[31] T. Fritz b. [5] M. Berrettini 6-4 6-3
I tifosi italiani pregustavano già il derby italiano negli ottavi di Indian Wells, dopo che John Isner aveva dato forfait causa terza paternità alla vigilia del match contro Jannik Sinner. Taylor Fritz ha riportato in alto la bandiera americana nel deserto della California, battendo nettamente Matteo Berrettini in appena 1h21 sullo Stadium 2.
Matteo è incappato nella classica giornata dove tutto funziona poco e male rischiando un punteggio severissimo sia nel primo che nel secondo set. Nel primo parziale si è trovato sotto 5-1 dopo aver subito un parziale di 18 punti a 5 con due break subiti dall’ 1 pari.
A quel punto ha reagito con un controparziale di 11 punti a 2 arrivando a 4-5 salvo poi perdere la battuta per la terza volta nel set con la ciliegina di un doppio fallo per cedere il set.
Paradossalmente è stato proprio il dritto, marchio di fabbrica, a tradirlo: a fine match due terzi (14/21) dei suoi errori gratuiti arriveranno proprio dal dritto molto spesso tirato in rete al termine di scambi medio-lunghi.
Il linguaggio del corpo nel secondo set è apparso da subito quello di un giocatore che non vedeva l’ora di uscire dal campo perché consapevole di essere in una giornata fortemente negativa, forse una delle peggiori del suo eccellente 2021 da 38 vittorie e 10 sconfitte. Solo in un’altra occasione Matteo aveva perso nei sedicesimi di un torneo: sulla terra di Montecarlo in aprile contro Davidovich-Fokina.
Nel secondo set ha mancato una palla break nel terzo gioco prima di subire due break consecutivi. Sul 5-2 ha salvato ben quattro match point rimandando solo di qualche minuto l’epilogo.
A fine match Berrettini ha espresso molto bene a parole quello che si era già visto chiaramente in campo:
“Non so bene cosa sia successo. Non sono riuscito a trovare l’adrenalina giusta, non era neanche una questione di tennis, ma di energie nervose. Ho fatto veramente fatica a trovare il giusto piglio. Era tanto tempo che non mi succedeva, qualche volta succede. Mi dispiace perché pensavo di poter giocare bene, c’era una bella atmosfera, ma non sono riuscito a fare di più.
Non era una questione di tennis, è una questione di attivazione mentale. Purtroppo succede, per fortuna non succede troppo spesso. Sto cercando anch’io la motivazione dentro di me. Forse il motivo è che sono umano e ogni tanto capitano giornate così. Peccato perché ci tenevo a fare bene qui, purtroppo non è successo. Forse il motivo è che la stagione è lunga, e qualche piccolo passo falso a volte capita.
Alcune volte ci sono diversi livelli di adrenalina prima di un match, e quando c’è meno tensione spesso c’è meno attaccamento al punto. Questo è un po’ quello che è successo anche oggi. Paradossalmente ero molto molto teso la partita precedente, perché era un po’ che non giocavo, perché fisicamente ero sul forse; oggi mi sentivo bene, mi sentivo che volevo giocare, ma avevo poca “cazzimma” che alla fine fa la differenza, che ti fa fare il servizio vincente sulla palla break invece che il doppio fallo.
Fritz dal canto suo è stato bravo a mantenere costante il suo livello di gioco a prescindere da quello del suo avversario e alla fine si regala un ottavo di finale in un torneo importante. Aveva già battuto Berrettini in Coppa Davis due anni fa, saprà ripetersi tra poche ore contro il N.2 italiano? Speriamo almeno che Jannik sia più pronto di quanto non fosse Matteo oggi.