Definita nella nottata italiana la prima semifinale femminile, quella a sud del tabellone. La giocheranno Jelena Ostapenko e Victoria Azarenka, brave a sbarazzarsi di Shelby Rogers e Jessica Pegula al termine di due match dai livelli di difficoltà e pathos molto diversi tra loro. Vika, molto convincente, giocherà dunque la quarta semifinale della carriera nel deserto californiano che l’ha già vista trionfare due volte, nel 2012 e nel 2016. Aliona, sempre anonima da queste parti e fino a quest’anno mai oltre il terzo turno, vestirà i panni della debuttante. Sarà partita aperta, come tutte le altre.
VIKA VINTAGE – Azarenka è venuta fuori bene da un match solido, chiuso con ventuno vincenti a fronte di diciotto errori non forzati (27-30 il saldo negativo che ha gravato sulla prova della sua avversaria) e l’81% di conversione con la prima palla in campo. “Sono felice di come sono andate le cose oggi – ha detto la bielorussa nella conferenza stampa post-match -, il piano che avevo preparato si è realizzato alla perfezione. Ci sono stati parecchi scambi duri e credo spettacolari per il pubblico, ma sono riuscita a prevalere in quelli davvero cruciali“. Vika è scattata avanti nel quinto game dell’incontro, quando ha convertito la prima di tre consecutive palle break forzando l’errore di Pegula con un gran rovescio, e ha condotto con discreto agio in porto la prima frazione. Nel secondo set, dopo un rapido scambio di break in avvio, Azarenka ha nuovamente sottratto il servizio a Pegula in un complesso quinto game da undici minuti netti, per poi prendere il largo pressoché indisturbata.
Grazie a questo successo la due volte campionessa dell’Open d’Australia passa a condurre negli scontri diretti con Pegula, che l’aveva battuta all’esordio proprio a Melbourne per dare il via alla sorprendente cavalcata che la portò a giocarsi persino un quarto di finale. A Berlino, sull’erba d’estate, Azarenka aveva trovato il modo di pareggiare i conti. La stessa Azarenka tocca quota trentadue successi a Indian Wells appaiando nella speciale graduatoria Caroline Wozniacki al terzo posto all time, dietro a Linsday Davenport (47) e Maria Sharapova (38).
IL COLPO DI RENI DI ALIONA – Molto più sofferta la partita infine portata a casa da Jelena Ostapenko contro Shelby Rogers, dopo due ore e sedici minuti lottate e altalenanti. La lettone è partita fortissimo dando sfogo al noto fuoco di sbarramento da fondocampo, e messo in cascina cinque dei primi sei giochi dell’incontro in ventidue minuti (5-1). Il cannone di Riga, come tutti sanno, portato allo stremo ogni tanto s’inceppa perdendo di vista gli obiettivi. La conseguenza, specie se dall’altra parte del net c’è una rivale come Rogers abilissima a girare a proprio favore sfide apparentemente compromesse, di solito si concreta nell’improvviso ritorno dell’equilibrio perduto. Infatti Shelby è risalita fino al quattro-cinque e servizio, ma subendo un nuovo, esiziale break nel decimo gioco ha dovuto lasciare la prima frazione.
“Sul 5-1 ho smesso di essere aggressiva – ha dichiarato ai cronisti Ostapenko -. Avessi continuato a esserlo credo avrei chiuso il set molto prima, ma ho commesso molti errori stupidi“. La partita si era ormai livellata, tuttavia, e Rogers – solo un punto su dodici nel primo set con la seconda in campo – ha preso a banchettare sulla seconda palla di un’Ostapenko da diciotto errori non forzati nella frazione di mezzo; frazione poi finita nelle mani della giocatrice di Charleston con l’identico punteggio a parti invertite. Nel set decisivo è andata in scena la millesima puntata del festival delle occasioni mancate. Ostapenko ha avuto le chance per trovarsi sul 3-0 e invece si è risvegliata sotto 1-3. Conservato il servizio nel gioco inaugurale del set, Aliona ha sparato largo un comodo smash sulla palla break del potenziale 2-0 ed è stata raggiunta sull’uno pari, prima di cedere il proprio servizio e sprofondare in una posizione molto scomoda. Sull’1-3, Rogers ha avuto quattro palle break per mettere una pietra tombale sull’incontro, ma dallo 0-40 Ostapenko ha piazzato due vincenti di dritto e un buon servizio per tenersi in vita. Annullata un’ulteriore palla break comandando uno scambio ad alta intensità, la campionessa del Roland Garros 2017 ha gettato le basi il fugone finale da quattro game consecutivi che le ha regalato il successo.
“Dall’1-3, 0-40, penso di aver giocato da top player“, ha confessato la lettone. In effetti, anche se sparsi, a tratti, impossibili da prevedere, Ostapenko i momenti da stella può viverli. Può anche vincere il torneo, se imbrocca la settimana giusta, come ampiamente dimostrato in passato. Intanto giocherà la terza semifinale del 2021 dopo quelle vinte a Eastbourne e a Lussemburgo. Insondabile è insondabile, vedremo quale luna l’accompagnerà nel weekend.