L’Italia è già sicura di portare a casa due titoli Challenger questa settimana. Mentre a Barletta in serata si giocherà una finale tutta italiana tra Giulio Zeppieri (classe 2001) e Flavio Cobolli (classe 2002), rispettivamente prima e seconda presenza in una finale di categoria, a Praga l’italo-argentino Franco Agamenone ha già festeggiato il suo primo titolo Challenger.
Franco Agamenone, che da un anno vive a Lecce dopo essere nato in Argentina nel 1993, sta ottenendo quest’anno tutto quello che fino a pochi mesi fa sembrava pura utopia. Nella prima metà della stagione ha dominato il circuito Futures, portando a casa cinque vittorie, poi, grazie alla sua nuova classifica, ha cominciato a frequentare il piano di sopra. Qualche Challenger non andato benissimo (tre eliminazioni nelle quali) e adesso l’incredibile exploit col primo successo in carriera nel Challenger 50 di Praga (terra battuta).
In finale ha impartito una severa lezione al britannico Ryan Peniston (n.351 ATP) con un punteggio netto (6-3 6-1) che ci racconta molto della partita. Cinque break contro uno solo, migliori percentuali di servizio (69% di punti sulla prima contro il 47%), ma soprattutto un’energia e un entusiasmo che hanno fatto subito capire all’avversario che la giornata non sarebbe stata semplice. Del resto in tutto il torneo l’azzurro è sembrato un uomo in missione, lasciando per strada un solo set (contro il belga Michael Geerts nei quarti), e dimostrando come anche a 28 anni non sia tardi per dare una svolta alla propria carriera. Intanto polverizza il suo best ranking e sale al n.290 ATP, dopo aver iniziato la stagione alla posizione 675. Certo, qualcuno potrebbe obiettare che il seeding non fosse di grande qualità, con la prima testa di serie inclusa appena nella top 300 (il russo Karlovskiy, n.291 ATP), ma l’esperienza insegna che nessuna partita è facile e che il campo può sempre riservare brutte sorprese.
Abbiamo raggiunto telefonicamente Franco, che comprensibilmente faceva fatica a trattenere l’entusiasmo. Nonostante le radici argentine parla un buon italiano: “Sono contentissimo per questo primo titolo che conferma il mio ottimo momento. Ogni partita ero sempre più in fiducia e devo ringraziare tutti quelli del mio team che mi hanno aiutato in questa crescita. Mentre ti sto parlando, sono appena sceso dall’aereo e tra poco devo già ripartire per Como dove affronterò le qualificazioni“. Davvero gli esami non finiscono mai.