Da quel dritto fiacco a metà rete che ha concesso il primo break dell’incontro a Lloyd Harris nel settimo game si è intuito che sarebbe potuta diventare una partita difficile per Rafael Nadal. Solitamente il campione spagnolo ha armi e soluzioni infinite per risalire la china, ma questa volta non ci è riuscito fino in fondo: agli ottavi dell’ATP 500 di Washington, il torneo del suo rientro in campo, si è dovuto arrendere in tre set dopo aver dato – erroneamente – la sensazione di essere tornato del tutto in partita nel secondo set, vinto nettamente col punteggio di 6-1. In partita ci è effettivamente rimasto fino alla fine, ma senza l’intensità necessaria a battere un avversario in grande serata.
Come detto, i problemi erano nati nel primo per via di un ottimo Harris, prevedibilmente aggressivo con servizio e dritto ma meno prevedibilmente incisivo col rovescio, specie in lungolinea. Ancora un po’ imballato negli spostamenti per via del problema al piede, Nadal ha mancato più di qualcuna delle sue classiche esecuzioni di dritto inside out, e questo ha dato fiducia al sudafricano che dopo aver conquistato il break e aver resistito al tentativo di rientro dello spagnolo proprio nell’ultimo game del set, ha messo alle spalle di Nadal la palla del 6-4.
Il secondo set è stato un dominio di Nadal, che ha ritrovato anche qualche buona soluzione di tocco per risparmiare preziose energie e soprattutto si è fatto sentire dal suo avversario, vocalmente e con il linguaggio del corpo. Chi però si attendeva di vedere nel terzo set il completamento di una naturale rimonta è rimasto sorpreso dal piglio di Harris, che si è rimesso a spingere da fondo campo, aprendo gli angoli e uscendo sempre con grande naturalezza in lungolinea.
Il servizio ha sicuramente giocato un ruolo decisivo: il 95% di conversione del primo servizio di Harris nel primo set era diventato un misero 45% nel secondo, ed è nuovamente risalito al 76% nel terzo. Tutta un’altra musica per Lloyd, che proprio con l’aiuto della prima palla ha annullato tutte e tre le palle break concesse nel terzo set, due in apertura e una nel sesto game, impedendo fisicamente al suo avversario di toccare la palla in risposta con un vero e proprio missile esterno servito da sinistra. Si è proceduto punto a punto, un territorio che di solito non spaventa in alcun modo Nadal – che attende con pazienza il momento migliore per breakkare l’avversario. Non è andata però così. Sul 5-4 30-30 a favore di Harris, lo spagnolo non è riuscito a sfondare Harris da fondo e lo ha chiamato a rete, ritrovandosi però a fallire (non di poco) il passante di dritto. E nel punto successivo, costretto a salvare un match point, Nadal è stato prima tradito dal nastro che ha frenato il suo attacco di dritto e poi fulminato dal pallonetto vincente di Harris.
Dopo il 6-3 6-4 inflitto a Thiem qualche mese fa a Dubai (torneo in cui ha raggiunto la finale), Lloyd Harris batte così il secondo top 10 della stagione e più in generale della sua carriera e si qualifica per i quarti di finale del Citi Open. Dimostrando da un lato di essere un tennista completo e assai pericoloso quando in giornata sul cemento, e dall’altro che Rafael Nadal non è ancora pronto per competere ad alti livelli in questa estate nordamericana. E che a Toronto, torneo al quale Nadal si presenterà da numero 4 del mondo (lunedì prossimo verrà sorpassato da Tsitsipas in classifica), ci sarà da fare ancora un po’ di rodaggio.