Come si fa a battere uno che fa del servizio la sua arma principale? Mettendo in campo la prima nei momenti importanti. Questa è stata la chiave di lettura di Jannik Sinner dopo la sconfitta contro John Isner per 5-7 7-6(4) 6-4. Anche il gigante americano ha identificato nel tie-break del secondo set il momento chiave del match, ma al di là delle carenze di prime di Jannik, è stato l’errore durante lo scambio dell’altoatesino a rimetterlo in gioco. “Il punto di svolta c’è stato sul 4-2 nel tie-break quando lui ha sbagliato una smorzata. Non era necessario farla così corta perché io ero molto lontano dalla linea di fondo e non ci sarei arrivato” ha ammesso Isner nella conferenza stampa post-partita.
Com’è capitato anche ad altri vecchi campioni nei mesi scorsi, il ritorno dei tifosi sugli spalti sta dando loro una grossa mano e a Cincinnati l’ex top 10 ha ricevuto un grosso sostegno. “Penso davvero che il pubblico mi abbia aiutato parecchio. C’è stato un momento nel secondo set in cui ero davvero stanco ed è stata molto dura. Sono però consapevole di essere in grado di tirare avanti anche grazie al servizio e portare il match alla distanza”.
Infine, interrogato da Vanni Gibertini sulle qualità e sul futuro di Sinner, John si è lasciato andare a complimenti a dir poco lusinghieri non certo dettatti dalla cortesia del momento. “Ne stavo appunto parlando con il mi coach. Sinner ha tutti gli strumenti per fare cose fantastiche in questo sport. Ha una gran testa e un comportamento glaciale quando è in campo. Non si esalta o si demotiva eccessivamente durante il corso del match, ed è qualcosa di speciale per uno di appena 20 anni“.
“Non si è avvicinato minimamente al suo massimo potenziale e io mi aspetto davvero che vincerà tornei molto, molto importanti. So che lui sente tutti questi commenti e la cosa può generare molta pressione, ma lui dà l’impressione di essere uno che può gestirla bene. Decisamente è una delle stelle più brillanti di questo gioco, uno dei giovani più promettenti che sosterrà il nostro sport per molti anni a venire“. E noi non possiamo che augurarcelo.