Prima del tennis giocato, la notizia della seconda giornata canadese è il ritiro di Rafa Nadal dal Masters 1000 di Toronto. “Tenevo davvero a giocare qui” sono le sue parole, “ma ora è il momento di prendere una decisione e purtroppo questa è la decisione che devo prendere”. Il motivo è il problema al piede sinistro che lo perseguita “da un paio di mesi, come tutti sanno. Di sicuro non è una situazione felice dopo tutto il successo che ho avuto qui in Canada, non essere in grado di giocare quest’anno dopo aver perso un anno” aggiunge riferendosi alla cancellazione del torneo nel 2020. “È dura, ma così è oggi”.
Senza ulteriori commenti, a distanza di qualche ora, Rafa ha rinunciato anche al torneo di Cincinnati che dunque sarà privo dei Big 3 esattamente come l’omologo canadese in corso di svolgimento. Il problema al piede lo costringerà dunque a rientrare non prima dello US Open, al via a partire dal 30 agosto.
DANIIL DAI DUE VOLTI – Il primo favorito del seeding, Daniil Medvedev, mette a segno la quinta vittoria in altrettante sfide su Alexander Bublik, questa volta capace di strappare un set al più quotato avversario prima di subirne la rimonta dopo l’interruzione dovuta alla pioggia. Un match iniziato in sordina e mai davvero decollato, con troppi errori di Medvedev nel primo parziale di fronte a un Bublik che mette poche e micidiali prime in campo, ma che si fa valere anche sulla seconda. Il set si decide al nono gioco: un serve&volley scriteriato sulla seconda da parte di Daniil tiene in vita Alex che ci mette del suo rispondendo bene anche sulla seconda palla game, poi gli arrivano in omaggio quattro battute fuori bersaglio che lo mandano a servire per il set. Creandosi anch’egli qualche difficoltà, si assicura il 6-4 grazie a un rovescio insensatamente largo di Medvedev e al servizio che non torna indietro – qualcosa che non va con le corde, secondo il ribattitore.
Nel quarto gioco, Daniil si esibisce in una rovesciata volante in uno scambio poi chiuso a rete dal n. 39 ATP: scrosciano gli applausi, ma non saranno i soli. Nel frattempo, è caduta qualche goccia di pioggia e i giocatori si fermano, mentre Aurelie Tourte scende dalla sedia e inizia a passare un asciugamano sulle righe. La sentiamo dire “finisco questa, quella centrale del servizio e siamo a posto” e inizia il diluvio. La meteorologia nega che la pioggia battente sia stata provocata dalle parole dell’arbitro o da quello scambio che avrebbe potuto ravvivare il match. In ogni caso, un’ora dopo si ricomincia, con “Bear” ora centrato e Bublik che concede troppo con il rovescio, andando sotto al sesto gioco. Medvedev non lascia più punti in battuta, incamera il set e parte in vantaggio nella frazione decisiva approfittando delle imperfezioni kazake che arrivano copiose.
C’è una contestazione da parte di entrambi nei confronti di Tourte che ferma lo scambio rocambolesco chiamando il disturbo al moscovita perché ha parlato durante il gioco. Daniil dice che è una “decisione stupida che andrà su Tennis TV” e ne invoca il licenziamento, l’altro non smette di ridere, non riesce a credere che il punto sia suo e non lo vorrebbe. Finito il siparietto, il ventiquattrenne nato a Gatchina alza il livello del servizio, ma il danno iniziale è irreparabile perché Medvedev ha messo i panni da top player e fila spedito verso il 6-4 avanzando così agli ottavi, dove potrà essere raggiunto da Jannik Sinner, che però deve prima vedersela con il qualificato aussie James Duckworth. Alla fine, il numero 2 del mondo non può non riconoscere l’episodio a lui favorevole e scrive sulla telecamera “like rain”.
GLI ALTRI MATCH – Dopo due ore e mezza di battaglia, la medaglia d’argento di Tokyo Karen Khachanov supera in tre set Cameron Norrie pareggiando il conto dei confronti diretti – quattro, tutti quest’anno. Khachanov inizia forte, fa valere la sua maggiore pesantezza di palla e vola sul 4-1 con doppio break. L’ottimo Norrie che stiamo ammirando in questa stagione (magari non dal punto di vista stilistico) comincia a farsi vedere, recupera parte dello svantaggio e si porta sul 15-40 quando il russo serve sul 5-4. Se la prima occasione se ne va con una botta al centro, Cameron ha parecchi rimpianti sulla successiva per l’errore di rovescio nello scambio neutro e Karen può far suo il set. Il secondo parziale fila via relativamente liscio fino al dodicesimo gioco, quando un paio di doppi falli inguaiano Khachanov, beffato poi sul set point da un nastro britannico che lo porta fuori tempo. Norrie si scusa e si gira verso il suo angolo con il sorriso di chi riconosce il colpo di fortuna, mentre Khachanov, che aveva però avuto l’opportunità di chiudere quel punto, si prende il warning per abuso di palla. Ricomincia carico strappando la battuta a Norrie e difende il vantaggio risalendo da 0-40 nel quarto gioco grazie a una prima di servizio che si era vista poco nella seconda partita. È lotta aperta, quando risponde sul 5-3 Khachanov va a vincere un punto con un paio di rincorse che, di solito, quelli alti quasi due metri evitano nel game che precede “quello della verità”. Poi tira sapientemente il fiato e, dopo il cambio campo, chiude con grande attenzione guadagnandosi un Aslan Karatsev al secondo turno.
Nel Kitzbuhel settembrino della passata stagione aveva vinto Miomir Kecmanovic in rimonta, ma Kei Nishikori rientrava da un anno di inattività e al terzo set era in riserva. Dopo aver vinto il primo parziale e il gran lob nel tie-break del secondo che è valso l’aggancio sul 5 pari, sembrava che la rivincita di Kei si compisse in due set. Invece, due gratuiti giapponesi (e fanno 20 nel set) rimandano di nuovo tutto alla partita finale che questa volta Nishikori domina 6-2.
Non perdeva all’esordio dal Challenger di Potchefstroom lo scorso febbraio, Jenson Brooksby, ma nel martedì canadese si arrende alla rimonta Nikoloz Basilashvili. Pochissime prime in campo per Nikoloz che gli portano anche pochi punti, qualche risposta puntuale di Brooksby e il primo set va al californiano per 6-2. Se pensiamo al Basilashvili degli ultimi mesi, tra ripetute sconfitte al primo turno ma due titoli in bacheca (alzati in Qatar e in Baviera) e al suo avversario che è ai primissimi tornei ATP, non sorprende più di tanto che l’inerzia cambi completamente nel secondo parziale, per quanto il 6-0 georgiano non fosse esattamente l’esito più atteso. Nel terzo set, i due procedono finalmente appaiati. Sul 4-4, Brooksby è bravo a recuperare da un colpevole 15-40, ma Basilashvili rimane lì, sorpassa grazie al doppio fallo e fa agevolmente suo il match al game successivo.
Dusan Lajovic supera in rimonta Emil Ruusuvuori. Una vittoria un po’ inaspettata per il serbo, sia per la sua stagione finora non certo brillante, sia per la superficie favorevole a Ruusuvuori (per quanto anche Dusan dichiari di preferire il duro). È anche vero che il ventiduenne di Helsinki manca ancora di continuità e gli ultimi giorni ne sono un esempio: al secondo turno di Washington, era da subito apparso rassegnato alla sconfitta contro Jannik Sinner, mentre si era guadagnato questo tabellone imponendosi nettamente su Frances Tiafoe.
Risultati:
[PR] K. Nishikori b. M. Kecmanovic 6-4 6-7(5) 6-2
J. Isner b. A. Davidovich Fokina 6-4
]1] D. Medvedev b. A. Bublik 4-6 6-3 6-4
K. Khachanov b. C. Norrie 6-4 5-7 6-4
[LL] F. Tiafoe b. [Q] Y. Nishioka 6-4 6-3
[6] C. Ruud vs M. Cilic
N. Basilashvili b. J. Brooksby 2-6 6-0 6-4
D. Lajovic b. [Q] E. Ruusuvuori 3-6 6-3 6-3
B. Paire [SE] b. M. McDonald 6-3 6-4
U. Humbert vs [3] S. Tsitsipas
[14] G. Dimitrov vs R. Opelka