La collaborazione con Dmitry Tursunov comincia in agosto, a Cincinnati, dove Anett Kontaveit perde al primo turno proprio contro Ons Jabeur, al termine di un confronto tiratissimo: 6-2, 4-6, 7-5. A dispetto dell’inizio amaro, Kontaveit si rifà subito, vincendo il successivo torneo di Cleveland. Si tratta del WTA 250 che si disputa nella settimana immediatamente prima dello Slam, settimana che molte delle giocatrici di vertice preferiscono non impegnare con match ufficiali.
Sulla carta il tabellone di Cleveland non è straordinario, tanto che Anett, allora numero 28 del ranking, è testa di serie numero 2 (numero 1 è la 26 Kasatkina). Ma se poi si va a indagare i nomi delle avversarie, si trovano giocatrici da non sottovalutare. Kontaveit vince superando nell’ordine: Davis, Garcia, Siniakova, Sorribes, Begu. E così, dopo la strana e incompleta avventura australiana al già citato Grampians Trophy, il successo in Ohio è il segnale che è davvero tornata la giocatrice capace di vincere tornei WTA, dopo ‘s-Hertogenbosch 2017.
Subito dopo Cleveland, comincia lo US Open, dove Anett perde da Iga Swiatek al terzo turno: a oggi rimane la penultima sconfitta subita, seguita soltanto da quella a Indian Wells ancora contro Jabeur. Dopo Flushing Meadows seguiranno tre titoli: Ostrava, Mosca, Cluj.
A mio avviso il successo più qualitativo dei tre è quello al WTA 500 di Ostrava, dove la concorrenza è davvero agguerrita. Sembrerà un paradosso, ma forse l’avversaria più abbordabile nella Repubblica Ceca è quella con la classifica più alta: la numero 10 Kvitova, arrivata in riserva di energie nella parte finale della stagione. Ma le altre giocatrici che Kontaveit supera, sono alcune delle tenniste più in forma della seconda parte del 2021: Sorana Cirstea, ma soprattutto Bencic, Badosa e Sakkari, sconfitta in finale con un perentorio 6-2, 7-5.
In tutta la settimana di Ostrava, Anett sfodera un livello di tennis eccezionale, tanto che chiude le cinque partite con un bilancio di 10 set a favore e zero persi. E questa diventerà la caratteristica della Kontaveit più recente: non solo vince tante partite, ma le vince senza perdere set. Fra Mosca e Cluj, disputa altri dieci incontri e il bilancio in termini di set è di 20 vinti e 1 solo perso, nella finale recuperata in extremis contro Alexandrova.
Dopo il successo a Ostrava, Tursunov ha spiegato cosa ha modificato nel lavoro con Anett rispetto al passato. Nulla di rivoluzionario, ma piccole novità. La prima è legata al modo di condurre la preparazione: più divertimento nelle sessioni di allenamento, evitando di passare ore semplicemente a colpire.
La seconda novità, più importante, è invece nelle strategie di gioco. Queste le parole del coach: “Anett ha sempre giocato in modo aggressivo, ma oggi lo è leggermente di più. Penso si tratti di un tratto profondo del suo carattere, che mi sembrava in parte represso e sentivo avrebbe dovuto sfruttare in modo più marcato. Ho lavorato per fare in modo che potesse mettere in campo la sua aggressività senza perdere sicurezza”.
E seguendo i match più recenti di Anett non si può che concordare. A me però sembra che nelle parole di Tursunov ci sia anche una parte di understatement, perché non mi pare si tratti solo di aggiustamenti tattici, ma anche di miglioramenti tecnico-atletici. In particolare non ricordo di avere mai visto una Kontaveit capace di produrre così tanti vincenti senza andare fuori giri. Perché uno dei suoi problemi in passato è che tendeva ad aumentare il ritmo del palleggio sino a un punto che a volte sembrava controproducente: infatti se l’avversaria riusciva a stare nello scambio, bastava poi che fosse in grado di trovare qualche angolo un po’ più insidioso, per far sbagliare Anett.
Per me tutto questo è una sorpresa. Infatti se qualche anno fa mi avessero detto in quali ambiti di gioco avrei pensato potesse progredire Kontaveit, avrei scelto le fasi di contenimento. Fasi che non erano cattive in assoluto, ma non all’altezza di quelle di altre giocatrici fisicamente simili ad Anett (che secondo la scheda WTA è alta 1,74).
Invece la realtà mi ha smentito: la giocatrice capace di vincere tre titoli in pochi mesi, più che in difesa è ulteriormente cresciuta nell’attacco. In tre aspetti in particolare. Il primo: nella posizione in campo, sempre più sistematicamente a ridosso della linea di fondo. Il secondo: nella capacità di aggredire certe traiettorie quasi in controbalzo, togliendo tempo all’avversaria, specie con il dritto lungolinea. Terzo elemento: nella capacità di spingere sulla palla in corsa, dopo gli spostamenti laterali; a mio avviso soprattutto in quest’ultimo aspetto stava il maggior limite di Anett rispetto alle più forti giocatrici di attacco del circuito.
La sequenza di vittorie delle ultime settimane ha dunque permesso a Kontaveit di agguantare la partecipazione al Masters di Guadalajara, dove si misurerà contro la concorrenza più qualificata del 2021 (Barty esclusa). Naturalmente sarà interessante vederla alla prova contro le altre Top 10 di questa stagione. Però, per quanto mi riguarda, sarà ancora più interessante seguirla l’anno prossimo.
Nel 2022, a 26 anni compiuti, sarà nella età di piena maturazione di una tennista e avremo la possibilità di scoprire se i successi di questi ultimi mesi sono stati il frutto di un exploit irripetibile o invece il segnale di una crescita più duratura e consistente. E se fosse vera la seconda ipotesi, ci troveremmo di fronte a una probabile protagonista anche negli Slam.