2. Camila Giorgi a Montreal
Nel torneo canadese Giorgi entra di un soffio nel tabellone principale; dunque evita le qualificazioni, ma non ha i privilegi delle teste di serie. E come spesso accade in questi casi, il sorteggio non è semplice: al primo turno trova la teste di serie numero 9 Elise Mertens, che la settimana precedente ha raggiunto la semifinale a San Josè.
Come ho già avuto occasione di scrivere in passato, Mertens è una cliente difficile, da non sottovalutare. Molto raramente va incontro a giornate-no, in più dispone di un repertorio tecnico completissimo e di notevole intelligenza tattica. Certo, non ha un dritto-bomba, ma è sempre a suo agio in ogni parte di campo. In sostanza: molto difficilmente regala le partite, specie contro avversarie di classifica inferiore. E forse non è un caso che Camila si trovi sotto zero a due negli scontri diretti.
Invece questa volta Giorgi governa il match con autorevolezza. Nel primo set un solo break fa la differenza, mentre nel secondo tutto accade nel finale: Camila strappa la battuta ad Elise sul 4-4, va a servire per il match ma non riesce a chiudere i conti. Ci vorrà un secondo break, finalmente consolidato, per definire il punteggio sul 6-3, 7-5.
Un successo contro Mertens va sempre considerato come un segnale incoraggiante perché, come ho provato a spiegare sopra, significa avere giocato su alti livelli. In estrema sintesi questo primo turno ci comunica due cose; una negativa e una positiva. Camila ha confermato la tendenza a tremare quando si tratta di chiudere i set e/o i match. Però ha dato prova di saper offrire un gioco aggressivo senza andare sopra le righe; anche perché, se avesse esagerato, Mertens ne avrebbe saputo approfittare.
Il secondo turno contro Nadia Podoroska conferma le ottime impressioni dell’esordio. Come contro Mertens i precedenti sono sfavorevoli (0-2 gli scontri diretti), ma di nuovo Camila non sembra risentirne e governa la partita imponendo il proprio gioco, grazie a un ritmo che risulta spesso insostenibile per Podoroska. Durante molti scambi è proprio la differenza nella velocità di palla a pesare in modo decisivo. E siccome Camila sbaglia poco, a Nadia non basta nemmeno sperare che il punto si prolunghi per avere la meglio. In sostanza: altra prestazione positiva, anche se nel finale di secondo set si ripete l’andamento del primo turno: break che consente a Giorgi di andare a servire per la partita, ma servizio perso, e quindi occorre un nuovo break per chiudere i conti (6-2, 6-4).
A dispetto della classifica, il terzo turno contro Petra Kvitova (testa di serie numero 7, 1-1 negli scontri diretti), si rivela piuttosto semplice. Come prevedibile la partita non offre lunghi scambi, ma Giorgi è praticamente sempre in controllo della situazione, grazie soprattutto alla superiorità nei colpi di inizio gioco. Del resto Petra non sta attraversando un buon momento al servizio, e questo pesa sul bilancio dell’incontro. Non soltanto Camila serve meglio (e più veloce), ma soprattutto risponde con una incisività di gran lunga superiore.
Man mano che il confronto si sviluppa, Giorgi prende le misure alla battuta avversaria e finisce per chiudere entrambi i set strappando il servizio a Kvitova grazie a risposte vincenti a ripetizione (6-4, 6-4). E la risposta fulminante sfoderata sul match point sintetizza in pochi secondi l’intero match. Altra prestazione estremamente positiva, con il solito piccolo neo della difficoltà a chiudere i set quando è alla battuta (break subito sul 5-3 del primo set).
Quarto turno, livello mai raggiunto prima da Giorgi in un WTA 1000. Avversaria Coco Gauff, che l’aveva sconfitta di recente sulla terra battuta di Parma. Contro Gauff Giorgi serve benissimo, a mio avviso offre la migliore prestazione alla battuta di tutta la settimana. A dispetto dei numeri molto scarni (un solo ace), molte volte è proprio l’incisività della sua prima di servizio a consentirle di vincere punti facili. Contro la giocatrice che a Wimbledon ha servito più rapido di tutte (Coco ha raggiunto le 125 miglia orarie), Camila finisce per vincere la battaglia dei servizi. E non si parla solo di prime di potenza: anche la seconda si rivela solida (zero doppi falli) e consistente (54% di punti vinti, contro il 38% di Gauff).
Non solo. Giorgi dimostra di avere un piano tattico chiaro ed efficace: sa che il dritto di Gauff è un potenziale punto debole e insiste su quel lato sia con la direzione della battuta che durante lo scambio. Scelta che la ripaga ampiamente (6-3, 7-6). Camila vince il primo set senza concedere palle break, mentre nel secondo le cose sono meno semplici. Come già nei match precedenti, dopo un primo parziale impeccabile, va incontro a piccoli passaggi a vuoto che rendono la partita più tesa ed equilibrata. Perde il servizio un paio di volte e di nuovo non riesce a chiudere con il vantaggio della battuta sul 5-4 e sul 6-5. Ma infine evita il terzo set grazie a un ottimo tie-break 7-2).
A questo punto vale la pena di provare a elencare i temi fondamentali che i primi quattro turni di Montreal hanno messo in luce. Innanzitutto credo si debba sottolineare che in Canada non si è vista una giocatrice radicalmente trasformata: Giorgi è sempre Giorgi, vale a dire una tennista capace di tirare più forte della media, così come di servire e rispondere con grande aggressività. Ma sin dal match contro Mertens è riuscita a mettere in campo una solidità complessiva che le permette di sbagliare poco anche quando lo scambio si allunga. In questi casi non si fa prendere dall’ansia di chiudere al primo colpo possibile, e riesce comunque a sviluppare schemi che le permettono di raccogliere punti anche sugli errori dell’avversaria. Per esempio contro Podoroska si rivelano fruttuosi gli scambi insistiti sulla diagonale del rovescio, mentre contro Gauff sono quelli sulla diagonale opposta, del dritto, che scavano una differenza sostanziale.
Del resto Giorgi è una giocatrice piuttosto simmetrica (nel senso che non ha un colpo nettamente più forte tra dritto e rovescio) e questo la agevola contro rivali che sono tecnicamente meno omogenee (come Podoroska e Gauff, appunto). Certo, il rovescio di Camila è particolarmente incisivo, ma anche dalla parte del dritto non è che non sappia far male.
In più dalla parte del dritto Camila ha messo a punto una esecuzione più carica di topspin che alterna alla classica parabola tesa: questo nuovo “drittone” in termini di velocità assoluta non viaggia di più, ma di sicuro pesa parecchio per la maggiore rotazione impressa. Quando poi ricade negli ultimi metri di campo diventa quasi ingestibile per le avversarie. In questo colpo Giorgi ricorda Flavia Pennetta. Sì, proprio la Pennetta capace di vincere a Indian Wells, che nella seconda parte di carriera aveva introdotto nel suo repertorio un dritto di stampo più maschile e anche grazie a quel “drittone” era riuscita a vincere in California a 32 anni; e l’anno dopo perfino lo US Open.
Infine merita di essere sottolineata la particolare efficacia del servizio, espressa non solo attraverso prime di grande potenza, ma anche nella maggiore solidità della seconda palla.
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