Parte lo US Open e non c’è bisogno di dire chi sia l’uomo più atteso. Novak Djokovic ha catturato l’attenzione dei media, come è ovvio che sia, già a partire dal giorno della conferenza stampa pre-torneo. Il campione serbo è a Fluhsing Meadows per centrare il Grande Slam (qui un approfondimento sul suo tabellone) e inevitabilmente è stato bombardato di domande sul tema. “Ovviamente sarebbe il più grande risultato della mia carriera – ha esordito Novak -. Sono consapevole dell’opportunità che ho di fronte, in uno dei tornei più belli del mondo che finalmente ritrova il pubblico. Sono motivato e ispirato. Il sogno del Grande Slam è la mia stella polare, ma allo stesso tempo devo essere concentrato su una palla alla volta, un avversario alla volta”.
Novak, dopo la vittoria a Wimbledon, è stato protagonista di un inatteso flop all’Olimpiade di Tokyo e poi ha scelto di saltare entrambi i Masters 1000 sul cemento. Il serbo, dunque, risponde così sulle sue condizioni fisiche: “A Tokyo ho vissuto una bellissima esperienza, anche se sfortunatamente non sono riuscito a vincere medaglie. Dal punto di vista umano ho respirato un’atmosfera unica. Poi ho deciso di prendere un po’ di tempo per me, saltando sia Toronto che Cincinnati. Ero stanco e sentivo il bisogno di riposarmi. Mi sono allenato bene e ora mi sento pronto”.
Djokovic è l’unico dei Big Three presenti a New York, con Federer e Nadal che hanno posto anticipatamente fine alla propria stagione. “Mi spiace non vederli in campo, perché prima di tutto sono un fan di questo sport – ha detto Nole, che detiene 20 slam come lo svizzero e lo spagnolo -. Ma credo che prima di tutto debbano pensare alla propria salute, perché quando un problema fisico diventa cronico la questione può impattare anche la vita dopo la carriera. Quindi Roger, Rafa e anche Serena Williams hanno fatto la scelta giusta. Auguro a tutti loro un veloce recupero”.
Di sicuro l’assenza di Federer e Nadal aggiunge ulteriore pressione sulle spalle del serbo. E la curiosità di molti è proprio nel capire come Djokovic abbia in mente di gestirla. “Se ho chiesto consigli a Rod Laver? No, non ancora, magari può essere un’idea… So benissimo che tutti guarderanno le mie partite e che tutti si aspettano che io vinca. Ma non mi piace pensare alla frase “ora o mai più”. Avrò altre opportunità di vincere Slam, anche se non so se ne avrò una seconda per vincere un Grande Slam – concede Nole -. Di sicuro in questo torneo non è che non ci siano avversari forti: credo che Medvedev, Zverev e Tsitsipas abbiano le carte in regola per vincere”.
E allora, parola ai tre sfidanti individuati dallo stesso Nole, anche loro protagonisti del Media Day. “Ho maggiori aspettative oggi rispetto al 2019, quando ero reduce da un’estate di sole vittorie ma negli Slam avevo raggiunto al massimo un quarto turno – ha detto Daniil Medvedev -. Negli Slam devi vincere sette partite al meglio dei cinque set, ovviamente è qualcosa di molto diverso rispetto agli altri tornei. Da allora, comunque, ho raggiunto due finali e mi sento cresciuto molto. So che quando gioco bene posso creare problemi a qualsiasi avversario. E sono qui per vincere, voglio vincere lo US Open”, esclama senza problemi il russo. Che continua: “So quanto sia forte Djokovic, è semplicemente un giocatore meraviglioso. Ha già raggiunto molti record e altri ne supererà. Però ho visto Zverev all’Olimpiade contro di lui. Era un set e un break sotto, ma ha continuato a crederci, ha alzato il suo livello ed è riuscito a vincere alla lunga. Questo è quello che bisogna fare contro di lui: io, Sascha e Stefanos siamo qui per impedirgli di vincere il Grande Slam”.
Dichiarazioni bellicose a cui fanno seguito quelle di Zverev, medaglia d’oro a Tokyo e poi vincitore a Cincinnati (al centro nelle ultime ore di un caso di cronaca extra-campo che lo ha portato all’avvio di un’azione legale). “Mi sento bene, sono molto motivato. Appena arrivato qui mi sono allenato sul campo centrale e i ricordi della finale dello scorso anno, persa dopo che sono arrivato a due punti dal match, sono ancora tutti nella mia testa. Quel flash-back ha aggiunto benzina sul fuoco: sono reduce da un’estate meravigliosa, voglio far sì che continui anche qui”.
Chiude Tsitsipas: “Grande rispetto per Djokovic, per il suo atteggiamento e per quello che ha raggiunto. Spero un giorno di poter raggiungere il suo livello – ha detto il greco, molto più cauto nelle dichiarazioni rispetto a Medvedev e Zverev -. Ora devo prima di tutto pensare al primo turno contro Murray. So quanto sta lavorando per tornare quello di una volta e so che lotterà moltissimo. Avrò bisogno del mio miglior tennis”.