stato dominato dal servizio (7-5 6-4 Nakashima con due soli break in tutto il match), e la finale di ieri sera non ha deviato da questo leit motif, tutt’altro: il break è stato uno solo, ed entrambi hanno vinto l’81% dei punti con la prima andando in doppia cifra con gli ace (21 Isner, 12 Nakashima). Nel primo set i due sono andati via rapidi nei rispettivi turni di servizio: Nakashima non ha un servizio potentissimo ma estremamente versatile e complicato da leggere, senza mai consentire all’avversario di vincere più di due punti in risposta nello stesso game, e lo stesso vale per Isner, che ha messo il 74% di prime in campo perdendo appena cinque punti.
Nakashima ama impostare un tennis di pressione stando vicino al campo, un tipo di gioco che può mettere in difficoltà Isner; il problema è riuscire a creare le condizioni per farlo in risposta, cosa che non è mai riuscito a fare almeno fino al 6-5 in suo favore: a quel punto Nakashima è riuscito a trovare una risposta vincente di rovescio in allungo per il 15-30, salendo a set point con una bella combinazione di passanti chiusa con il rovescio in diagonale, Isner ha però trovato servizio e dritto, portando il parziale al tie-break. Dopo uno scambio di mini-break iniziale, Nakashima sembrava aver trovato l’allungo decisivo salendo 4-3 e servizio con uno splendido vincente di rovescio, ma Isner è riuscito a trovare una profonda risposta di rovescio inducendolo all’errore per il 4-4.
Da lì il game lungo ha seguito l’ordine dei servizi, alternando i set point: Brandon ne ha salvato uno sul 5-6 prendendo la via della rete, mentre Isner ne ha cancellata una sul 6-7 allo stesso modo. Nakashima si è portato 8-8 con uno slice lungolinea su cui Isner ha provato a cercare il vincente di dritto sbagliando di poco, ma al momento decisivo è stato tradito dal rovescio in salto, concedendo il terzo set point stavolta al servizio – Isner non aspettava altro, e ha chiuso con una seconda vincente al corpo.
Anche il secondo set è stato avaro di chance, almeno fino al 5-4 Isner, quando sono saltati gli schemi per entrambi: Nakashima ha perso la prima, commettendo due errori con il dritto, e un vincente bimane di Long John l’ha visto sprofondare a 0-40, tre championship point. Brandon li ha salvati tutti e tre, smistando benissimo con il dritto e prendendo la via della rete il prima possibile per chiudere con pregevoli soluzioni, e si è poi visto costretto a salvarne un quarto quando ha sbagliato uno slice. Anche quest’ultimo è stato salvato a rete, e il peso dell’occasione sprecata si è fatto sentire per Isner, che sul 5-5 ha concesso due palle break con un brutto errore di rovescio. Pur sfiorando un doppio fallo, il cinque volte campione si è salvato con il fido servizio, e tornato a rispondere sul 6-5 ha allungato il game, guadagnandosi la quinta palla del titolo con una risposta in allungo di dritto che è rimasta corta e bassa, forzando un errore con il rovescio tagliato dell’avversario. Quella è stata la volta buona, perché la seconda di Nakashima è stata deviata fuori dal nastro, dandogli la prima vittoria nella prima finale da Newport 2019.
I NUMERI – Seconda sconfitta su due finali ATP per Nakashima, che sale al cinquantottesimo posto della Race to Turin e al sesto della Race to Milan superando Brooksby. Come detto, Isner ha vinto 16 titoli su 29 finali; Isner è trentesimo nel ranking e trentacinquesimo nella Race.
Il sesto titolo vinto ad Atlanta gli garantisce infine il passe-partout per un club esclusivo. Solo i Big Three hanno infatti esercitato cotanto dominio su dei singoli tornei fra i giocatori in attività: Federer a Wimbledon, Halle, Basilea, Melbourne, Cincinnati, ATP Finals e Dubai, Nadal al Roland Garros, a Roma, Montecarlo e Barcellona, Djokovic a Melbourne, Wimbledon, Miami e Pechino.
Qui il tabellone di Atlanta e degli altri tornei della scorsa settimana