L’ultimo match della giornata odierna (venerdì 29 ottobre) potrebbe essere decisivo per la corsa alle Nitto ATP Finals di due dei migliori giocatori della stagione, vale a dire Casper Ruud e Jannik Sinner, che nella prima serata si troveranno di fronte nei quarti di finale dell’Erste Bank Open di Vienna.
In caso di vittoria, il norvegese (settimo nella Race) metterebbe una seria ipoteca sulla qualificazione per Torino, perché avrebbe la certezza di accrescere il distacco nei confronti di tutti gli inseguitori (Sinner stesso, Hurkacz e Norrie, oltre al lungodegente Nadal) e non dovrebbe sostanzialmente più preoccuparsi nemmeno nel caso in cui uno di loro facesse bene a Bercy, perché si qualificherebbe anche venendo sorpassato da un rivale. Qualora fosse Sinner a prevalere, invece, i giochi si farebbero molto più serrati, visto che il tennista italiano raggiungerebbe l’ottavo posto a soli 90 punti da Ruud e avrebbe la possibilità di superarlo raggiungendo la finale, levandogli il cuscinetto dell’ottavo slot intercorrente fra lui e il resto della competizione (raggiungendo la semifinale il classe 2001 diventerebbe anche Top 10 per la prima volta in carriera).
Si tratta perciò di un crocevia imprescindibile per entrambi, e per questo motivo il direttore di Ubitennis Ubaldo Scanagatta ha chiesto e ottenuto (insieme al collega statunitense Chris Oddo) di poter parlare per qualche minuto in più con Ruud in seguito alla vittoria riportata in tre set contro il finalista uscente Lorenzo Sonego. Durante il match di secondo turno, la tds N.4 non è stata proprio entusiasta delle pause prese dal torinese in risposta (pur riconoscendo i vuoti regolamentari legati alla specifica circostanza) e proprio da quell’episodio è partita l’intervista: “Era un punto importante, 4-3 30-30, io ero pronto a servire da dieci secondi e lui si è fermato per prendere l’asciugamano. Per quanto ne so io la regola è che ci si dovrebbe attenere al ritmo del battitore, ma quando ho chiesto al giudice di sedia non mi ha saputo dare una risposta chiara, nessuno sa mai bene cosa bisognerebbe fare. Per questo motivo ero un pochino frustrato, ma per fortuna ho vinto il punto e quindi la cosa non mi ha infastidito a lungo”.
SINNER E LE NITTO ATP FINALS
Il tema principale, tuttavia, non potevano che essere le ATP Finals e lo smilzo altoatesino che nei quarti di finale si frapporrà fra lui e due settimane tranquille: “Essere in corsa per Torino è eccitante perché la tensione è sempre palpabile e la pressione è sempre lì, ogni match che giochi è importante. Arrivati a questo punto della stagione ripenso ad alcuni match in cui ho salvato dei match point, soprattutto quello contro Carreno Busta a Montecarlo dove ne ho salvati due [raggiunse poi la semifinale, il suo punteggio più alto in stagione assieme a Madrid, ndr], ed è incredibile pensare che un singolo punto o un singolo match potrebbe aver cambiato la stagione o comunque essere stato decisivo per qualificarsi al Master, anche se all’epoca non sembrava tanto importante. So di avere grande competizione per gli ultimi due posti, e domani [29 ottobre, ndr] dovrò cercare di tenere a bada Jannik!”
E proprio su Sinner si è focalizzata la domanda successiva, con il N.11 ATP che è reduce da dieci successivi consecutivi al chiuso senza perdere neanche un set. I due si sono peraltro allenati assieme in settimana, giocando anche un match: “Non c’è bisogno che mi ricordiate come sta giocando, lo so bene! Sinner è uno dei migliori giocatori al mondo sulle superfici indoor, e l’anno scorso mi ha battuto al primo turno di questo torneo [7-6(2) 6-3, il loro unico confronto ufficiale, ndr], anche se io avevo avuto un set point nel primo, quindi è bello ritrovarsi quest’anno da teste di serie per vedere quanto siamo cresciuti. Lui sta per raggiungere la Top 10, mentre io ci sono appena entrato, quindi spero solo che sarà un bel match. Questa settimana ci siamo scaldati insieme in una circostanza e abbiamo giocato un match d’allenamento, spero solo di riuscire a fare del mio meglio. Ora siamo entrambi più forti di un anno fa e credo di dovermi aspettare un Sinner al massimo della forma, quindi anch’io cercherò di essere al top“.
LO SPECIALISMO E I MIGLIORAMENTI IN RISPOSTA
Più che per il raggiungimento della Top 10 in sé, la stagione di Ruud è stata particolarmente sorprendente per la competitività dimostrata sul cemento: ottavi in Australia, quarti a Toronto e Cincinnati, vittoria a San Diego, gli ultimi tre risultati che gli hanno consentito di guadagnare punti in una fase in cui si pensava che la sua candidatura torinese sarebbe andata scemando. Lui però non si è mai visto come uno specialista del rosso, anche perché nel suo background formativo c’è tanto indoor: “Non so, la terra è la mia superficie preferita, ma la verità è che al chiuso mi sento più a mio agio di quanto la gente pensi, perché in Norvegia si gioca indoor cinque-sei mesi l’anno. Anche se finora non ho ottenuto grandi risultati credo che siano le condizioni più agevoli in cui giocare, perché non hai cattivi rimbalzi e non ci sono né sole né vento”.
L’anno scorso Sinner servì molto bene contro di lui (76% con la prima e 63 con la seconda), e quindi la domanda successiva ha riguardato la sua grande crescita in risposta: nel 2020 era trentacinquesimo nel Return Rating misurato dall’ATP, quest’anno è diciannovesimo, crescendo in tutti i parametri (punti vinti contro la prima, punti vinti contro la seconda, game vinti in risposta e palle break convertite, con quest’ultimo che ha visto una crescita di oltre il 7%). “Credo di aver imparato a variare piuttosto bene in risposta, a volte cerco colpi risolutivi mentre in altre situazioni preferisco stare più sulla difensiva e bloccare, soprattutto contro i big server. Ho migliorato la risposta, sì, ma soprattutto il primo colpo dopo la risposta, perché sono diventato più bravo a rientrare verso il centro, quindi la mia mobilità è cresciuta tanto e non sono più costretto a correre tanto quando rispondo. Domani cercherò semplicemente di sfruttare tutti questi elementi”.
Ha poi concluso: “Non sarò mai il giocatore che tira tanti vincenti in risposta perché preferisco stare un po’ più indietro. Di solito cerco di stare un po’ più vicino contro la prima per togliere gli angoli all’avversario, anche se sulla terra preferisco rispondere da lontano. Indoor certamente devo cercare di bloccare la risposta perché non sono veloce come Rafa o Medvedev né ho una grande apertura alare, quindi devo cercare di stare più vicino e affidarmi al mio gioco di gambe per entrare bene nello scambio. D’altronde quasi tutti i tennisti della mia generazione e di quella successiva sono sopra il metro e novanta, quindi dovrò cercare di adattarmi a rispondere a dei grandi servizi per tanti anni”.
Qui il tabellone aggiornato dell’Erste Bank Open di Vienna e degli altri tornei della settimana