La grande riforma procede a passi spediti, ma occorrerà cautela nell’affrontare quelli decisivi. Il capo di ATP Andrea Gaudenzi ha dichiarato a Sports Business Journal che il piano strategico è approvato al 70%, ma anche che ogni aspetto in esso previsto necessiterà di un accordo totale all’interno del board. “Make-or-break“, ha detto il manager romagnolo. Tutti sulla stessa linea, pena il decadimento dei punti su cui non c’è completa intesa tra le parti. “Vogliamo tutti che il processo si concluda nel più breve tempo possibile” ha detto Gaudenzi, “ma non possiamo e non vogliamo fare le cose a metà, né forzare la mano laddove dovessero nascere problematicità“. Un approccio ragionato e concertativo che nondimeno potrebbe imporre qualche fisiologico rallentamento.
Frutto di due anni di lavoro e concretizzatosi nel corso di una manciata di meeting durante l’Open degli Stati Uniti, il piano strategico per traghettare il Tour maschile verso una nuova dimensione stilistica ed economica è ambizioso alquanto. Prize money maggiorato per i Masters 1000; ampliamento della base di giocatori avente diritto al bonus derivato dai Masters 1000 medesimi; un grande piano per la trasparenza dei dati finanziari dei tornei, che verranno verificati anche da revisori indipendenti. E soprattutto l’enorme rivoluzione del calendario: altre cinque kermesse di dodici giorni sul modello Indian Wells-Miami, e un ulteriore Masters da aggiungere al menù per portare la categoria a dieci eventi complessivi. Venti giorni all’anno di gioco in più nel contesto Mille e 305 nuovi posti di lavoro pronti a essere assegnati.
Com’è ovvio, prima che il bisonte entri nella stanza occorre sistemare con cura la cristalleria. Determinare il posizionamento nel nuovo calendario dei tornei 250 potrebbe non essere né semplice, né scontato. Così come uno dei nuovissimi obiettivi del mandato Gaudenzi, l’istituzione di una governance atta a tenere costantemente sotto controllo i conflitti d’interesse endemici del mondo della pallina, potrebbe richiedere tempo per essere calibrata a modo.
Il boss di ATP confidava nel fatto che, una volta approvata, la riforma potesse divenire effettiva in coincidenza con l’inizio della stagione tennistica 2023, ma il dirigente ha confidato alla testata che “quella possibilità è ora quantomeno improbabile“. Ascoltando i sussurri che filtrano dall’ambiente, in molti preferirebbero affrontare una piena stagione all’antica senza le controindicazioni imposte dalla pandemia, prima di gettarsi nella nuova avventura. Il prossimo snodo cruciale, forse utile a dipanare in qualche modo la matassa, potrebbe essere il meeting dei rappresentanti dei tornei programmato in concomitanza con le NextGen Finals di Milano, prima riunione “in presenza” dei maggiorenti ATP da diciotto mesi a questa parte. Lì ci potrebbe essere l’accelerata decisiva, forsanche l’approvazione finale della riforma. Per vederla messa in pratica, a quanto sembra, potremmo dover aspettare un po’ più del previsto.