Ashleigh Barty è la prima finalista del Western & Southern Open 2021 in virtù del successo riportato per 6-2 7-5 contro Angelique Kerber in 74 minuti pur sprecando un break di vantaggio all’inizio del secondo set dopo aver vinto sei game di fila. L’australiana fa sempre di più il vuoto in classifica: questa è la sua sesta finale dell’anno (quattro vittorie), la terza di categoria 1000 (ha vinto a Miami e perso a Madrid). Barty non ha ancora perso un set in settimana, impressionando sia contro la campionessa uscente Azarenka che contro Krejcikova (numeri alla mano la seconda miglior giocatrice del 2021 alle sue spalle), ed è 39-7 in stagione.
“Angie è una competitor eccezionale“, ha detto la vincitrice. “All’inizio del secondo è salita di livello, e mi ci è voluto qualche game per reagire. Lei si muove benissimo e ti fa giocare colpi complicati, quindi per me la chiave era di riuscire a rimanere in controllo dei punti. Vedere così tanta gente mi ricorda perché amo questo gioco“.
Kerber ha pagato il 5/20 con la seconda di servizio, ma può consolarsi con il ritorno in Top 20 alla posizione N.18: negli ultimi due tornei giocati (Cincinnati e Wimbledon) ha perso sempre in semifinale e solo contro la rivale odierna, che ora conduce 4-2 negli scontri diretti. Questa settimana, in particolare, Kerber ha messo in fila quattro avversarie di alto livello come Sakkari, Svitolina, Ostapenko e Kvitova, e potrà essere una pericolosa mina vagante a Flushing Meadows.
IL MATCH – Alto livello all’inizio: Barty è partita servendo con grande precisione, infilando due ace nel primo game (nel corso del torneo aveva vinto l’86% dei punti con la prima alla vigilia di questo incontro) e trovando punti rapidi con il suo inintelligibile dritto (nel set ha doppiato l’avversaria nei punti sotto i cinque colpi per 18-9). Kerber è invece parsa molto centrata soprattutto con le rovescio, le cui traiettorie piatte e basse sono particolarmente venefiche sui campi rapidi, e ha spinto a piacimento in risposta con la seconda, cercando colpi alla figura che le consentissero di aprirsi il campo.
Nella fase iniziale la teutonica è stata più incisiva nello scambio, e in risposta ha avuto qualche piccola chance in più anche in virtù di percentuali piuttosto basse di prime in campo della tds N.1 (per esempio andando ai vantaggi sul 2-2), ma Barty, che ha nelle sinapsi l’autostima derivante dalle tante vittorie, ha sempre trovato punti diretti o quasi nei frangenti più clutch, e al primo momento di esitazione della rivale ha colpito, e senza pietà: avanti 3-2, ha sfruttato due errori di dritto di Kerber (il primo propiziato da un suo slice) e ha breakkato ineffabilmente con un vincente di dritto stretto in corsa e addirittura smorzata vincente in risposta. La trentatreenne mancina si è letteralmente disintegrata, soffrendo sempre di più il back dell’aussie, e ha concesso tre set point con un doppio fallo (ha chiuso con un misero 22% sulla seconda nel set) – è riuscita a salvare le prime due, ma sulla terza Barty si è difesa a tutto a campo e l’ha costretta ad un difficile salvataggio aereo con il lob, intascando in scioltezza il quarto gioco di fila con il passante bimane.
L’emorragia è continuata all’inizio del secondo parziale: Barty ha continuato ad affettare in risposta, e Kerber ha perso del tutto la trebisonda, trovandosi rapidamente in svantaggio 0-2. A quel punto però Barty ha sbagliato clamorosamente uno smash, facendosi rimontare da 40-15, e l’esperta Angelique ha subito reagito, colpendo con costrutto ed aggressività e salendo a palla break con un bel rovescio lungolinea e difendendosi pugnacemente fino a portare l’australiana a colpire un altro flebile smash – la tre volte campionessa Slam ha recuperato pure quello, e Barty ha sbagliato la palla corta restituendo il break.
Le velleità di rimonta sembravano destinate a spegnersi rapidamente, ma non è stato così: Barty ha guadagnato una palla break con una palla corta sottolineata dal passante tagliato, ma Kerber ha trovato un servizio esterno vincente. Come nel match di ieri con Krejcikova, la rottura di Barty è stata prolungata, e sul 2-2 è arrivata una palla break Kerber con un vincente di dritto; la tds N.1 si è salvata con il servizio al centro, ma ha sbagliato un facile passante di dritto e messo in rete un rovescio per trovarsi improvvisamente a rincorrere.
Sempre come nel match di ieri, tuttavia, Barty non ci ha messo molto a ritrovarsi, e grazie alla spinta in risposta (Kerber ha vinto solo un punto su otto con la seconda nella prima fase del set) ha pareggiato. Barty ha salvato un’altra palla break con servizio e dritto sul 3-3, e sul 5-4 si è portata due volte a due punti dal match, ma Kerber ha sempre preso l’iniziativa, non dandole la possibilità di entrare nello scambio. Sul 5-5, la tedesca è salita 30-30 con una gran risposta di rovescio vincente, ma Ashleigh, fredda come un ghiacciolo, ha trovato ace e smorzata vincenti, e nel game successivo ha chiuso l’incontro, senza strafare, ma semplicemente alzando la soglia d’attenzione quel tanto che bastava per approfittare della tensione di Kerber, trovando due risposte bloccate che hanno propiziato gli errori di dritto che le hanno regalato la prima finale in carriera a Cincinnati.
L’AMERICA DI JIL – No, non ci stiamo riferendo al memorabile brano di Ennio Morricone per la colonna sonora di C’era una volta il West e neanche alla bellissima Claudia Cardinale. L’America di Jil è quella di Jil Teichmann che confeziona un’altra impresa in una settimana memorabile liquidando in due set anche Karolina Pliskova 6-2 6-4.
La svizzera aveva già battuto, da wild card, l’ex N.1 del mondo Naomi Osaka e la fresca medaglia d’oro olimpica, la sua connazionale Belinda Bencic. Si è ripetuta sul Centrale di Cincinnati con una prestazione super contro la ceca, N.5 del seeding.
Un match che ha dominato e chiuso in 1h22 strappando quattro volte il servizio a colei che probabilmente ha in questo momento la miglior battuta nel circuito WTA. Un match giocato sempre a trazione anteriore e condotto a suon di vincenti (27 contro 10 della sua avversaria) concedendosi il lusso di chiudere con il doppio degli ace rispetto a Karolina (8 a 4).
Veramente troppo alto il numero dei gratuiti per la ceca quasi il triplo rispetto ai suoi vincenti (-16 il bilancio conclusivo). Con dei numeri di questo tipo è già un miracolo che Pliskova abbia ottenuto un controbreak che sembrava averla rimessa in partita portandola sul 4 pari del secondo. Nel game successivo però appare esausta per lo sforzo e comincia il nono gioco con due doppi falli consecutivi che aprono la strada a un nuovo break di Teichmann che non si fa pregare e ottiene il risultato più importante della sua carriera.
La finale in un “1000” contro la N.1 del mondo. Avrà dentro di sè le forze per un’altra impresa? Intanto si porta a casa la certezza di rientrare tra le prime 50 del mondo nella classifica di lunedì, per domani si vedrà…