Andando a scorrere le prime posizioni della classifica della ATP Race di doppio salta subito all’occhio una “anomalia”. Tra le prime dieci coppie troviamo per due volte il nome di Filip Polasek. Il 36enne tennista slovacco – che ricordiamo si era ritirato a fine 2013, per poi rientrare nel circuito dopo quattro anni e mezzo, a metà 2018 – è infatti presente sia in sesta posizione con Ivan Dodig, con cui ha giocato la prima parte della stagione, ma anche in decima posizione insieme al suo nuovo partner John Peers, con cui ha iniziato a giocare a partire dai tornei sul cemento statunitense.
La coppia Dodig/Polasek ha 3.275 i punti, di cui 2.000 derivanti dalla vittoria di inizio anno all’Australian Open, il primo Slam nella specialità per Polasek, il secondo per Dodig dopo il Roland Garros 2015 in coppia con Marcelo Melo. Dopo quella vittoria e le due semifinali consecutive a Doha e a Miami (che sono valse altri 540 punti in ottica Finals), la coppia slovacco-croata è entrata in una spirale negativa, non andando mai oltre il secondo turno nei successivi sei tornei (tra i quali il Roland Garros e Wimbledon). Da lì la decisione di interrompere il sodalizio, che era iniziato a metà 2019 e che oltre allo Slam australiano ha fatto registrare altre due vittorie nel 2019 (il Masters 1000 di Cincinnati e l’ATP 500 di Pechino).
“Abbiamo fatto cose incredibili insieme, di cui entrambi siamo grati. Ma non stavamo vincendo molto e non ottenevamo i risultati che volevamo. Esprimevamo ancora un gioco molto solido, però perdevamo quei match tirati che prima invece vincevamo” dichiarò il 36enne tennista di Zvolen per spiegare la loro sorprendente decisione di separarsi a metà stagione con uno Slam in bacheca. “Qualche volta nello sport serve una terapia dello shock“ disse questa estate Dodig nel commentare la decisione, per poi aggiungere: “Talvolta quando cambi qualcosa, questo ti aiuta a tornare ad esser vincente e noi abbiamo preso questa decisione. Non è stata una decisione facile, ma l’abbiamo fatta ed andiamo avanti.”
E mentre Dodig dopo lo US Open ha subito interrotto la nuova partership con l’indiano Bopanna ed ha giocato gli ultimi tre tornei con il suo vecchio compagno Marcelo Melo, Polasek ha trovato immediato feeling con un altro grande interprete della specialità John Peers (25 titoli, tra cui l’Australian Open 2017 e le Finals 2016 e 2017, tutti e tre in coppia con Kontinen), tanto da arrivare in semifinale allo US Open e vincere un paio di settimane fa il Masters 1000 di Indian Wells, oltre a raggiungere la finale a San Diego e la semifinale a Vienna la scorsa settimana. Risultati che li hanno proiettati prepotentemente in orbita Finals, decimi con 2.140 punti, con l’ottavo posto, l’ultimo utile, occupato da Jamie Murray e Bruno Soares e distante meno di 800 punti.
E considerata la doppia presenza di Polasek e la conseguente necessità di una scelta, a questo punto l’obiettivo potrebbe essere anche solo il nono posto della coppia Bolelli/Gonzalez, distante solo 245 punti. Ma la faccenda si fa ancora più intricata per il fatto che la altre coppie vincitrici degli slam stagionali – Herbert/Mahut (Roland Garros), Mektic/Pavic (Wimbledon) e Ram/Salisbury (US Open) – hanno tutte ottenuto i punti necessari alla qualificazione matematica e di conseguenza Polasek e Dodig hanno già ottenuto il “pass” per le Finals, assicurandosi il posto destinato alla coppia vincitrice di uno Slam che non abbia ottenuto i punti necessari per la qualificazione.
Quindi sarà interessante vedere cosa succederà in queste due settimane, dato che Polasek e Peers potrebbero riuscire ad agguantare se non l’ottavo, almeno il nono posto della Race. Tra Paris-Bercy e Stoccolma, infatti, ci sono un massimo di 1.250 punti disponibili e mentre loro negli ultimi quattro tornei sono arrivati sempre almeno semifinale, la coppia italo-argentina da un po’ di tempo fa molta fatica, considerato che non vince due partite di fila da Wimbledon (dove fece semifinale). Ed infatti anche a Bercy i due hanno già salutato la compagnia, eliminati all’esordio dai belgi Gille e Vliegen. Se ci fosse il sorpasso, a quel punto lo slovacco si troverebbe a dover fare una scelta: giocare con Dodig o Peers. Vista da fuori, la scelta più logica sarebbe quella di scendere in campo con il nuovo partner.
E se invece Polasek e Peers non ce la facessero? Magari proprio all’ultimo, per una sconfitta a Stoccolma? È possibile che Polasek si metta d’accordo con Dodig (i due sono rimasti amici) e chieda al vecchio compagno di doppio di rimanere in stand by per una reunion dell’ultimo minuto e un ultimo ballo insieme a Torino? Vorrebbe poter significare che il 36enne tennista di Medjugorje dovrebbe star lì, ad attendere con le valigie pronte, magari sino al giorno prima dell’inizio delle Finals (Stoccolma finisce domenica 13 novembre, a Torino si inizia lunedì 14).
In fin dei conti, potrebbe valerne la pena: perché oltre al prestigio, la partecipazione alle Finals riveste anche un aspetto economico non proprio secondario: la sola partecipation fee ammonta a 82.000 dollari per coppia, a cui andrebbero ad aggiungersene altri 33.000 in caso di vittoria in un match del round robin (di più, dato appunto i loro ultimi risultati insieme, non andremmo a ipotizzare). E poi, chissà, potrebbe essere proprio una sfida Polasek/Peers vs Dodig/Melo a decidere la questione: a Bercy, Mektic-Pavic e Mahut-Herbert permettendo, potrebbe capitare in semifinale, come già accaduto a Indian Wells (6-4 7-6 il punteggio a favore della coppia slovacco-neozelandese). Il destino, talvolta, si diverte a fare strani scherzi…