La stagione che certifica nuovi significativi progressi è quella del 2017. Jabeur programma tanti tornei a livello WTA, e dunque per entrare nei tabelloni principali è obbligata quasi sempre alle qualificazioni. Con risultati di insieme abbastanza positivi, anche se non riesce a superare le qualificazioni nello Slam già vinto da junior, il Roland Garros. Perde a sorpresa contro la numero 199 Miyu Kato. Ma ci pensa la sorte, sotto forma di forfait di Laura Siegemund, a farla entrare nel tabellone principale come lucky loser.
Nel main draw di Parigi passa il primo turno sconfiggendo Ana Bogdan, mentre per quello successivo si prospetta la seconda Top 10 della carriera: dopo la numero 5 Wozniacki a Indian Wells, questa volta è la numero 7 Dominika Cibulkova. Di nuovo stimolata dalla situazione eccezionale (grande evento, avversaria di rango) Jabeur sfodera una super partita. E a differenza dell’incontro di due anni prima, lo fa con più solidità complessiva. I colpi speciali ci sono sempre, ma nel frattempo sono diminuiti gli errori non forzati ed è cresciuta la consistenza nella risposta (punto debole del match californiano). E così questa volta Ons riesce ad avere la meglio: 6-4, 6-3.
Il terzo turno raggiunto nello Slam (sarà poi fermata da Timea Bacsinszky) è la dimostrazione che Jabeur, oltre che una tennista spettacolare, può anche essere concreta, e prelude all’ingresso in Top 100 (agosto 2017).
Ormai Ons ha 24 anni, ma ancora non riesce a essere continua. Per questo Jabeur entra ma poi esce dalle prime cento, una volta scaduti i punti del Roland Garros. Infatti per fare strada ad alti livelli in WTA occorre saper andare al di là della singola vittoria nei match “evento”; occorre vincere le partite giorno dopo giorno, e arrivare con una certa regolarità in fondo ai tabelloni, raccogliendo i punti nei turni pesanti. E questo ancora le manca.
Perché Jabeur dia prova di saper arrivare a questo, si deve attendere il Premier di Mosca, nell’ottobre 2018. In Russia, superate le qualificazioni, sconfigge Makarova, Stephens, Kontaveit e Sevastova e raggiunge la finale. Jabeur la perde (2-6, 7-6, 6-4) contro l’amica Kasatkina, compagna di allenamenti in off-season. È una sconfitta che lascia più di un rimpianto, visto che si trova a condurre per 6-2, 4-1 prima di farsi rimontare e perdere il match dopo più di due ore di gioco.
La finale di Mosca le vale comunque il bottino di punti necessario per tornare in Top 100, e questa volta per rimanerci. L’ottimo risultato sul cemento indoor russo è anche il segnale che Jabeur è diventata competitiva su qualsiasi superficie, tanto che il miglior torneo della stagione 2019 lo gioca sull’erba di Eastbourne. In Inghilterra raggiunge la semifinale, ma poi è costretta al forfait prima di scendere in campo contro Kerber a causa di un problema alla caviglia destra.
Senza andare troppo per le lunghe: a mio avviso, Jabeur compie il salto di qualità definitivo all’inizio del 2020. Solidità e consistenza si materializzano proprio nella stagione più fragile e incerta vissuta dal tennis a causa della pandemia. Per questo si può dire senza mezzi termini che Ons sia stata penalizzata in modo particolare dallo stop del circuito avvenuto tra maggio e agosto, quando avrebbe potuto giocare e vincere tanti match.
Sin da gennaio, infatti, Jabeur è protagonista all’Australian Open, dove raggiunge i quarti di finale, fermata dalla futura vincitrice Sofia Kenin. Ma la partita da ricordare del suo Slam australiano è soprattutto quella di terzo turno vinta contro Caroline Wozniacki (7-5 3-6 7-5).
Per le due protagoniste non si tratta di un incontro qualsiasi. Si ritrovano a distanza di cinque anni, con tantissima acqua passata sotto i ponti. Dopo tanti sforzi da quel folgorante esordio a Indian Wells, Ons dimostra di avere finalmente raggiunto l’equilibrio a lungo cercato; mentre per Caroline la partita di Melbourne rappresenta addirittura l’ultima disputata in assoluto, visto che ha già annunciato il ritiro a fine torneo. Per una carriera che si chiude, un’altra spicca finalmente il volo.
Da questo momento è chiaro che il tennis di Jabeur è salito di livello, e per le avversarie non sarà più sufficiente provare a temporeggiare, nell’attesa che Ons si complichi la vita da sola sotto forma di passaggi a vuoto e di errori evitabili. No, adesso per batterla bisogna giocare davvero bene. Il suo 2020, nonostante il calendario monco, si chiude con un bilancio di 23 vittorie e 11 sconfitte, e con 5 quarti di finale raggiunti su 11 tornei disputati. Malgrado i modificati meccanismi del ranking rendano più difficili le ascese in classifica, Jabeur passa dalla posizione 77 alla 31.
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