È notizia degli ultimi giorni la morte di John Edward Patty detto “Budge”, grande campione statunitense capace di ergersi a numero uno del tennis dilettantistico nel 1950, anno in cui vinse sia il Roland Garros che Wimbledon. Nato in Arkansas l’11 febbraio del 1924 ma cresciuto e formatosi al Beverly Hills Tennis Club di Los Angeles, Patty aveva vinto anche due Slam in doppio, sempre a Londra e a Parigi: nel 1946 si era aggiudicato il misto al Roland Garros con l’amica d’infanzia Pauline Betz, mentre nel 1957 era stato il turno del doppio maschile ai Championships (il suo partner in questo caso fu Gardnar Mulloy). Il tennista statunitense aveva un legame stretto con il Vecchio Continente, dato che vi risiedeva da oltre settant’anni; da ultima, la casa sua e di sua moglie Marcine (la coppia ha due figlie) era diventata la città di Losanna, in Svizzera, dove si era guadagnato da vivere nel mercato immobiliare dopo la fine della sua carriera agonistica.
IL TRIBUTO DELLA HALL OF FAME
Patty era entrato a far parte della International Tennis Hall of Fame di Newport (in Rhode Island) nel 1977, e la casa degli immortali del gioco ha pubblicato un bell’elogio del grande campione, includendo le seguenti parole del suo presidente Stan Smith: “Budge Patty è stato uno dei migliori giocatori americani degli anni Quaranta e Cinquanta. Conquistare più di settanta tornei è un risultato straordinario, e ancora di più lo è conquistare il Roland Garros e Wimbledon nella stessa stagione. Sebbene la sua carriera si sia svolta prima che io iniziassi a giocare, molte volte mi è stato raccontato della grande eleganza del suo gioco; sarà ricordato fra i più grandi campioni nella storia del tennis”.
Dal punto di vista tecnico, il suo colpo migliore era la volée di dritto, incoronata come la migliore di tutti i tempi (ex-aequo con quella di Wilmer Allison) da parte del suo contemporaneo Jack Kramer, che nell’autobiografia del 1979 aveva stilato delle classifiche per ogni colpo. All’interno dell’obituario, inoltre, due qualità di Patty vengono sottolineate più frequentemente. La prima è la serafica compostezza che lo contraddistingueva sia sul campo che fuori, tanto che persino il nomignolo “Budge” va ascritto a questo tratto: stando al racconto, infatti, il fratello maggiore sosteneva che la sua flemma e il carattere poco sollecito lo portassero a non spostarsi molto (“budge”, per l’appunto). La seconda invece è la raffinatezza dei gusti, che dopo quattro anni passati nell’esercito durante la Seconda Guerra Mondiale lo portò a fare base a Parigi (a partire dal 1946) e a farsi ritrarre vestito per metà in divisa da gioco e per metà in abito da sera in un disegno del 1953 – nel 1997, Christopher Clarey (oggi al New York Times) lo definì “una voce patrizia che evoca cocktail al circolo, estati sulla costa ed inverni sulle piste da sci”.
Come detto, però, Patty è noto soprattutto per la doppietta Roland Garros-Wimbledon del 1950; particolarmente dolce fu il primo titolo, un po’ perché conquistato nella città d’adozione, un po’ perché giunse in finale contro il rivale di tante battaglie, vale a dire Jaroslav Drobny. Lui fu il quinto uomo in assoluto ed il secondo statunitense a vincere consecutivamente i due Slam dopo René Lacoste, Jack Crawford, Fred Perry e Don Budge; al ristretto ed esclusivo club si sono poi aggiunti Tony Trabert (terzo e ultimo americano a riuscirci), Lew Hoad, Rod Laver (due volte, sia da dilettante che da pro), Bjorn Borg, Rafa Nadal (due volte), Roger Federer e, quest’anno, Novak Djokovic. In totale, Patty conquistò 76 tornei durante la sua carriera (non passò mai al professionismo) e venne classificato fra i primi dieci tennisti al mondo per sette volte.