Lo avevamo anticipato la scorsa settimana, e l’evento si è in effetti puntualmente verificato. Juan Martin del Potro è tornato sui campi che lo resero star planetaria nel 2009, quando vinse l’unico Slam della sua carriera proprio allo US Open. Palito, impegnato nel difficile recupero dalla quarta operazione al ginocchio infortunato al Queen’s due anni fa, si è allenato al Billie Jean King Tennis Centre, ha palleggiato con John McEnroe e assistito al quarto di finale che ha visto Daniil Medvedev battere Botic Van de Zandschulp. Una tappa nel percorso di riabilitazione che, facendo tutti gli scongiuri possibili, dovrebbe riportarlo nel Tour all’inizio della prossima stagione.
“Il ginocchio sta molto meglio adesso – ha fatto sapere del Potro -, sto ancora recuperando ma almeno sono in campo, ed è un fatto sicuramente positivo. È stato un po’ frustrante guardare il match di Medvedev dalla tribuna, non essere in grado di competere, non avere la possibilità di giocarmi il trofeo. Ma la strada è quella giusta. Se non ci saranno complicazioni all’inizio del 2022 dovrei essere di nuovo in campo e chissà, magari tra un anno sarò di nuovo tra i protagonisti allo US Open“.
Ciò che ha reso e rende la Torre di Tandil un personaggio speciale e amato ai quattro angoli del globo è come sempre la sua immarcescibile forza di volontà, sempre rinvigorita dall’amore viscerale verso il proprio mestiere. “Questo è il match più duro della mia carriera – ha confidato – perché l’infortunio è un avversario tosto, con il quale non riesco e non posso scendere a patti. È dura, ancora provo dolore, ma continuerò a provarci. Amo le sfide: se sarà possibile continueranno ad avere a che fare con il tennis, altrimenti sarà qualcos’altro nella mia vita. Il mio messaggio ai ragazzi è sempre lo stesso: fate ogni sforzo possibile per inseguire i vostri sogni, ne vale davvero la pena“. Rinnoviamo i soliti auguri autorizzando, come sempre, ogni utile scaramanzia.